venerdì 11 luglio 2025

Srebrenica, quella sconfitta dell'ONU

Per chi non c'era, o ancora non capiva, trent'anni fa i soldati del generale serbo Vladic sterminarono 10mila persone dell'enclave musulmana. Furono otto giorni di terrore durante i quali, come ci descrive Francesco Battistini su Corriere della Sera, "Vennero stuprate bimbe bosniache prima di sgozzarle. Uomini decapitati dopo essere stati sodomizzati. Disossate madri davanti alle figlie, evirati i vecchi...". A tutto questo non si oppose il contingente ONU composto da soldati olandesi incaricato di proteggerli. La città doveva essere tutelata come safe zone, ma i "caschi blu" non si opposero, anzi, in taluni casi favorirono l'azione serba. Trent'anni di rimorsi per loro ma, speriamo, non di smemoratezza per tutti noi a cui resta da considerare altre pagine buie: Ruanda (1994) dove vennero uccise quasi un milione di persone di etnia Tutsi, genocidio reso posibile per l'inadeguata presenza dei soldati ONU. E poi gli abusi imputati al suo personale nella Repubblica Democratica del Congo, in Cambogia, Guinea e Liberia. Dovevano essere lì in missione di pace. Resti un monito.

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