martedì 31 marzo 2020

Intitoliamo piazze o vie agli eroi che combattono il coronavirus

La prova di generosa abnegazione mostrata da medici e infermieri in queste settimane non deve restare nelle cronache sempre più ingiallite e, spesso, caduche della memoria.
Propongo che nei comuni italiani, almeno in quelli maggiormente toccati dalla tragedia del Covid 19, siano dedicate piazze, vie o giardini al personale medico e paramedico che tanto si è prodigato, pagando anche con la propria vita l'assistenza dei contagiati.
Si obietterà che questi riconoscimenti si celebrano solo per persone ormai defunte; bene, facciamolo quando la pandemia del coronavirus avrà lasciato il nostro Paese, ma non perdiamo questa opportunità di additare, a perenne memoria, un settore di nostri Connazionali che si è prodigato con ammirevole, esemplare generosa professionalità ...e cuore.
Ne ho parlato con gli amici dell'ANIOC, l'Associazione Nazionale Insigniti Onorificenze Cavalleresche trovando ampio consenso ed anche una proposta: il conferimento di una medaglia. Ottima idea, solo che se data ad personam c'è il rischio di trascurare qualcuno ugualmente meritevole.
Non lasciamo però cadere questo suggerimento assolutamente condivisibile; per cui, ferma restando l'idea di intitolare una struttura pubblica alle migliaia di "missionari", si proponga al Presidente della Repubblica (ci avrà certo già pensato) che una medaglia al Valore civile  sia assegnata ai singoli medici e infermieri morti sul campo nell'adempimento del loro eroico impegno.
GRAZIE A TUTTI LORO, DI VERO CUORE

Sul sito Change.org è in corso la raccolta gratuita di adesioni a questa mia proposta.
3 giugno 2020 - sono immensamente felice che il Presidente Mattarella abbia conferito il titolo di Cavaliere al merito della Repubblica a tutto il personale medito, infermieristico e ai valenti collaboratori dell'ospedale di Codogno che si sono ammirevolmente prodigati nella lotta contro il Covid 19 e a lenire il dolore e le sofferenze di chi ne ha patito il contagio. 
Tra loro la dottoressa Annalisa Malara, l'anestesista che, per prima,  individuò il virus in un ricoverato e l'infermiera cremonese Elena Pagliarini ritratta mentre, stremata da una notte di assistenza, si era appisolata qualche attimo: simbolo di tanto ammirevole impegno.
Grazie Presidente! 

lunedì 30 marzo 2020

#JeSuisItalie su Le Soir

Il giornale belga Le Soir lancia l'hashtag #JeSuis Italie
"Ma che crimine hanno commesso gli italiani per far sì che 10.000 morti non bastino per attrarre un sostegno senza divisioni da parte dei loro pari europei?"
Comincia così l'editoriale di oggi di le Soir, firmato dalla direttrice Béatrice Delvaux, con cui il quotidiano belga francofono ha lanciato l'hashtag #JeSuisItalie in solidarietà con l'Italia.
"I dirigenti europei si rendono conto di ciò che hanno inflitto la scorsa settimana agli italiani che sono sommersi da bare - e a tutti gli atri cittadini europei che soffrono con loro - rispondendo alle richieste di aiuto prima con delle divergenze e poi con un 'ripassate tra 15 giorni' "? chiede Le Soir.
Merci beaucoup Béatrice
https://plus.lesoir.be/290905/article/2020-03-30/coronavirus-jesuisitalie

COVID 19 Competenti cercansi

Calabria, Puglia e Sicilia lamentano a gran voce la mancanza di attrezzature primarie (mascherine, tute, respiratori) per combattere il coronavirus; le altre regioni altrettanto anche se con minor clamore.
Allora, mentre il Ministro degli esteri declama tutti gli aiuti promessi e/o in viaggio da altri Paesi seguito da tutta la stampa generalista che esalta questo o quell'approvvigionamento, è lecito domandarsi chi è fuori dalle righe: chi, toccando con mano la realtà, si lagna o chi vanta cose che non vede?
Detto ciò vengo al particolare, agli arrivi alle regioni, agli ospedali, ai centri di cura ponendo una semplice quanto chiara domanda: chi se ne occupa?
A gestire l'emergenza il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha nominato il dottor Domenico Arcuri del quale si possono tessere tutti gli indiscussi meriti quale amministratore delegato di Invitalia; azienda che però di tutto si occupa, ma (se non sbaglio) non di approvvigionamento di materiali.
E Arcuri ce la sta mettendo tutta, ma io penso che alla funzione deputata da Conte sarebbe stato meglio mettere un esperto in logistica, vale a dire uno che sa di avanzamento ordini, loro evasione e afflusso dei prodotti dove servono. 
L'Italia, Paese di produzione, ma anche di import-export, ne poteva scegliere tra decine e decine di manager capaci di svolgere tale attività rispondendo con adeguata capacità e passione a questa calamità.
Polemica? Giammai, semplice constatazione.



domenica 29 marzo 2020

Grande esempio dall'ALBANIA

il premier Edi Rama accompagna i connazionali in partenza verso l'Italia* 
Dall'Albania sono arrivati trenta medici e infermieri, "un'Armata in tenuta bianca", come l'ha definita il suo Primo ministro EDI RAMA salutandoli "in partenza verso la linea del fuoco in l'Italia come atto di riconoscenza verso chi salvò il popolo albanese aiutandoci e adottandoci in un momento particolarmente difficile".
Che straordinaria ammirevole prova di civiltà, ma anche una lezione all'aridità e al cinismo di "altri paesi ricchi che hanno girato la schiena. L'Italia deve vincere e vincerà questa guerra anche per noi e per il mondo intero".
Grazie, con tutto il cuore amici Albanesi.

