venerdì 27 marzo 2015

GRANDI OPERE e i tempi di esecuzione lavori


Per l'educazione ricevuta e per il cognome che porto l'esterofilia è proprio l'ultima delle mie attenzioni; proprio per questo mi rattrista, per non dire che mi irrita, quando qualche simbolo dell'Italia non ci fa fare bella figura. 
Un esempio di attualità sono i tempi di ultimazione dell'EXPO 2015, una manifestazione particolarmente importante e dalle lodevoli finalità che Milano ha fatto bene ad aggiudicarsi, solo che i tempi di completamento dell'opera non appaiono camminare allo stesso livello. Prendiamo come raffronto un'opera gigantesca che è stata eseguita in 15 (quindici) mesi nella città di Lussemburgo: il Ponte Adolphe bis. 
Perchè bis? Il PONTE ADOLPHE esiste già, è in muratura, la sua costruzione iniziò il 14 luglio 1900 e terminò il 24 luglio 1903, lo stesso giorno fu aperto al transito. La lunghezza è 153 m. e sormonta la Vallée de la Petrusse collegando Boulevard Royale, nella Città Alta, all’Avenue de la Liberté.  Essendo assolutamente necessaria una sua radicale manutenzione pochi anni fa venne deciso di edificarne un suo sostituto che, correndogli accanto, potesse quindi sopportare l’identico traffico per collegare le due viabilità: inizio lavori dicembre 2012, fine lavori I° trimestre 2014 (le due date sono nella parte alta del cartellone che appare nella seconda foto). Fatte pure le debite proporzioni si noti che il 9 marzo 2014, data in cui ho scattato queste foto, il ponte appariva terminato e, come si può vedere, risultavano già tracciate le segnaletiche orizzontali (terza foto).





Per chi non lo sapesse Lussemburgo è una delle tre città sede delle istituzioni dell'UE; quando troverà a passarci qualche europarlamentare veda di ricordarselo e ne tragga un monito.

giovedì 26 marzo 2015

ONOREVOLE, il "caffè di cicoria" repubblicano

La XIV Disposizione della Costituzione italiana così recita: I titoli nobiliari non sono riconosciuti.
E' inequivocabile.
Fu uno dei risultati dell'Assemblea Costituente nella seduta pomeridiana del 5 dicembre 1947, presiedeva il vicepresidente Bosco Lucarelli che così si rivolgeva ai presenti:
Onorevole Nobile, la prego di concludere
L'onorevole Giua ha presentato il seguente emendamento
L'onorevole Rodi propone di sopprimere questa disposizione.                                                               Mentre si abolivano i titoli nobiliari di monarchica fattura, purtroppo già in quell'occasione così solenne, si adottava* e in forma estensiva, un provvedimento ideato da Cavour ottantacinque anni prima: l'uso di onorevole. Si preparava un succedaneo, un surrogato: un caffè di cicoria.
* si adottava, ma non si sanciva.

martedì 10 marzo 2015

FLAVIO TOSI, la schiena dritta per ricostruire il Paese

Ha anteposto coerenza, linearità e dignità, pertanto non poteva accettare l'ultimatum di Salvini e ha optato  per stare con la fondazione  Ricostruire il Paese perchè oggi il paese ha bisogno di essere ricostruito;  sì, ne ha proprio bisogno.
Come ne ha un forte bisogno la Lega; tuttavia Tosi non può stare in mezzo a personaggi di retroguardia che anelano solo ad apparire e accondiscendere.
"Veronese, veneto, padano, italiano", così si definì Flavio Tosi che, nella coerenza di Sindaco di Verona, ha rappresentato, con la fascia tricolore, la sua città. Ma il senso dell'Italianità Tosi l'aveva già dimostrato in occasione della stesura del regolamento sull'imu assimilando le abitazioni lasciate vuote dagli Emigrati veronesi ad abitazione principale:  mentre molti comuni (Roma e Milano in testa) facevano cassa sulla pelle degli iscritti all'AIRE, quello di Verona fu dalla parte dei propri Emigrati. 
Questo è fare politica per l'Italia, non strillare proclami buoni solo per un effimero primo piano in tv
Ora la sua città sta prendendo atto della sua uscita dalla Lega Nord e non potrà non essere che essere solidale con il suo Sindaco.



domenica 8 marzo 2015

LA CRONISTA DEI FILM SPORTIVI

Non se ne perde uno, sia nelle sale cinematografiche come nei dvd,  dei film di genere sportivo di cui stende le recensioni per la propria rubrica Lo Sport nel Cinema pubblicata dal 2012 sulla rivista Primato. Per il film L'Oro di Scampia è andata addirittura ad intervistare (foto) il Mo. di judo 7° dan Gianni Maddaloni che nella pellicola è interpretato da Beppe Fiorello

Parliamo di Donatella Italia che, pur lavorando nella pubblicità quale communication planner, non ha perso contatti con il suo "primo amore": il Cinema.
Nel febbraio 2007 si laureò infatti a pieni voti alla Cattolica di Milano in Linguaggi dei media (presidente il Prof. Giorgio Simonelli). Tesi? La scenografia nel Cinema italiano degli Anni '30. Confermava così tutta la sua attenzione per la "settima arte" che aveva già rivelato nel 2005 collaborando al 25° festival del Cinema sportivo organizzato dalla FICTS, la Fédération Internationale Cinéma Télévision Sportifs.
Lo Sport le cammina quindi accanto e a Bergamo fu relatrice per il Panathlon sul tema "La donna nello Sport" e ad Asti per l'ASI su "L'Atleta, uomo immagine nel marketing".
Ha tenuto varie conferenze sul Cinema, a Monza è stata membro della "giuria di qualità" per i cortometraggi del festival Corteggiamo. 
Si è pure dilettata come speaker della 35a edizione del prestigioso Festival dello Sport organizzato dall'USSMB all'Autodromo di Monza e facilmente replicherà nel giugno 2015 per la 40a edizione di cui ha ideato il nuovo nome: Monza Sport Festival.


