martedì 26 giugno 2018

M. Macron, lisez l’histoire, s’il vous plaît

La penosa, drammatica situazione delle migliaia di migranti che ogni giorno tentano di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l'Europa ha sempre visto l'Italia prodigarsi senza riserve per portare loro aiuto, soccorrerli, rifocillarli, ospitarli. 
Purtroppo, nel momento in cui si esprimono a chiare lettere intenti rivolti alla tutela del nostro territorio frenando questi sbarchi e chiedendo ad altri una esplicita, concreta collaborazione, ecco che da più parti, prima di tutte dalla Francia, siamo apostrofati in modo inaccettabile.  Da qualunque collocazione politica si osservi non possiamo, da Italiani, tollerare che il nostro Paese e chi lo rappresenta, sia attaccato e offeso (trovando purtroppo spalla in qualche politico di casa); dopo, tra noi e a porte chiuse, tiriamoci pure quaderni e calamai, ma verso l’esterno, verso chi ci offende dobbiamo fare tutti fronte comune.
Io non sono un esponente politico per cui, da semplice giornalista, uso quell’arma che mi è più congeniale, la penna o la tastiera del computer per ricordare al Presidente della Repubblica Francese che, prima di accusare l’Italia di “cinismo e irresponsabilità” e quant'altro quando abbiamo voluto una più rigorosa e attenta disciplina degli sbarchi sulle nostre coste, riandasse a leggere pagine della Storia di Francia in tema di rapporti con la gente d’Africa. Gli verrebbe ricordata la nazionalità dei soldati che Parigi mandava a combattere sotto la propria bandiera, oppure per come dei francesi aggredirono a sangue lavoratori italiani…

22 agosto 1914, una data che France 24 ha ricordato come "le jour le plus meurtrier de l'histoire de France", Le Monde è più esplicito: "Le massacre du 22 aout 1914". Eravamo alle prime settimane dall'inizio della Grande Guerra e in Belgio, tra Neufchateau e Rossignol, si svolse la Bataille  des frontières. La Francia mandò all’attacco gli algerini della 3a divisione fanteria coloniale, comunemente chiamati marsouins, comandati dal generale Raffenel. Correndo per decine, centinaia di metri con la baionetta innestata trovarono la morte 27.000 uomini ...in un solo giorno; combattevano sotto la bandiera di Francia in una terra alquanto lontana dalla loro. Monsieur Macron, io sono andato a rendere omaggio a quei caduti francesi, e Lei?
Maggio 1944 - Combattevano come truppe francesi anche i goumier marocchini nella Campagna d’Italia del 1944; dove guardavano i generali francesi mentre i loro soldati si macchiavano di efferate violenze sulla nostra inerme popolazione civile nel Basso Lazio?
Agosto 1893 - Mi associo alla retorica definizione “l’amico popolo transalpino”, ma quanto amico ci fu nell’estate del 1893 quando centinaia di francesi si avventarono sui lavoratori italiani impegnati nelle saline di Aigues-Mortes, nella Camargue? In quel linciaggio perirono una ventina di nostri connazionali e almeno 150 furono feriti. Monsieur Macron, étudions l'histoire, svp ...e saremo davvero amici, perché la Storia può insegnarci il presente, merci         Gianmaria Italia


Uno dei cimiteri di guerra a Rossignol (copyright gianmaria italia)


