domenica 8 agosto 2021

Olimpiadi, dagli atleti con le stellette allo ius soli sportivo.

Fino a trent'anni fa esisteva il Parto di Varsavia (URSS, Bulgaria, Cecoslovacchia, DDR, Polonia, Romania e Ungheria) e, per chi se lo ricorda, in occasione delle Olimpiadi sui loro atleti si muoveva la critica che il loro "dilettantismo" non fosse del tutto puro perchè erano inquadrati nelle rispettive Forze Armate. In passato abbiamo avuto ecceziomi che ci hanno dato riaulttai straordinari, come i fratelli Piero e Raimondo D'Inzeo e Alberto Tomba, per fare degli esempi. Proprio per questo, mentre a Tokyo si spegne il bracere del fuoco olimpico, varrebbe la pena di fare qualche riflessione su un particolare che riguarda gran parte degli atleti che hanno contribuito al nostro lusinghiero medagliere olimpico ed altri successi internazionali: hanno le stellette. Su 384 atleti della nostra ultima delegazione (197 uomini 187 donne) 129 erano nelle Forze armate (47 dell'Esercito, 14 in Marina, 30 in Aeronautica e 38 nei Carabinieri). Inoltre ecco la Polizia (Fiamme Oro), la Guardia di Finanza (Fiamme Gialle) e la Polizia Penitenziaria (Fiamme Azzurre). Infatti Marcell Jacobs e Eseosa Desalu sono rispettivamente nella Polizia e nella Guardia di Finanza. Sono nella Guardia di Finanza anche Antonella Palmisano, Valentina Rodini, Ruggero Tita, Lorenzo Patta, Filippo Tortu, Daniele Garozzo, Luigi Samele, Enrico Berrè, Matteo Lodo e Giuseppe Vicino. Sono carabinieri Vito Dell'Aquila (oro nel taekwondo) e Arianna Errigo (bronzo a squadre nel fioretto). Altri esempi: fanno parte del Gruppo sportivo Esercito Odette Giuffrida (judo) e Mirko Zanni (sollevamento pesi), oltre alla tuffatrice Noemi Batki (nata a Budapest da genitori ungheresi). Sono invece nel gruppo sportivo della Polizia Penitenziaria il ciclista Francesco Lamon (oro a squadre), Giorgia Bordignon (argento nel sollevamento pesi) e Aldo Montano (argento nella sciabola a squadre). La ragione è la più semplice: permette ad un atleta (molto) promettente di praticare il suo sport avendo tempo e avvalendosi di strutture adeguate beneficiando di uno stipendio da dipedente pubblico; francamente, senza questa soluzione (escamotage?) sarebbe pressochè impossibile raggiungere gli attuali livelli di qualità e competitività. Alle stellette si accede mediante concorso bandito periodicamente presentando i (rilevanti) risultati conseguiti, almeno a livello nazionale, certificati dal Coni. Per le motivazioni che inducono all'arruolamento di un atleta mi lascia perplesso che risulti tuttora fra le Fiamme Azzurre una plurititolata campionessa, la grande pattinatrice Carolina Kostner che ammiriamo testimonial di numerose aziende. Non è invece "in divisa" Abraham Conyedo, applaudita medaglia di bronzo nella lotta libera? Nato a Cuba non ha proprio niente di italiano se non la cittadinanza conferitagli nel dicembre 2019 su proposta dell'allora mministra degli Interni Luciana Lamorgese "per meriti speciali sportivi". A proposito di nazionalizzati ricordo che a Tokyo erano 46 gli atleti azzurri nati all'estero, ognuno con il suo vissuto personale. Sono particolarmente grato a tutti gli atleti che, conquistato il podio, mi hanno permesso di ammirare il Tricolore salire sul pennone, talvolta il più alto. Non posso però non ritenere errato, o almeno stucchevole, vantarci per avere conquistato più medaglie di Los Angeles (1932) e Roma (1960); i cronisti dimenticano qualche elemento essenziale: alla X Olimpiade di Los Angeles partecipammo con 102 atleti vincendo 36 medaglie (12 oro, 12 argento e 12 bronzo), a XVII di Roma erano 275 che ne conquistarono 36 (13,10 e 13); oltretutto a Tokyo i nostri 384 erano impegnati anche in discipline nuove. i.e. softball, skateboard e la vela Nacra (catamarano).= Intanto Giovanni Malagò, presidente del CONI, dopo avere dichiarato che gli azzurri di Tokyo hanno i natali in tutti e i cinque continenti, insiste perchè siano allargate le maglie dello ius soli sportivo per consentire ad un maggior numero di giovani di origine straniera il tesseramento in un club sportivo italiano.= La sua ambizione di arricchire il medagliere del CONI potrebbe però creare, di riflesso, un precedente di complicata gestione.=

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