* (foto dal sito facebook dello stesso Premier)

sabato 28 marzo 2020

Riconoscenza e Ringraziamento

Il prolungarsi del #restateacasa sta dandoci la misura del momento così drammatico che stiamo vivendo; drammatico per le luttuose notizie che ci feriscono ogni giorno e per l'incertezza della durata della pandemia che ha confinato nei ricordi gli esaltanti applausi dalla finestra ai sanitari che si stanno prodigando per curare i contagiati dal coronavirus, il nostro esporre il Tricolore, l'intonare l'Inno d'Italia, il commuoverci nell'ascoltare il trombettiere (Raffaele Kohler) che lanciava nell'aria di Milano le note di O mia bela Madunina: era solo una dozzina di giorni fa...
Proprio per questo rende ancora più insofferente lo scambio di elogi, di sottolineature di quanto fatto da questo o quel ministro impegnato nella vasta azione contro il Covid-19.
Così non ho apprezzato, e lo dico apertamente non nascondendomi dietro uno pseudonimo nella fitta schiera dei social, quei marcati ringraziamenti che ieri pomeriggio, durante la conferenza stampa, il Commissario per l'emergenza ha indirizzato ai ministri Di Maio e Speranza.
Caro dottor Arcuri, quei signori hanno semplicemente adempiuto al loro compito; vada sì riconoscenza ma non ringraziamento, altrimenti avrebbero più titolo a un grazie tutti quegli attori mai citati che contribuiscono alla funzionalità del paese. Primariamente un solenne e immenso ringraziamento a medici e infermieri (il governo si accorge oggi che ci stanno mancando), ma siamo anche grati, per esempio, agli autotrasportatori, anelli della nostra catena economica che, senza badare a orari e condizioni di tempo, garantiscono il quotidiano afflusso delle merci nei centri di distribuzione, ma non solo, anche delle  "materie prime" alle fabbriche perché le derrate alimentari vanno lavorate, imballate, e con esse altri beni che il procrastinare del #restateacasa sta rendendo parimenti di primaria importanza.
Non voglio tralasciare di ringraziare Guido Bertolaso che, mentre se ne stava in Africa per i fatti suoi, è stato chiamato a collaborare per organizzare le strutture della Regione Lombardia contro il Covid-19. Compenso? Non ha voluto nulla, mi correggo, 1 (un) euro. In compenso ora è in quarantena per avere contratto il virus.
Ecco, impariamo a distinguere la riconoscenza dal ringraziamento, come il conoscente dall'amico: un distinguo che solo momenti ardui come questi ci fanno scoprire.

Raccolte Coronavirus, quali le funzioni del Codacons?

La lotta contro il Covid-19 ha messo in moto decine di ammirevoli iniziative per la raccolta fondi, dall'acquisto mirato di attrezzature (UNUCI, Ass.Naz.Carabinieri, ecc...) a Ospedali, Regioni e Protezione civile.
Fra quelle che hanno avuto maggiore ridondanza è nota quella avviata fin dai primi giorni dalla coppia Fedez-Ferragni per contribuire all'allestimento di strutture mirate presso l'Ospedale San Raffaele di Milano e che, peraltro, ha trovato molti riscontri positivi.
Purtroppo, come si può leggere in questo articolo de Il Giornale,

https://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/coronavirus-scontro-aperto-fedez-e-codacons-vogliono-1846912.html

il Codacond ha voluto metterci il naso per verificare che raccolte di fondi da parte di privati siano realmente un mezzo per introiti non destinati alla lotta contro questa terribile pandemia.
Perché e a quale titolo?  Il noto cantautore Fedex si è ribellato e su facebook.com/244285569474691/posta/647629815806929/  ha denunciato l'intromissione di Codacons ritenendola inopportuna.
Qualche considerazione, seppur a titolo personale, va fatta:
  • le donazioni a enti pubblici come le Regioni coinvolte nella lotta all'epidemia sono molto importanti;confidando ovviamente, come dichiarò Attilio Fontana (mio post dell'11 marzo), che venga reso conto pubblicamente di ogni centesimo donato/speso;
  • altrettanto pregevoli gli acquisti di attrezzature specificamente destinate all'impiego.
A titolo personale mi domando cosa c'entri il Codacons nel chiedere soldi su un proprio conto; vada chiarito dalla stessa istituzione che, quale associazione autonoma, perché si muove autonomamente in questo momento.
Comunque sia auspico che TUTTO quanto liberamente donato sia speso per usi efficacemente utilizzato nella lotta contro questa peste del XXI secolo.



