lunedì 13 aprile 2020

Olanda, sempre pura e immacolata?

Con una superficialità professionale, figlia di ignoranza in materia, mi capita sovente di sentire o leggere che il Lussemburgo è annoverato fra i "paradisi fiscali".
Un  luogo comune che, soprattutto da chi si occupa di informazione, è ampiamente superato.
Superato soprattutto da un paese, anch'esso dell'UE e, come il Granducato, fra i fondatori delle Mercato Comune Europeo, base, fondamento della tanto appetita Unione Europea.
Sto parlando dell'Olanda. 
Mentre in Lussemburgo sempre più rigorose norme disciplinano le attività economico-finanziarie che finiscono per farne apprezzare la scelta per gli investimenti, i Paesi Bassi sono ormai ai primi posti come insediamento di aziende che trovano tra i tulipani il modo di fare fiorire anche i loro redditi. Consiglio a tutti, una tra le tante fonti, l'articolo Olanda doppio volto: paradisi fiscali dietro il rigore fiscale a firma di Roberto Galullo e Angelo Mincuzzi pubblicato su IlSole24Ore.

https://24plus.ilsole24ore.com/art/olanda-nazione-paradossi-paradisi-fiscali-dietro-rigore-conti-pubblici-ADBWLHJ?s=hpf 

Proprio l'Olanda che non riesce a cancellare dalla sua Storia un passato di commercio di schiavi; ci volle il trattato anglo-olandese del 4 maggio 1818 per bloccare i viaggi di vascelli zeppi di schiavi.
Un paese che, pur vantando nella casa di Anna Frank uno dei monumenti più amati ed apprezzati, pecca tra molti suoi abitanti di antisemitismo*. 
Allora, cari amici, se non riusciamo ad ascoltarla, mettiamoci la mano sulla coscienza prima di allineare il vostro Nee al Nein tedesco per opporvi alle nostre richieste di coronabond. 

* in un rapporto Algemeiner Journal nel 2018 gli episodi di antisemitismo in Olanda sono stati più di 200 (+ 19% rispetto all'anno prima), così la Francia (+74%), Germania (+60%) e Regno Unito (+16%)  

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