giovedì 31 agosto 2017

Conio 1 e 2 centesimi - figuraccia di politici italiani

Governo e Parlamento debbono disporre di efficaci casse di risonanza perchè sembra che tutti abbiano ormai memorizzato che dal gennaio 2018 non circoleranno più le monetine da 1 e 2 centesimi.
Innanzitutto, come ho scritto nel mio post del 27 maggio, l'emendamento alla manovra-bis (primo firmatario Sergio Boccadutri del PD) si "limitava" a bloccarne il conio, non certo la libera circolazione di quelle ormai prodotte.
Bruxelles ha invece ordinato a Roma di continuare a produrle perchè il fermarne la produzione non porterebbe ad alcun risparmio e soprattutto, essendo una moneta europea, non è facoltà dei singoli parlamenti limitarne il conio (ed ancor più la circolazione) ma della BCE, oltretutto non si ignori quale effetto speculativo avrebe innescato tale stop. 
Per cui le monetine da 1 e 2 centesimi continueranno ad essere prodotte e, soprattutto, circolare.
Che figuraccia per quei parlamentari che hanno dedicato del tempo da noi pagato per emettere e sottoscrivere un emendamento ..."fuorilegge".

lunedì 21 agosto 2017

22 agosto 1914, quel tragico giorno per la Francia

Rossignol, il cimitero di guerra francese  (foto G.Italia)
In terra belga, in piena fase della Battaglia delle frontiere, il generale francese Joseph Joffre oppone circa 150mila uomini, per la gran parte truppe coloniali, all'avanzata tedesca del generale Helmut Von Moltke. La fanteria francese, con kepis e pantaloni color rosso robbia, viene mobilitata nella grande area da Charleroi a Rossignol; dopo giornate di marcia forzata sotto un sole a piombo   vanno all'attacco baionetta in canna: per molti di loro sarà il battesimo del fuoco in una terra ben lontana dalle loro case: solo a Rossignol cadranno in 7000 della III divisione di fanteria coloniale del generale Raffenel contro un migliaio di morti tedeschi (11a e 12a divisione fanteria agli ordini dei generali Von Weber e Chales de Beaulieu
Su quel fronte la Francia perderà circa 100mila uomini di cui, nella sola giornata del 22 agosto 1914 cadranno, falciati dal piombo nemico, 27.000 uomini, tanti quanti in tutta la Guerra d'Algeria (1954-1962): gli storici francesi la definiscono la journée la plus meurtrièere de toute l'Histoire militaire de la France.

GENO AURIEMMA, THE GREAT

Geno Auriemma e Gianmaria Italia
(autore foto Michele Brunello © proprietà riservata)

Da qualche parte ho letto: "Nessuna distanza potrà mai tenere lontano chi vuole stare vicino" e così la squadra femminile di basket dell'Università del Connecticut è in Italia per un tour sia culturale che sportivo, ma celetamente sentimentale per il suo allenatore, l'avellinese Luigi "Geno" Auriemma.
Va aggiunto che sua moglie Kathy è di origine calabrese e nel Connectocut è alquanto significativa una comunità di origine siciliana (lo era anche un mio prozio che ad Hartford faceva il barbiere), tanto che a Floridia, in provincia di Siracusa, hanno intitolato una strada ai Floridiani di Hartford.
Venerdì, dopo che il giorno prima a Palazzo Vecchio, Firenze, gli era stato consegnato per mia volontà il Premio ASI Italiani nel mondo, ha fatto tappa al Palazzetto dello Sport di Vicenza dove le Huskies (affettuoso nomignolo per le cestiste dell'UCONN) hanno tenuto un allenamento ed una partita dimostrativa contro una selezione di cestiste venete.
Kathy Auriemma (foto di Gianmaria Italia © proprietà riservata)

Non potevo non conoscerli personalmente e così ho raggiunto Geno e sua moglie a Vicenza dove l'incontro è stato dei più cordiali, quasi ci conoscessimo da tempo ...e le foto lo stanno a dimostrare.
Accanto alla motivazione del premio, che ha particolarmente gradito per il suo significato, gli ho detto: "Geno, we are proud of you!"
(foto di Gianmaria Italia © proprietà riservata)

martedì 15 agosto 2017

Minniti? su, Alfano? giù, Giovani? fuori!