Italia: Presidenti nelle fiabe

C'era una volta un presidente della nostra Repubblica che, ad un pranzo , propose  agli ospiti: "Chi vuole metà mela?"
Luigi EINAUDI
Il presidente era Luigi Einaudi e gli ospiti Indro Montanelli e la giornalista britannica di Economist Barbara Ward.
Potrebbe iniziare così una fiaba da raccontare in queste settimane che ci vedono segregati in casa trascorrendo con figli e o nipoti qualche ora in più.
E a quella fiaba, visto che di monarchi ne abbiamo sempre meno, potremmo farne seguire un'altra con protagonista Enrico De Nicola, il nostro primo Presidente della Repubblica. Di lui non solo si narra, ma è realtà storica, che non volle mai dallo Stato alcuno stipendio da Capo dello Stato e pagò sempre di tasca propria perfino telefonate e francobolli.
I tempi, ahimè, sono cambiati e gli emolumenti al Quirinale hanno riempito le tasche a personaggi di seconda e terza fila, tuttavia non mancano lampi di realtà che ci fanno riguardare con altri occhi il Colle dove il suo Inquilino non manca di darci esempi di sobrietà.
Sergio MATTARELLA
Ieri, qualche attimo prima della registrazione del suo discorso agli Italiani  (...e anche a quei dignitari europei ormai ciechi di fronte alla gravità mondiale del Covid-17), fece notare ad un suo collaboratore: "Giovanni, non vado dal barbiere neanche io".
Poca cosa, si potrebbe obiettare, ma in una realtà di privilegi che interessa vassalli e valvassori, quella frase è stata colta con simpatia e affetto.
Non so se ne deriverà una fiaba, ma a questo Presidente io dico grazie per come, con l'autorevolezza della sua persona prima ancora del ruolo che ricopre, nel suo discorso ha ammonito l'Europa.

giovedì 26 marzo 2020

UE, solidarietà solo auspicata

E l'Europa del Nord, quella di Germania e Olanda spalleggiate da Austria e Finlandia, resta insensibile e respinge la proposta dei Coronabond; pur non citandolo resta fedele al principio del MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità.
Non si fidano delle economie del Sud Europa, sebbene fiancheggiate da Irlanda e Lussemburgo, e si prendono un paio di settimane per decidere. Frattanto la pandemia del Covid-19 continuerà a dilagare sconvolgendo i conti di Italia, Francia e Spagna.
L'Italia dovrà, a questo punto, rivedere i propri conti, valutare con maggiore realismo quello che è stato un demagogico strumento elettorale, cioè gli esborsi per il reddito di cittadinanza e contrapporre ai banchieri tedeschi l'oneroso fardello dei costi sostenuti per arginare e mantenere improduttivi flussi migratori.

domenica 22 marzo 2020

Covid-19, incentivi fiscali

Hai dato un contributo alla lotta contro il coronavirus?
Lodevole iniziativa; allora ricorda che alle erogazioni liberali in denaro e in natura effettuate nel 2020 a favore dello Stato, regioni, enti  locali territoriali, enti e istituzioni pubbliche, fondazioni e associazioni riconosciute "spetta una detrazione dall'imposta lorda ai fini dell'imposta sul reddito pari al 30% per un importo non superiore ai 30.000 euro."
Per i dettagli si veda il testo del d.l. 18 del 17.3.2020 (p. 1 dell'art. 66)  -  pagina 31 della Gazzetta ufficiale n° 70 del 17.3.2020

Debbo tuttavia rilevare che, malgrado la particolare contingenza in cui si chiede a tutti un aiuto, lo Stato non rinuncia ad introitare imposte da acquisti di questo settore (tute, mascherine, camici, cuffie, ecc.) applicando l'aliquota massima dell'iva. Un esempio: volete donate un  ventilatore polmonare (costo 8500-9500 euro)? Compratelo, ma sappiate che dovrete aggiungere il 22% di iva. 

Ragioniamo: se il ministero delle finanze applica il 4%  su un bene di prima necessità come il pane, perché grava del 22% un elemento altrettanto essenziale quale un apparecchiatura che può salvare una vita?
Per chi non lo sapesse l'iva sui tartufi è del 5%

venerdì 20 marzo 2020

Covid 19 - un'emergenza trascurata

Mentre il Consiglio dei Ministri si accinge a prorogare oltre il 3 aprile tutti i provvedimenti restrittivi in vigore ecco che, leggendo la Gazzetta ufficiale n° 26 del 1° febbraio, scopriamo che il Governo era pienamente consapevole del rischio coronavirus.
Infatti, a pag 7 di tale testo risulta che il Consiglio dei Ministri, con delibera della riunione del 31 gennaio 2020, aveva "dichiarato per 6 mesi lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili."
Perché, allora, si sono attesi 40 giorni per prendere tutti quei provvedimenti a carattere nazionale che stiamo vivendo?
Le prime limitazioni, quelle nel Lodigiano e a Vò Euganeo, sono iniziate solo il 20 febbraio, e nel resto del Paese? 
Un forte ritardo che potrebbe costarci caro. 
Il presidente Conte e il suo governo non dovrebbero darcene spiegazione?  

mercoledì 18 marzo 2020

Politici, quando si parla a vanvera.