domenica 24 giugno 2018

PENSIONI, Di Maio si contraddice un'altra volta

Cominciamo con ricordare che il contratto sottoscritto con la Lega a metà maggio prevedeva il limitare a 5.000 (cinquemila) euro netti mensili le pensioni (e riportato ieri dall'agenzia ADNKronos).
Un paio di giorni fa, da ministro, ha dichiarato che avrebbe limitato a 4-5.000 euro l'assegno, senza però precisare se tale limite sarebbe stato lordo o netto, cosa di non poco conto.
Mi sta bene che i soldi risparmiati possano alzare le pensioni minime, ma i contratti, caro Ministro, vanno rispettati, soprattutto se sottoscritti alla vigilia delle elezioni e fanno dunque parte di quel manifesto di impegni nei confronti dei cittadini elettori.
Il Signor Di Maio non è comunque nuovo a proclami su questo argomento; come si può leggere nel mio post del 16 dicembre 2017 egli aveva dichiarato che il limite sarebbe stato di 2.300 euro, vale a dire meno della metà di quanto firmato nel contratto con la Lega.
Oggi le pensioni, e domani?
Vorremmo capire, Signor Ministro, a quale Sua dichiarazione temporale ci dovremo attenere? E poi mi permetta una raccomandazione: quando afferma che toglierà i privilegi si accerti che sono realmente privilegi perché, talvolta, c'è chi ha lavorato e pagato contributi per oltre 40 anni ed è un ...privilegio che sia riuscito ad arrivare alla pensione e godersela.

domenica 17 giugno 2018

Milano contro il diesel, quando la demagogia prevale sul buon senso

Quando la demagogia penetra nella politica anche persone avvezze alla concretezza della managerialità rischiano di risentirne ascoltando le loro affermazioni .
E' il caso di Giuseppe Sala, laureatosi alla Bocconi poi apprezzato manager in Pirelli ecc.; da sindaco di Milano ha recentemente annunciato che, a partire dal 2019, la città chiuderà le porte agli autoveicoli alimentati a  gasolio nelle categorie dall'euro O fino alla 3. Si prospetta pari provvedimento in tempi successivi anche per euro 4, 5 e, infine, addirittura per euro 6.
Viene da chiedersi a cosa sono serviti i filtri antiparticolato e l'AdBlue.
Se già è alquanto discutibile chiudere agli euro 4 paiono introvabili le giustificazioni lo stop agli euro5, credo sia è totalmente errato colpire le auto con motore euro 6 che rappresentano un ammirevole traguardo nell'adozione di provvedimenti tecnologici avanzati contro emissioni inquinanti; è lecito domandarsi se i consiglieri del Sindaco queste cose le sanno?
Oltretutto il sindaco Sala, così come suoi colleghi, non ha precisato come articolerà la chiusura; ci sono voci secondo cui l'assessore Granelli vorrebbe chiudere la città anche il sabato dimenticando che la "fragile" Area C almeno ci risparmia il fine settimana e le ore serali.
Ma cosa ci sarà di sicuro? Queste approssimazioni creano preoccupazione se non sconcerto, poco tollerabile dall'amministrazione pubblica che sembra orientata più a divieti che a proporre valide soluzioni alternative.
Alla Giunta milanese suggerisco di informarsi prima sulle costanti correnti d'aria che interessano Milano: sono da NW e riversano sulla metropoli tutti gli inquinanti provenienti dalle autostrade da/per Torino, Varese, Como e Bergamo-Brescia, vale a dire quella "sporca dozzina" (come ebbi a definirla trent'anni fa sulla Voce dei Vigili Urbani) che dal casello della MI-TO, percorrendo tutto il versante settentrionale di Milano, va verso lo svincolo di Milano viale Zara.
Sono decine di migliaia gli autoveicoli di ogni tipo e cilindrata che, inarrestabili, scaricano inquinanti nell'aria e ne fanno le spese il capoluogo lombardo e quei milanesi possessori di auto a gasolio che l'amministrazione comunale intente - ingiustamente - penalizzare.
Il mio auspicio, oltre che un significativo ridimensionamento dell'annunciato, sia l'escludere dal divieto almeno per i prossimi 8 anni le automobili euro 5 e almeno fino al 2030 quelle euro 6; tra l'altro l'inquinamento da Pm10 è interessato solo per il 13-14% dalle esalazioni prodotte dai motori diesel.
Sarebbe un rispetto sia al valore tecnologico raggiunto dalle industrie nel campo anti inquinamento che alle centinaia di migliaia di proprietari di auto diesel che hanno investito i loro risparmi in questo acquisto ...non certo di facciata ma di utilità.
Chi, come Beppe Sala, è cresciuto confrontadosi con la concretezza, non può restarne insensibile.