lunedì 2 marzo 2015

INCOSCIENTI NELLE GALLERIE

Un incidente in galleria assume spesso proporzioni gravissime. Una dolorosa testimonianza ce la dà il resoconto dell'incidente accaduto oggi nella galleria nei pressi di Breno (SS42 del Tonale e della Mendola) dove un autoarticolato, investito frontalmente da una vettura in fase di sorpasso, è sbandato e ha perso parte delle billette d'acciaio che trasportava. Ne sono rimasti coinvolti altri autoveicoli e alla fine si sono contati due morti e sei feriti. Qualche organo di informazione scrive: "sorpasso azzardato". No signori, il sorpasso in galleria non si deve fare, punto e basta, se no lasciamo passare l'idea che, una volta valutate visibilità e velocità, il sorpasso possa ben riuscire.
Qualunque sia stata la causa dell'incidente a Breno è assolutamente doveroso pensare che ogni incidente in galleria ha sempre conseguenze problematiche, talvolta tragiche; cionostante assistiamo sovente a sorpassi...  
Percorro spesso la statale 42 e posso testimoniare che nelle due gallerie che da Pianico portano a Rogno (zona Lovere) sono  frequenti almeno due violazioni: il mancato rispetto della distanza di sicurezza(malgrado i ben visibili cartelli)e i sorpassi, appunto.
l'accesso alla galleria di Lovere da Pianico (SS42)

I mazzi di fiori che numerosi vediamo ai margini della carreggiata  testimoniano altrettanti incidenti mortali, tuttavia non servono di monito perchè il sorpasso sembra essere una necessità morbosa per taluni conducenti. Nessuno di questi incoscienti automobilisti si rende conto che la propria indisciplina può causare incidenti che, come ho detto, in galleria possono trasformarsi in immani tragedie. Basti riandare a quanto accaduto nel tunnel del Monte Bianco (39 morti il 24 marzo 1999) o in quello del Gottardo (7 incidenti e tutti con delle vittime) per sentire dei brividi lungo la schiena. Lì le frequenti telecamere individuano chi commette infrazioni e la polizia federale è inflessibile; da noi si confida solo nei cartelli di divieto lasciando le strade come zone franche per individui che al volante si trasformano in potenziali assassini.
Non desisto con i moniti e propongo all'ANAS di porre all'entrata di ogni galleria un cartello QUI UN SORPASSO PUO' UCCIDERE

domenica 1 marzo 2015

NEGATA LA CITTADINANZA ITALIANA

"Sindaco leghista nega la cittadinanza a donna indiana perchè non sa l'italiano" è il titolo che introduce oggi alla lettura di una notizia che, per quanto ho appreso e compreso, non ha nulla di eccezionale, salvo che si voglia costruire l'eccezionalità.
Già il precisare "leghista" non mi sembra altamente deontologico perchè qualsiasi altro sindaco, carte alla mano, si sarebbe comportato allo stesso modo del primo cittadino di Cairate che ha suggerito ad un'immigrata indiana di frequentare un corso di italiano il cui esito le avrebbe consentito di ottenere la cittadinanza ...italiana. Non si dimentichi che la signora vive da dieci anni in Italia e il non avere ancora imparato la nostra lingua lascia quantomeno perplessi.
La notizia è partita da un giornale varesotto che, trattando la cronaca locale, ha ritenuto opportuno parlare di un evento accaduto nel suo territorio. Mi ha stupito che a riprenderla sia stata anche qualche testata nazionale dove dovrebbero sapere quali sono le regole a cui tutti debbono sottostare, persino gli Italiani quando decidono di prendere la cittadinanza in un altro paese dell'UE.
Un esempio? Il Lussemburgo dove, a seguito dell'approvazione del progetto di legge 5620 dell'ottobre 2008, la cittadinanza viene concessa solo dopo un esame di lingua lussemburghese e l'obbligo di aver frequentato tre corsi: cultura lussemburghese, educazione civica sulle istituzioni dello stato e sui diritti fondamentali vigenti nel paese.
A questa disposizione debbono sottostare anche i nostri connazionali che vivono e lavorano nel Granducato, sebbene questo sia stato, con l'Italia, tra i paesi fondatori della CEE e sono, come i Lussemburghesi, dell'UE.
Dove sta allora la "notizia" se a una cittadina indiana viene chiesto di imparare l'italiano per ottenere la cittadinanza ....italiana? 

LUNEDI 9 MARZO alla signora indiana è stata rilasciata la cittadinanza italiana; il sindaco di Cairate, per coerenza, non ha partecipato alla cerimonia. Un noto quotidiano ha così titolato: "La vittoria dell'indiana Rani" e, con una deontologia da applauso, ha preciato "il sindaco leghista".  Bene, aggiungo io, ma la sconfitta delle regole, oltretutto si è creato un precedente negativo.