giovedì 21 marzo 2013

Addio MENNEA

 
ADDIO GRANDE CAMPIONE ...OVUNQUE
Stamane, in una clinica di Roma, è morto PIETRO MENNEA, il nostro più grande velocista a cui lo scorso anno, in occasione delle Olimpiadi, il comune di Londra aveva dedicato una delle 361 fermate della sua metropolitana, quella di Kensington High.
Uno straordinario omaggio ad un nostro atleta ...mentre era ancora in vita.

Non vuole essere un annuncio, ma una riflessione che lascio a Voi
Gianmaria Italia

lunedì 18 marzo 2013

Il CONI interrompe un privilegio

"BASTA CON TESSERE OMAGGIO AI POLITICI"
Dal neoeletto presidente Giovanni Malagò  un significativo provvedimento:
"al fine di evitare strumentalizzazioni su favori e privilegi riservati ai parlamentari della Repubblica il CONI ha deciso di non rilasciare più la tessera riservata ad onorevoli e senatori per l'accesso alle manifestazioni sportive che si svolgono sul territorio nazionale". Uniche eccezioni: la canoista Josefa Idem (senatrice) e gli schermitori Valentina Vezzali e Marco Marin (deputati) che mantengono, in quanto campioni olimpici, il diritto ad entrare sempre in tutti gli impianti. 

Volevamo una riprova?
Derby Roma - Lazio dell'8 aprile: la tribuna vip è deserta.
No comment. 

giovedì 7 marzo 2013

13 marzo 2013    
UN FIGLIO DI EMIGRATI ITALIANI DIVENTA PAPA
 E' JORGE MARIO BERGOGLIO, ARCIVESCOVO DI 
BUENOS AIRES
Il papà Mario, piemontese, era un funzionario delle ferrovie mentre la mamma,  Regina Sivori, una casalinga di sangue genovese e piemontese.
Si dice sia un oppositore del lusso e degli sprechi, abbiamo qualche conferma:  durante la permanenza a Roma ha preferito viaggiare sui mezzi pubblici, vivere in un modesto appartamentino e appena eleto papa ha voluto tornarci per ha  pagare la camera. 
Ha scelto come nome FRANCESCO


