venerdì 12 settembre 2014

BALLARO', in bocca al lupo Massimo

Martedi 16 settembre ritorna Ballarò di questa trasmissione nata nel 2002,  ritroveremo ben poco di quanto ci ha lasciato Giovanni Floris: il nome, l'emittente RAI Tre, e..... vedremo
Non ci sarà neppure Crozza ma è previsto, almeno per la puntata del 16, un intervento (peraltro senza compensi) di Roberto Benigni
C'è una grande attesa anche perchè il conduttore è Massimo Giannini, un giornalista molto noto di cui abbiamo apprezzato la vasta competenza e la scarsa inclinazione ad accondiscendere. Insomma, quello che ci aspettiamo da uno che SA di giornalismo ed altrettanto lo SA inperpretare.
Oltretutto viene, come me, dal giornalismo di penna, per cui non gli difetta la padronanza dell'italiano. E dite poco?
Per Massimo Giannini, che lascia la carica di vicedirettore di Repubblica, un grande appuntamento con la carriera e, per quel poco che lo conosco, non fallirà nel compito.
Mi permetto un piccolo suggerimento: spazi sull'immenso orizzonte della realtà e mantenga sempre la barra dritta. 
Ma perchè glielo debbo dire io? Lo sa già da solo e non ci deluderà
Un forte in bocca al lupo

Gianmaria

giovedì 11 settembre 2014

ENRICO ROSSI (PD): "pensioni da 3000 euro sono alte, tagliamole".

Prendersela con i pensionati è quanto di più deplorevole io possa immaginare; si colpisce nella sua dignità uno che ha lavorato tutta una vita e ora non può ribellarsi a provvedimenti così iniqui. Eppure:
"Se si devono trovare risorse è bene cercarle nelle pensioni sopra i tremila euro, una cifra alta e più che sufficiente per vivere, soprattutto in un Paese dove la sanità è pubblica ed è per tutti. La solidarietà non si taglia e per fare giustizia in periodi difficili si chiede a chi ha di più di contribuire". L'ha dichiarato Enrico Rossi, presidente PD della Regione Toscana; l'abbiamo sentito una settimana fa a Omnibus (fieramente contrastato dal giornalista Carlo Panella) e ce lo riporta l'agenzia ANSA.
Questa affermazione contiene almeno due contraddizioni e un'affermazione che rivela solo l'arroganza di taluni politici: vi facciamo i conti in tasca ma voi non permettetevi di farli a noi.
La prima delle contraddizioni è che Renzi, presidente del consiglio e segretario del PD (partito in cui milita il suo conterraneo Rossi) ha più volte dichiarato ed anche recentemente ribadito, che non sono previsti tagli alle pensioni.
La seconda è che la sede principale dove risanare i conti pubblici è tagliare senza esitazione in quella spesa pubblica che si chiama anche "compensi ai politici" perchè, per quanto ci è dato sapere, presidenti, assessori e consiglieri regionali hanno  emolumenti ben più ricchi delle pensioni che Rossi addita come "alte".  Do atto a Rossi di avere ridotto detti costi in Toscana ma, visto che il provvedimento proposto è a carattere nazionale, mi è logico chiedergli: se 3000 euro mensili (lordi o netti non è dato saperlo, come succede spesso in questi casi) sono una cifra alta, come definirebbe i compensi a cui ho appena fatto riferimento? 
Rossi, malgrado la carica, è poco informato in materia perchè le pensioni da 3000 euro (anche solo lorde) stanno già contribuendo alla finanza pubblica perchè bloccate da tre anni; non avrebbero diritto di protestare anche loro come i dipendenti della PA? 
Concludendo rivolgo quindi al presidente Rossi due inviti e un monito:
- si legga le quotidiane cronache di disservizi e sprechi nella sanità e nella pubblica amministrazione (malagestione di denaro pubblico) prima di ipotizzare anche solo lontanamente il mettere le mani nelle tasche dei pensionati
- abbia l'accortezza e il rispetto di non fare i conti in tasca dei pensionati della cui condotta di vita ed esigenze non ha la minima idea.
La pensione (sperando sempre di arrivare a prenderla)è il risultato di contributi previdenziali versati in una vita di lavoro mentre gli stipendi dei politici arrivano direttamente dalle tasche dei contribuenti. Ci rifletta Presidente, ci rifletta. Grazie.

RISPOSTA  Il 15 settembre presidente Rossi mi ha così risposto: "Ho sempre parlato di importi netti. Il welfare italiano ha ben altre falle che l'ennesimo taglio alla sanità che è stata falcidiata in questi anni. Le pensioni superiori ai 3.000 euro netti mensili e costruite con il metodo retributivo e non contributivo. Esse riguardano meno di 1 milione di pensionati. Tra di loro ce ne sono alcuni (33.000) che costano alla previdenza ben 3,3 miliardi di euro, i pensionati d'oro che percepiscono oltre 6.000 euro netti al mese. I numeri sono importanti. Si pensi in proporzione che 800.000 pensionati sociali italiani costano solo 4,1 miliardi di euro. Questa è una situazione di intollerabile ingiustizia e diseguaglianza. (ecc...)

Da nessuna parte ho rilevato la precisazione "importi netti"; abbiamo tuttavia avuto un'opinione esplicita come esplicita e tangibile l'affermazione dell'intollerabile ingiustizia e diseguaglianza quando pensiamo ai vitalizi che si sono assegnati politici a vari livelli, consiglieri regionali in primis
“Se si devono trovare risorse è bene cercarle nelle pensioni sopra tremila euro, una cifra alta e più che sufficiente per vivere, soprattutto in un Paese dove la sanità è pubblica e per tutti. La solidarietà non si taglia e per fare giustizia in periodi difficili si chiede a chi ha di più di contribuire”,

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martedì 2 settembre 2014

AGENZIA ENTRATE: 45 mesi per conteggiare un'imposta. Rossella Orlandi lo sapeva?


Da giornalista mi sono sovente trovato a commentare una simile vicenda vissuta (o meglio, subita) da altri e francamente non era facile cogliere a pieno la situazione emotiva che la "vittima" stava vivendo.
Stavolta una sgradevole faccia della burocrazia ha bussato alla mia porta sotto forma di una comunicazione per Tassazione separata.
In cosa consiste? L'imposta supplettiva per il trattamento di fine rapporto.
Riguarda mia figlia che nel dicembre 2010 concluse la collaborazione con un'azienda italiana e si trasferì all'estero dove è residente (fa parte dei 4.500.000 iscritti all'AIRE, dimenticati dallo stato ma non dal fisco)
I mesi trascorsi da allora li possiamo contare tutti e dimostrano la sconcertante lentezza burocratica nel chiedere un qualcosa che pare dovuto; l'Agenzia delle Entrate, sempre tanto affamata di soldi, impiega 45 mesi per fare un calcolo e poi rimedia al proprio ritardo imponendoti un solo mese perchè tu saldi il conto.
Mi resta un interrogativo che ho già posto al dirigente dell'Agenzia delle Entrate: la lettera indirizzata a mia figlia l'ho ritirata io e il dovuto sarà onorato, ma se la persona destinataria, proprio perchè è da quasi quattro anni all'estero, fosse irreperibile?

Una nota: martedi 5 agosto il direttore generale Rossella Orlandi ebbe un'audizione  presso la VI Commissione Finanze della Camera dei deputati dove illustrò le procedure di semplificazione in atto. Chiedo: ma la Dottoressa Orlandi era stata ben informata dei lunghi tempi sopra citati per conteggiare un'imposta?