La tragedia derivata dal Covid-19 sta rivelando limiti nell'ambito giornalistico come in quello politico.
Dopo talune discutibili dichiarazioni di giornalisti che si improvvisano tuttologi enunciando sentenze o dettatisenza spiegare come attuarli (il giornalista deve porre domande e fare cronaca, esprimere pareri solo se ne è assolutamente a conoscenza, non per sensazione personale), ecco in scena un membro del governo che, dimentico dei biasimi del presidente Conte verso chi aveva anticipato la bozza del suo primo decreto (8 marzo), fa supposizioni su prossimi provvedimenti aggiungendo perplessità e inquietudine a quanta ne abbiamo già.
Si tratta della signora Paola De Micheli, ministro dei trasporti, che stamane, nel corso di Agorà (Rai3), rispondendo alla domanda se il governo intende estendere i provvedimenti oltre il 3 aprile, avrebbe  detto: "Sono valutazioni che faremo nei prossimo giorni, ma non lo escludo". (fonte IlSole24Ore).
Oggi, 18 marzo, lei non esclude un provvedimento che riguarderebbe il dopo 3 aprile? 
Ipotizza che forse deciderete un qualcosa che interesserebbe l'intero Paese? Quale sarà non lo sa, però non lo esclude.
Ma, gentile Ministra, per la carica che ricopre, si è resa conto delle possibili conseguenze di cosa ha detto?  O si è chiari ed espliciti, oppure si tace.
Per fare dimettere madame Lagarde dobbiamo impegnare 27 paesi, con lei ne basta uno solo.

* "tutti i lavori si possono fare da casa" - ma quando mai?
"le aziende dovrebbero riconvertirsi subito nel produrre mascherine" - hanno le attrezzature pronte nel cassetto?
"la mascherina da forno serve per fare le crostate..." - meglio di niente e senza spendere enormità

martedì 17 marzo 2020

L'Italia ringrazia

<<Ringraziamo taluni "signori" europei per averci abbandonati nel momento del bisogno, grazie per averci negato di poter acquistare delle semplici mascherine e presidi medici atti a combattere la diffusione del virus.
Li avremmo pagati, sapete??!!! 
Siamo italiani, quelli sporchi, chiassosi, indisciplinati, buffi, folcloristici, poveri e, talvolta, taluni manigoldi, ...ma siamo anche quelli che hanno scavato nelle vostre miniere, vi hanno costruito le strade, le scuole, vi hanno insegnato l'alfabeto che usate, spiegate le leggi, il diritto, l'organizzazione dello Stato e la creazione di quello di diritto.
Siamo noi, gli italiani, gli autori delle opere che riempiono i vostri musei, i testi che studiate, le invenzioni che usate, quelli che con enormi spese e sacrifici si trovano a dover conservare e gestire ben oltre il 70% del patrimonio culturale e artistico mondiale chiedendovi una cifra irrisoria per il biglietto dei musei e talvolta neppure quella.
Siamo noi, gli italiani, siamo quelli che vi hanno offerto l'arte e la cultura  su cui si basa la nostra e la vostra civiltà, la massima espressione di bellezza, armonia, equilibrio che l'essere umano abbia mai raggiunto.
Siamo noi, gli italiani che prima vi abbiamo offerto la civiltà che poi voi avete abbattuto trascinando il mondo nel medioevo, e poi, una volta risollevati e rinati, abbiamo nuovamente offerto al mondo la civiltà, l'arte, la geografia, l'economia, l'istruzione.
Siamo noi, gli italiani, quelli che hanno creato il parmigiano, la mozzarella, il salame, i ravioli, i tortellini, le lasagne, il gelato, la pizza, etc etc; quelli che hanno portato in Francia le vigne e che vi hanno insegnato a fare il vino, la grappa, i distillati, quelli che ogni anno combattono contro i vostri tentativi di scimmiottare i nostri prodotti e copiarne il nome, ma anche lo stile e la moda.
Quale sarebbe stata la stirpe dei Trump senza Giovanni da  Verrazzano? Un grazie particolare anche a lei, Signor Johnson, per averci isolati invece di aiutarci. 
Le ricordo che la fortuna della sua nazione si basa su una bandiera che vi abbiamo concesso di issare sulle vostre navi per non essere attaccati dai pirati, la Croce di S. Giorgio concessa dalla Repubblica di Genova; senza quella sareste stati spazzati via dai saraceni. Vi abbiamo insegnato la navigazione e l'avete imparata bene!
A tutti voi, quando telefonate pensate a Meucci, quando guardate la tv o ascoltate la radio, pensate a Marconi, quando usate l'energia elettrica pensate che non avreste potuto farlo se non ci fosse stato Alessandro Volta.
Noi italiani abbiamo inventato le banche, le università, la prospettiva, l'architettura, l'ingegneria, il motore a combustione interna, il pianoforte, oltre alle altre innumerevoli cose come il calendario.
Erano italiani: Giotto, Colombo, Caboto, Marco Polo, Leonardo, Michelangelo, Bernini, Tiziano, Raffaello, Brunelleschi, Galilei, Cesare, Ottaviano, Vespasiano, Aurelio, Dante e poi potrei continuare per ore...
Carissimi miei, nel sentire il nome ITALIA dovreste scattare in piedi, abbassare riconoscenti la testa ed essere coscienti che l'origine della società occidentale è qui; se vi chiediamo aiuto dovreste correre, perché se trascinate di nuovo il  mondo nel medioevo non so se ce la faremo a fare rinascere nuovamente la civiltà. Se invece non vi interessa, allora compiacetevi di quello che avete, restate ad ammirare qualche tonnellata di ferro imbullonato e quando visitate i nostri musei, per cortesia, saltate le opere degli italiani..., finirete la vostra visita molto velocemente, potrete così andare a visitare subito una bella fabbrica di auto, diesel magari, di quelle che non inquinano solo ai controlli..., andate a visitare quelli che per voi sono castelli e per noi banali ville di cui ne siamo pieni, oppure andate nella capitale dell'azzardo che scimmiotta Venezia, Firenze, Roma, andate pure! Evitate di venire a visitare il paese più bello del mondo visto che l'avete pugnalato alle spalle. Accoglieremo invece a braccia aperte chi, nel momento del bisogno, ci ha aiutati, apriremo le nostre città, uniche al mondo, a loro; potranno visitare Venezia, Roma, Firenze, Genova, Napoli, Bologna, Pisa, Lucca, Assisi, Siena, Torino, Palermo, Agrigento, Taormina, Milano, Cremona, Mantova, Ferrara, la Toscana, il Monferrato, le Dolomiti, le Alpi, la Puglia, la Sardegna...etc.
Avete distrutto la povera Grecia con la vostra finanza, ci avete provato con l'Italia, ma non ci siete riusciti; ora, forse, avete scorto l'occasione per assestare il colpo finale, ma nella cecità del vostro egoismo non avete calcolato che il virus non ha frontiere, sta colpendo tutti, anche voi!
Se ci aveste aiutato ieri nel tentativo di arginare l'epidemia, oggi forse non dovreste piangere i vostri morti e domani...
Il vostro egoismo ha dato la misura di quanto poco siete! Grazie.>>