editoriale


Mentre il numero dei nostri Emigranti aumenta il d.l. sull'IMU si rivela 
Un provvedimento sconcertante a carico dei nostri Emigranti
L'IMU COME "SECONDA CASA"
(e Flavio Tosi, sindaco di Verona, ringrazia per aver elogiato la sensibilità del suo Comune) 
Uno degli elementi che concretamente lega i nostri Emigranti alla terra, al paese d’origine, è la casa. Un immobile magari già appartenuto ai genitori o fatto costruire a prezzo di sacrifici non indifferenti, perché potesse essere il “rifugio di ritorno” in un ipotetico domani. In realtà, anno dopo anno, si mettono sempre più le radici nella nazione che li ha ospitati e si  fa crescere la famiglia: ubi bene, ubi patria. Ma la casa al paese d’origine resta e ci si torna per qualche settimana in vacanza per tornare giovani e salutare i parenti: sono gli iscritti all’AIRE. Pensavamo di avere relegato nel passato il nostro fenomeno migratorio, la “valigia di speranze”, chiuderlo agli Anni ’60 con treni stracolmi di braccianti e manovali che spopolavano paesi, soprattutto del Veneto e del Sud, per andare a lavorare in miniere, cantieri, fabbriche e cucine all’estero.   L’ Anagrafe Italiani Residenti all’Estero nel 2012 ci rivela invece che siamo ormai definitivamente in controtendenza riportando numeri  crescenti: il 31 Dicembre 2010 risultavano 4.115.235 mentre all’inizio del 2012 erano già 4.208.977 (47,9% donne), vale a dire il 6,9% della popolazione residente in Italia. Il 54,8% degli Emigrati risiede in Europa e il 39,7% nelle Americhe. I primi paesi di destinazione sono l’Argentina (664.387 italiani emigrati), poi la Germania (639.283), la Svizzera (546.614), la Francia (366.170) e il Brasile (298.370). Parliamo di Italiani che, pur trasferendo la residenza all’estero, hanno mantenuto il passaporto d’origine e qui hanno anche i loro diritti elettorali.
Il fenomeno è ancora più degno di nota se constatiamo che nel decennio 2000-2010 sono state 404.952  (28.192 nel solo ultimo anno)  le registrazioni delle provenienze dall’estero mentre 450.161 (39.545) le cancellazioni. In altri termini diminuisce il numero degli stranieri che hanno regolarizzato la loro presenza in Italia mentre cresce quello dei nostri emigranti.
Questo quadro della situazione era importante per capire quale incidenza abbia sulle loro tasche e sulle casse delle istituzioni italiane l’imu. Il d.l. 201/2011 riconosce al solo immobile di residenza abituale del contribuente la qualifica di “abitazione principale”: aliquota più bassa e detrazioni. Nell’art 4 comma 5F del d.legge 16/2012 registriamo un miglioramento: leggiamo che “"i comuni possono considerare direttamente adibita ad abitazione principale l'unità immobiliare posseduta a titolo di proprietà o di usufrutto da anziani o disabili che acquisiscono la residenza in istituti di ricovero o sanitari a seguito di ricovero permanente, a condizione che la stessa non risulti locata, nonché l'unità immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato a titolo di proprietà o di usufrutto in Italia, a condizione che non risulti locata."
Si demanda la decisione alla discrezionalità delle singole amministrazioni comunali, dunque, come a dire: “e poi non lamentatevi se vi mancano i soldi”.
Considero sconcertante accanirsi con sovratasse su anziani e disabili costretti a trasferire la loro residenza in ricoveri, e bene hanno fatto quei comuni che ne hanno derubricato ad “abitazione principale” le loro case.
Resta la palese contraddizione verso gli Emigrati.
Mi rendo conto che ci sono esigenze di cassa, ma penalizzare dei nostri connazionali che hanno dovuto cercare all'estero un futuro decoroso, portando peraltro onore all'Italia, è quantomeno sorprendente per almeno due ragioni.
La prima è di ordine morale: i nostri sindaci sanno cos'ha rappresentato per i nostri genitori, i nostri nonni (e ora i nostri figli) riporre in una valigia mille speranze e lasciare il proprio paese, gli affetti più cari? 
La seconda è di ordine pratico: come si fa a considerare "altri fabbricati" (vale a dire  seconda casa) quella è poi l'unica che l'emigrante lascia in Italia, la usa per un brevissimo periodo e ne paga le tasse locali (tarsu, ecc.) per l'intero anno? Alcuni studiosi dell'argomento ritengono possano ravvisarsi profili di incostituzionalità e violazioni dei Trattati UE. In ogni caso condivido chi la definisce una discriminazione.
Conforta tuttavia  rilevare che, con lodevole sensibilità verso l’emigrazione,  tra i primi ad approvare l’assimilazione  siano stati i comuni di Verona, Vicenza, Asti, Rovereto e, a seguire centinaia d’altri tra cui, è significativo, capoluoghi di regione come: Ancona, Bari, Genova, L’Aquila,  Torino, Trieste, Venezia. 
Una sensibilità mancata invece a Roma e Milano (ai cui amministratori pubblici ho espresso le mie riserve) e a molti comuni che pure hanno visto partire centinaia di loro figli nell’emigrazione  verso il Nord Italia e all'estero.
  
Alcuni assessori mi hanno scritto che intendono rivedere, nel prossimo bilancio, la tassazione rivolgendo uno sguardo benevolo verso gli Emigrati: l’auspicio è che l’intento sia unanime:  
"Si consideri direttamente adibita ad abitazione principale l'unità immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato, a titolo di  proprietà  o di usufrutto in Italia, a condizione che non risulti locata"

Gianmaria Italia


Un ringraziamento a www.teleinsubria.net  e  www.brianzanews.it  per avere pubblicato, peraltro con lodevole risalto, questo articolo. Siamo certi che colpirà nel segno. 
Voglio altresì segnalare la nota di ringraziamento scrittami il 23 febbraio da Flavio Tosi, sindaco di Verona:
"Gentile Gianmaria,
ho letto con interesse la Vostra mail e condivido pienamente la Vostra preoccupazione circa il doveroso rispetto nei confronti dei nostri emigrati. Nel ringraziare per la stima, fiducia ed i suggerimenti, invio il mio saluto più cordiale. 
Flavio Tosi"


NOTA: i primi due comuni italiani col maggior numero di cittadini che hanno la residenza all'estero sono ROMA (266.652 pari al 9,7% della popolazione residente) e MILANO (58.107 pari al 4,4%).
Malgrado ciò entrambi hanno preferito "fare cassa" NON agevolando i nostri connazionali  sui cui immobili hanno invece applicato l'IMU ordinaria