giovedì 21 agosto 2025

Medicine tra i rifiuti "perchè prodotti da israeliani"

Uno dei frutti insensati della propaganda antiIsraele è palese: l'ultimo esempio arriva dal Casentino, territorio toscano, dove una dottoressa e un'infermiera hanno gettato tra i rifiuti dei farmaci perchè prodotti dalla Teva, azienda israeliana. Ma c'è di più: si filmano e rendono pubblico il loro inqualificabile gesto che, dopo appropriata inchiesta, meriterebbe drastici provvedimenti disciplinari. Non è stato così, almeno finora, perchè dette sanitarie hanno invece trovato solidarietà, se non plauso, nel loro territorio dove esponenti di istituzioni pubbliche, richiamandosi "all'etica medica", l'hanno approvato. Infatti, da quanto si legge su ArezzoNotizie, qualcuno le giustifica perchè "l'azienda Teva sostiene l'esercito israeliano: è nostro dovere etico - si afferma - come sanitari e come sindacato aderire al boicottaggio". Sarà, comunque alcune ore dopo dottoressa e infermiera hanno diffuso un altro filmato dove si scusano, sostengoo che i farmaci erano campioni gratuiti, eccetera, eccetera. Ma questo non è il primo caso; da mesi si diffondono nomi di aziende "colpevoli" di fiancheggiare Israele o che hanno attività produttive in quel territorio: il messaggio è "vanno boicottate". Dimenticano o ignorano però che tra le maestranze ci sono anche migliaia di lavoratori arabi e si toglierebbe loro lavoro e fonte di reddito. Siamo tutti consapevoli che la situazione in Israele e Palestina sia tra le più drammatiche, dove ogni giorno porta dolorose notizie, ma che siffatte forme di protesta portino al meglio è tutto da dimostrare, certo sono maleducative.

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