(dalla rete, adattamento)

sabato 14 marzo 2020

Covid 19 - ora fanno come noi


Dopo averci derisi e oltraggiati,i francesi fanno come noi: chiudono.
Ma, secondo il loro governo noi avevamo adottato misure inadeguate, o forse no?
E anche l'Austria, il Lussemburgo e la Repubblica Ceca, pur tenendo aperte le frontiere, chiudono scuole, musei, circoli culturali, bar e negozi; la vita sociale subirà marcate limitazioni.
Solo che noi abbiamo la primogenitura, iniziato i sacrifici  il 20 febbraio mettendo in quarantena i territori di Codogno e Vò, una settimana fa fermando la Lombardia e 14 province, da tre giorni è chiusa tutta l'Italia e riceviamo pure i complimenti di Trump.
In Spagna è emergenza totale, Danimarca, Germania, Israele, Cipro, Kosovo e Polonia chiudono le frontiere.  Quando lo sollecitava qualche nostro politico era tacciato di isolazionismo.
Da lunedì 16 il Portogallo chiuderà scuole e locali pubblici; centri commerciali, bar e ristoranti subiranno forti limitazioni. 
E la Gran Bretagna, sebbene colpita duramente, temporeggia e opta per l'immunità di gregge, ovverosia vaccinare quante più persone possibile così da limitare il danno.
Sì, vaccinare, ma con cosa?
Intanto l'Italia, che applaude i suoi medici e infermieri impegnati in un'impari lotta, trova solidarietà in tutto il mondo e si tingono del Tricolore perfino la cascata del Niagara e numerose città lontanissime da noi. 
All'Italia non puoi non volere bene. 


venerdì 13 marzo 2020

Covid 19 e si scoprirono le fabbriche

Dopo aver sentito celebrare lo smart working come il totem dell'attività lavorativa, ovviamente sostenuto da parolai della grande informazione che non hanno mai varcato la soglia di una fabbrica, ecco che un paio di giorni fa un collegamento de La7 con un'azienda del Nord Milano ha portato alla ribalta il lavoro manuale, il lavoro di operai e tecnici preoccupati per gli eventuali possibili contagi da coronavirus.
Questo ha fatto aprire un dibattito sui rischi, ma anche, indirettamente, sulla ineludibilità del lavoro manuale, della presenza fisica sul luogo di lavoro: la fabbrica, elemento capofila della nostra Economia.
In un post del 10 marzo ho scritto che se è ammesso uscire di casa per fare la spesa per approvvigionarci degli alimentari, non possiamo ignorare che tutti questi sono in una filiera industriale, dalla raccolta alla lavorazione, al confezionamento e alla mobilità per portarceli fino alla porta di casa.
E a proposito delle consegne a domicilio, anch'esse esaltate in qualcke talk show coma LA soluzione per non uscire di casa, nessuno si era preoccupato di informarsi sui tempi di consegna: almeno una settimana!
Trovo corretto integrare questa riflessione citando il comunicato di Confindustria lombarda del giorno 11 marzo dove  viene proposto un codice di autoregolamentazione che prevede "procedure misure anticontagio sul luogo di lavoro e in tutte le attività connesse". 

Madame LAGARDE, qui prodest?