Se imperassero anche in Italia i sondaggi come negli USA, facilmente riscontreremmo questi orientamenti. Uno favorevole al ministro Minniti la cui linea di fermezza nel regolamentare i soccorsi ai migranti nel Mediterraneo sta producendo frutti; opposto il risultato per il ministro degli esteri Alfano che in 24 ore si è trovato ad autorizzare il ritorno del nostro ambasciatore al Cairo in cambio della promessa di un paio di documenti ma non del nome dei carnefici di Giulio Regeni e il silenzio che sembra avere palesato di fronte alla repentina scarcerazione di due dei tre ceceni che - in 3 contro 1 - hanno pestato a sangue il nostro Niccolò Ciatti riducendolo in in di vita. La Spagna li ha rispediti liberi in Francia dove erano stati accolti quali "richiedenti asilo"(!!!!)
E per i giovani che hanno assistito alla massacro di Niccolò senza muovere un dito in sua difesa indico l'uscio: FUORI! Un comportamento indegno come quello che Dante assegnò agli ignavi.
Mi rattrista e amareggia perché ho sempre difeso la nostra gioventù, ma i filmati di quella sera al St Trop' hanno rivelato al mondo intero la pochezza di questa generazione che, pur manifestando grandi ambizioni, vorrebbe rottamare la precedente ma non muove un passo per difendere un coetaneo. No, un'inazione vergognosa che peserà come un rimorso nella loro memoria.


Mi è doveroso precisare che oggi, 16 agosto, il nostro ministro degli esteri Alfano ha chiamato il proprio omologo spagnolo perché l'iter giudiziario sia breve. Non ci si aspettava forse altro tipo di intervento e prima?

martedì 8 agosto 2017

Marcinelle 8 agosto 1956 ...e l'Italia pianse



Stamane, alle 8,02, i 262 rintocchi della campana di Maria Mater Orphanorum, a Marcinelle, hanno ricordato le vittime della tragedia del 1956

Marcinelle e, soprattutto Bois du Cazier, sarebbero stati nomi sconosciuti nella geografia europea e addirittura belga. Erano invece la località a sud di Charleroi e la sua miniera di carbone dove, poco dopo le 8 dell’8 agosto 1956 si compì una tragedia che causò la morte di 262 lavoratori di cui 136 italiani (per metà abruzzesi) e 95 belgi. Sembra l'abbia causato un errore umano, ma prima o poi sarebbe successo perchè lavorare in quei cunicoli con sopra la testa mille metri di terra deve essere stato di una fatica, di una spossatezza estrema.
Il lavoro poi riprese fino al 1967 quando fu chiusa definitivamente.
L’escavazione nelle miniere aveva fatto affluire in Belgio migliaia di nostri connazionali, ne erano stati previsti 50mila: “età massima 35 anni e in buona salute” così ripartiti: 1000 minatori a settimana in cambio di 200 kg di carbone al giorno,  a prezzo preferenziale, per ogni minatore. Avrebbero viaggiato in treno fino a Namur e da lì smistati nei cinque bacini carboniferi.
Era il risultato dell’accordo sottoscritto a Roma proprio dieci anni prima (23 giugno 1946) tra il nostro Paese e Bruxelles, per l’Italia firmò il capo delegazione, il conte Secco Suardo  e per il Belgio il comte Geoffrey d’Aspremont-Lynden, incaricato d’affari presso l’Ambasciata del Belgio a Roma.
Ci fu una vasta campagna di pubblicizzazione per reclutare i lavoratori come salari elevati, viaggi  ferroviari gratuiti, assegni familiari, ferie pagate e pensionamento anticipato. In realtà, già dall’alloggiamento nelle cantines, le baracche calde d’estate e gelide d’inverno, l’esperienza non fu delle migliori anche perché l’accoglienza dei belgi non fu delle migliori, sulle case era facile trovare scritte alquanto esplicite: ni animaux,  ni etrangers Insomma, un pane guadagnato a caro prezzo.
Condizioni di vita e di lavoro durissime, pagine della nostra Storia che dovrebbero essere citate a scuola. Bene ha fatto il Presidente Mattarella a ricordarlo nel suo messaggio, solo che l'Emigrazione italiana continua; non si va in miniera ma, alla luce dell'attualità dei tempi, per i nostri connazionali non è una passeggiata lasciare le proprie case e affrontare le incognite di un lavoro all'estero.

sabato 5 agosto 2017

Addio a TETTAMANZI, cardinale della contemporaneità

il nostro incontro nel novembre 2010
Stamane, a 83 anni, ci ha lasciati per tornare alla Casa Padre il Card DIONIGI TETTAMANZI; era nato a Renate, in Brianza, nel 1934.
Fu arcivescovo di Milano dal 2002 al 201; guidò la Diocesi di Milano subito dopo il Card Carlo Maria MARTINI e la consegnò all'allora patriarca di Venezia Angelo SCOLA
Ho avuto modo di conoscerlo, apprezzarne le virtù di pastore e posso permettermi di correggere chi lo definisce "il cardinale degli Ultini"
Certo si è parlato di lui per le iniziative presso i carcerati, i rom, i disadattati e i lavoratori in difficoltà; altrettanto fu attento alla realtà sociale, comunque espressa. Considero quindi quella definiziome limitativa della sua opera perchè si seppe muovere con attenzione e concretezza nella contemporaneità del suo tempo. Ecco, Dionigi Tettamanzi fu il Cardinale della contemporaneità.