martedì 10 marzo 2020

Fermare industrie e mezzi pubblici? Valutiamo bene.

"Fermiamo tutte le attività non indispensabili, anche i mezzi pubblici", è l'ipotesi lanciata dalla Presidenza della Regione Lombardia.
C'è da domandarsene la ragione perché se fermiamo i mezzi pubblici dovremmo dare il via libera agli autoveicoli privati. Non c'è alternativa, con buona pace degli ambientalisti.
Visto che le scuole sono chiuse e meno persone vanno a lavorare, concordo nel ridurre le frequenze dei mezzi pubblici dopo le ore di punta, vale a dire dopo le 8 - 8,30, ma non azzerare il servizio se no si aggiungerebbero problemi ai disagi che si affrontano quotidianamente.
Considero l'idea un poco lontana dalla realtà economica produttiva del territorio dove centinaia di fabbriche si confrontano ogni giorno con impegni nazionali ed internazionali, termini di consegna ed osservanza di linee di credito.
Attenzione, poi, che le fabbriche sono anche quelle che ci fanno arrivare ogni giorno i beni alimentari.
Mi domando come scaturiscano certi progetti, rasentano l'irresponsabilità, ma ancor peggio sembrano spalleggiati da taluni media che, dopo averci tormentato con il clamore da  bollettini di guerra ora invece si atteggiano a "saggi moderatori".
Essere un politico o un giornalista (e mi includo) non assegna la laurea in Tuttologia; occorre dare priorità a chi davvero se ne intende, dalla Scienza al mondo imprenditoriale.
Abbiamo infatti giornalisti che su una rete nazionale televisiva affermano che "ormai tutto il lavoro si può fare da casa, in smart working": assurdo quanto non vero perché ci sono tanti lavori  irrealizzabili dal proprio domicilio.
Un'altra (della stessa emittente  tv ), in collegamento da Napoli parla con il direttore di un noto bar a proposito della distanza che deve essere osservata dai clienti, ma nel frattempo lei e l'intervistato sono distanti 30-40 centimetri.
No comment.
Certo che di incoscienti ne abbiamo piene le vie, ma il Paese reale è ampiamente responsabile e non deve pagare per chi non lo è.
Non devono pagarlo la società civile - nel senso più letterale del termine - e il mondo imprenditoriale; ci sono titolari d'azienda che cominciano ad avere i sudori freddi: non si ammaleranno di  Covid 19, ma certo di  crepacuore.

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