domenica 8 giugno 2025

"Morto per l'INPS", ma quando finirà la burocrazia incapace?

OPEN, il giornale online fondato da Enrico Mentana, ci narra una storia che avrebbe dell'inverosimile se non fosse successa in Italia dove gli errori burocratici stentano ad essere sconfitti. Un 78enne di Posta Fibreno ha la fortuna di essere vivo e vegeto, ma anche la sfortuna che, per un errore di trascrizione, risulta deceduto e, come tale, l'INPS gli ha interrotto la dovuta pensione. Ma guai a lamentarsi, gli rispondono: "Lei è morto, se è vivo ce lo dimostri". Ma se uno protesta ed espone le proprie ragioni lo farà perchè è vivo, o no? Ecco, quando uno si vede rispodere così avrebbe tutte le sacrosante ragioni per affermare: "siete degli incapaci, andate a pulire i fossi". NO, il Signor (l'iniziale maiuscola è dovuta) Michele, armato di somma pazienza, pur senza ricevere più la pensione, si è dovuto rivolgere a un avvocato per portare avanti le sue legittime ragioni. NOn sarebbe bastato presenrarsi allo sportello INPS e mostrare la propria carta d'identità? L'augurio è che, grazie anche al risalto stampa che ne ha dato OPEN, non passi una settimana che quache dirigente metta fine a tale madornale errore e ripristini correttezza verso il Signor Michele e, mi sembra logico, disponga opportuni provvedimenti disciplinari verso chi ha causato l'errore e, a seguire, coloro che stanno mantenendo in essere questa inaccettabile irregolarità. Ma a questi dipendenti pubblici nessuno ha mai detto che nel privato queste mancanze si pagano, a volte anche in modo drastico? Oppure, senza scomodare certi recenti episodi incresciosi, dobbiamo convncerci che lo status di dipendente pubblico è una casta privilegiata anche in casi come questo?

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