"Non siamo qui per chiudere gli spread", è il senso della frase pronunciata ieri verso le 15 dalla signora Christine Lagarde, presidente della BCE dal 1° novembre 2019. Va detto che il mondo degli economisti non vide molto positivamente quell'incoronazione: un'avvocatessa a cui gli anni di direzione del Fondo Monetario Internazionale non hanno dato la patente di esperta di Economia, pare che questo passo falso lo confermi.
Poteva sembrare una semplice opinione, ma quella frase espressa dalla massima esponente dell'istituzione deputata a gestire l'euro controllando la stabilità dei prezzi e l'economia europea, ha avuto la conseguenza di fare precipitare tutte le Borse europee.
Immediata reazione negativa a cui, in serata, la signora parigina ha cercato di porre rimedio; qualcuno ha commentato: "Ha voluto rimettere la m...a nel c...o del cavallo", ma ormai il danno era fatto. Danno?
Non so se per tutti perché stamane c'è stato un repentino recupero che, pur non riequilibrando i livelli, ha permesso un forte guadagno a chi ieri aveva speculato.
Possiamo allora ritenere che quella frase della governatrice fosse stata ..."appropriata"? Qui prodest ?
Qualcuno sussurra che le sia stata suggerita da una sua collega tedesca.
Pur scartando malevoli dietrologie resta il fatto che è stata lei, la madame Lagarde, a pronunciarla, lei che aveva avuto modo di seguire a lungo il proficuo operato di Mario Draghi per imparare ad agire con la dovuta accortezza e non commettere questo errore, un grave errore.
Dunque, traduciamolo nel dovuto pragmatismo: eletta il 1° novembre non ha ancora concluso i sei mesi di prova che qualsiasi azienda internazionale pone ai suoi dipendenti. Fate voi.

giovedì 12 marzo 2020

Covid 19: France, s'il te plaît, reste tranquille

Come cittadino italiano posso, secondo la mia esperienza, ritenere che qualche punto dei provvedimenti del nostro governo in questo drammatico frangente possa essere inappropriato, ma non tollero che chiunque oltre confine giudichi male quello che si sta facendo in Italia, soprattutto quando, come la Francia, ci si muove in ritardo rispetto a noi e le misure da loro adottate non sono così rigorose come quelle dell'Italia. Oggi lo stesso Macron ha annunciato che da lunedì (noi dal 5 marzo) resteranno chiuse tutte le scuole, dagli asili alle università. 
Quando la portavoce del governo francese, signora Sibeth Ndiaye, dichiara: 
"L'Italie a pris des mesures qui n'ont pas permis d'enrayer l'épidémie"*;
vale a dire che il nostro paese non ha adottato le misure appropriate per fermare l'epidemia, lo reputo intollerabile.
Anche solo per rispetto verso tutto il personale medico e paramedico che non si risparmia in questa lotta. Oltretutto la stessa presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha apprezzato quanto stia facendo l'Italia, per cui sarebbe opportuno che madame Ndiaye si fosse documentata prima di uscire con affermazioni così azzardate e offensive.
Il minimo sarebbe risponderle: "Bene, allora provveda lei, visto che si sente tanto maestrina". Tuttavia, dato che è la portavoce del suo governo, doveva essere il nostro (leggi il ministro degli esteri) a replicare in modo esplicito. 
Non è la prima volta che i francesi si permettono di darci ceffoni, e sebbene abbiamo in casa la Santa Sede, non porgo l'altra guancia. Pertanto è assolutamente necessaria una nostra risolutiva presa di posizione perché, caro signor Di Maio, un vecchio saggio ricorda: "Fatti pecora che il lupo ti mangia" e gli italiani diversi da lei non lo gradiscono.

Intanto il nostro Presidente Mattarella ha risposto con un monito alla presidente della Banca Centrale Europea madame Christine Lagarde per la gaffe che ha causato immediate gravi conseguenze sui mercati economici: "Non siamo qui per chiudere gli spread; ci sono altri strumenti e altri attori per gestire quelle questioni". 
Meno male che doveva proseguire sulla linea di Mario Draghi...

* da actu.orange.fr


mercoledì 11 marzo 2020

Covid 19 sosteniamo la sanità lombarda



RACCOLTA FONDI
Da lunedì 9 marzo la Regione Lombardia, per sostenere strutture sanitarie, infermieri e tutto il personale degli ospedali, ha istituito un conto corrente che fa capo al codice IBAN numero  IT76P0306909790100000300089
Causale: "Regione Lombardia - sostegno emergenza coronavirus"
"Il denaro raccolto sarà destinato d acquisti straordinari di materiale da consumo quali mascherine, tute protettive, disinfettanti e strutture protettive necessari alle strutture sanitarie, medici e infermieri e al personale per curare al meglio i malari e limitare le occasioni di contagio".
Il presidente Attilio Fontana, nel ringraziare tutti coloro che hanno risposto e stanno contribuendo all'iniziativa, ha dichiarato che "tutte le donazioni saranno rendicontate fino all'ultimo centesimo"
Sono convinto che quel denaro sarà ben speso; auspico che quei beni così utili, se non preziosi, non finiscano invece in qualche "corridoio" parentale   "...tanto ne abbiamo un mucchio in magazzino".
Quei vili, che purtroppo non mancano mai in queste circostanze, sappiano che ogni centesimo inviato esce dal portafoglio di gente generosa che se ne priva per la salute di Tutti.

martedì 10 marzo 2020

Fermare industrie e mezzi pubblici? Valutiamo bene.

"Fermiamo tutte le attività non indispensabili, anche i mezzi pubblici", è l'ipotesi lanciata dalla Presidenza della Regione Lombardia.
C'è da domandarsene la ragione perché se fermiamo i mezzi pubblici dovremmo dare il via libera agli autoveicoli privati. Non c'è alternativa, con buona pace degli ambientalisti.
Visto che le scuole sono chiuse e meno persone vanno a lavorare, concordo nel ridurre le frequenze dei mezzi pubblici dopo le ore di punta, vale a dire dopo le 8 - 8,30, ma non azzerare il servizio se no si aggiungerebbero problemi ai disagi che si affrontano quotidianamente.
Considero l'idea un poco lontana dalla realtà economica produttiva del territorio dove centinaia di fabbriche si confrontano ogni giorno con impegni nazionali ed internazionali, termini di consegna ed osservanza di linee di credito.
Attenzione, poi, che le fabbriche sono anche quelle che ci fanno arrivare ogni giorno i beni alimentari.
Mi domando come scaturiscano certi progetti, rasentano l'irresponsabilità, ma ancor peggio sembrano spalleggiati da taluni media che, dopo averci tormentato con il clamore da  bollettini di guerra ora invece si atteggiano a "saggi moderatori".
Essere un politico o un giornalista (e mi includo) non assegna la laurea in Tuttologia; occorre dare priorità a chi davvero se ne intende, dalla Scienza al mondo imprenditoriale.
Abbiamo infatti giornalisti che su una rete nazionale televisiva affermano che "ormai tutto il lavoro si può fare da casa, in smart working": assurdo quanto non vero perché ci sono tanti lavori  irrealizzabili dal proprio domicilio.
Un'altra (della stessa emittente  tv ), in collegamento da Napoli parla con il direttore di un noto bar a proposito della distanza che deve essere osservata dai clienti, ma nel frattempo lei e l'intervistato sono distanti 30-40 centimetri.
No comment.
Certo che di incoscienti ne abbiamo piene le vie, ma il Paese reale è ampiamente responsabile e non deve pagare per chi non lo è.
Non devono pagarlo la società civile - nel senso più letterale del termine - e il mondo imprenditoriale; ci sono titolari d'azienda che cominciano ad avere i sudori freddi: non si ammaleranno di  Covid 19, ma certo di  crepacuore.

sabato 7 marzo 2020

Smart working, utile rimedio, ma non per tutto

Stamane, seguendo una nota trasmissione de La7, la conduttrice, che peraltro stimo, è uscita con un'affermazione che mi ha sconcertato: "Adesso tutti i lavori si possono fare da casa".
Cominciamo col dire che proprio il suo non lo è..., e poi mi domando come possa conciliarsi in smart working l'assemblaggio di un macchinario, il lavoro in un'officina, in un mobilificio, in una sartoria, l'imballaggio di qualsiasi prodotto, la sua movimentazione e il suo carico e scarico sugli automezzi. E la manutenzione delle strade, degli edifici? Per non parlare poi delle molte attività contabili e di servizio.
Tutto digitando una tastiera di pc?
E io che credevo che l'affermazione del ministro Di Maio (9 agosto 2018) secondo cui le merci viaggiano prevalentemente su file che non in autostrada fosse una boutade... (era ospite de La7)
D'altronde vorrei ancora incontrarne uno, fra gli ospiti dei vali salotti televisivi, che abbia quotidianità con uno di detti impieghi. 

Coronavirus, sobrietà nelle dichiarazioni, prego

Ecco cosa si legge oggi su Il Sole 24 ore (brano da un articolo di Enrico Marro): 

E di sicuro sentire il premier italiano dichiarare che un ospedale non avrebbe seguito i protocolli di controllo (tradotto per chi legge da oltreconfine: che il contagio è stato alimentato anche da negligenze italiane) non contribuisce a tranquillizzare gli altri Paesi .

E una mano l'hanno anche data media nazionali che per una decina di giorni hanno aperto con titoli da bollettino di guerra e talk show dove affermazioni di vari ospiti erano una gara nel generare confusione nei telespettatori...
Certo siamo legittimati a protestare con la CNN per la loro carta geografica, però se evitassimo qualche ..."suggerimento"
Nei "grandi palazzi", con uscieri in divisa, i pingui emolumenti mensili non verranno meno, ma molte piccole imprese e attività famigliari cominciano a contarsi i soldi in tasca.
Mi domando perché a decidere della nostra condotta di vita debba essere gente, politici e relativi consulenti, che non vivono la realtà dell'imprenditoria privata, sia essa industriale, commerciale o dei servizi.
Stamane ho sentito una nota conduttrice televisiva de La7, che ho peraltro sempre stimato, affermare: oggi tutti i lavori si possono fare da casa, col telelavoro. Mi sono cascate le braccia! Forse assemblare un macchinario, imballare delle merci, caricare e scaricare un camion lo facciamo digitando una tastiera?

7 marzo - ore 23
La bozza del decreto che sta per diramare il Presidente del Consiglio interessa un territorio che è il fulcro dell'Economia nazionale, non un'area, seppur significativa, del Lodigiano come ora in atto, e quindi non può essere considerato un test attendibile per bloccare l'attività di circa 12 milioni di residenti: intera Lombardia più 14 province, inclusa quella di Venezia.
Aspettiamo con fiducia che il testo definitivo tenga conto di una realtà sociale ed economica di portata europea, e sia accompagnato dalle necessarie istruzioni per l'uso, tipo entrata e uscita delle merci (alcune sono certamente già in viaggio o pronte per la consegna).
Non credo sia superfluo ricordare che qui la maggior parte delle persone vive grazie al lavoro nelle aziende private, non nella pubblica amministrazione con relative tutele del posto.
E se le cose andranno economicamente male qualcuno spiegherà agli imprenditori che cadranno in ginocchio come rialzarsi?  Magari saranno protetti dal Covid19, ma si ritroveranno qualche inaspettata palpitazione cardiaca di non poco conto

venerdì 6 marzo 2020

"Mancano medici e infermieri", da non credere

Davvero da non credere, sembra una novità.
Il 28 marzo dello scorso anno intitolavo un mio post Emigra la Medicina italiana ma assumiamo navigator; già che siete qui, e vi ringrazio, potete rileggerlo.
Qualche mese più tardi, il 16 settembre, Il Sole 24 ore titolava Italia senza medici, ma ogni anno 1500 fuggono all'estero.
Infatti ne mancavano 8.000 e altri 16.500 fino al 2025.
I nostri politici, a cui la Costituzione deputa l'amministrazione del Paese, non lo capirono e ora, pressati dai danni del Coronavirus richiamano sanitari in pensione e anticipano frettolosamente un concorso: emergenza nell'emergenza che non abbisogna di alcuna spiegazione, perché si spiega da sé.
Nel Consiglio dei ministri di stasera è stato deciso lo stanziamento di un miliardo e mezzo per l'assunzione di migliaia di sanitari  tra medici e infermieri per fronteggiare l'emergenza.
Intanto onore a tutto il personale sanitario che, spesso operando ai limiti del rischio, si adoperano con ammirevole professionalità, malgrado abbiano alle spalle chi investe poco nella ricerca.

mercoledì 4 marzo 2020

Quella vergognosa pizza francese

Canal + presentò le proprie scuse "ai nostri amici italiani per la trasmissione di una breve sequenza di pessimo gusto, soprattutto nel momento attuale, ecc..."
Egregi signori francesi, dato che siete una televisione dovreste essere esperti di comunicazione, dovevate controllare quel filmato prima di metterlo in onda, per cui vi rinfaccio due particolari che rendono difficilmente scusabile la vostra posizione:

  • quel "breve sequenza" minimizza un fatto grave, anche una pugnalata è breve, ma uccide
  • "soprattutto nel momento attuale": quello spot era offensivo comunque, in qualsiasi momento

Perché non l'assaggiate voi quella pizza Corona condita di salsa-satira che credete di avere proposto; è una vergogna che contraddistingue solo dei maleducati, della gente che offende convinta di passare impunita. 
Il popolo italiano non usa linguaggi politicamente corretti per rispondere a degli scorretti; afferma invece che quella pretesa satira è una esplicita offesa.
Perché di offesa si tratta e non basta l'insipiente dichiarazione di Di Maio "dubbio gusto, irrispettoso"; da un Ministro degli esteri, peraltro campano, mi aspettavo una protesta più marcata, più incisiva, un j'accuse senza spazi a giustificazioni. Sta bene invitare l'Ambasciatore di Francia a mangiare, direi meglio "gustare", una nostra pizza; invece a qualche altro l'invito a mangiare un piatto colmo di escargot, ma compreso il guscio.
E, pur apprezzando quei francesi che "si dissociano" o "prendono le distanze" sussurro loro che sembra più un voltare lo sguardo dall'altra parte mentre ci aspettiamo che condannino esplicitamente, senza se e senza ma.
Lo spot di Canal + , indipendentemente dal travagliato momento che stiamo vivendo per colpa del virus Covit 19, offende non solo un prodotto italiano d'eccellenza, ma tutto il comportamento degli Italiani che, in fatto di igiene, non hanno proprio nulla da imparare.

lunedì 2 marzo 2020

Coronavirus: che i politici ne azzeccassero una giusta

Il primo pensiero va ad Alessandro Mattinzoli, assessore allo sviluppo economico della Regione Lombardia che è stato contagiato dal virus Covid 19: fortissimi auguri che guarisca e presto.
Il titolo va invece a tutti quegli esponenti politici, tra l'altro anche colleghi del buon Mattinzoli, che ieri hanno raccomandato agli oltre sessantacinquenni di restare in casa; obbedienti eccoli a casa a riempire cruciverba o guardare la tv.
La prima obiezione è che si deve lavorare fino a 67 anni, se no addio pensione; e, con un certo realismo, non sono poi tanti i lavori che si possono svolgere da casa...
Purtroppo tra gli ultimi contagiati c'è anche lui, l'Assessore che, essendo nato il 30 agosto 1959, non ha ancora 61 anni.
Che sia un caso più unico che raro è assolutamente augurabile, ma le zoppicate in cui sta inciampando il mondo politico sono più d'una. L'ultima è di sabato: "il fermi tutti, che nessuno si muova, le strutture restino chiuse per un'altra settimana". 
Motivazione? L'ulteriore settimana permette di completare la quarantena che è appunto di due settimane.
Ma non potevano dircelo prima così ci si organizzava appropriatamente evitando disagi, problemi e magari qualche danno economico?
No, loro il pingue emolumento mensile lo riceveranno ugualmente mediante asettici, poco importa se meritati o no, bonifici.
Io che vengo da oltre 45 (quarantacinque) anni di collaborazione privata  so, per inconfutabile esperienza, che chi non è adatto ad un compito viene messo alla porta.
Perché mai dovremmo aspettare nuove elezioni per esprimere a questi soggetti tutto il nostro disappunto, la nostra bocciatura?
Abbiano la dignità di autoisoilarsi, si mettano in definitiva quarantena.
Siamo qualunquisti? Certo, riconosciamo subito  degli incapaci ...qualunque. 
Comunque i media nazionali se ne guardano bene da stigmatizzarlo, e chi tace non mi piace.