venerdì 17 aprile 2020

Dagli USA l'esempio di Alba Coraini

ALBA CORAINI negli USA

Dear Editor, 
I am Alba Coraini and I work as Internal Medicine physician in a community Hospital near Boston, North Shore Medical Center at Salem, MA. I am writing to you as I feel I have, as a doctor and as Italia, the responsibility to share my insight of the COVID 19 global pandemic and raise my voice to ask an immediate nationwide   quarantine”
(Caro Direttore, sono Alba Coraini e lavoro quale medico di Medicina interna in un ospedale di comunità vicino a Boston, il North Shore Medical Center di Salem, Massachusetts. Le sto scrivendo perché sento, da medico e da italiana, la responsabilità di esprimere la mia opinione sulla pandemia del Covid19  e levare la mia voce per chiedere un’immediata quarantena in tutta la nazione)
Iniziava così la lunga accorata lettera che la dottoressa Coraini scrisse qualche settimana fa al direttore del New York Times evidenziando il preoccupante dilagare del Covid 19 negli USA; esortava quel governo a prendere immediati provvedimenti simili a quelli adottati in Italia. Era la fine di marzo e nel nostro Paese si contavano già 97.689 contagiati dal coronavirus e si piangevano 10.779 morti e Alba, riferendosi ai nostri tragici momenti, evidenziava lo strazio di figli e figlie che non potrebbero stringere le mani dei loro cari nei loro ultimi aneliti di vita – “Thousands of sons and daughters who couldn’t hold the hands of their loved ones in their last breaths”, le sue parole.
ALBA CORAINI presso il North Shore Medical Center - Massachusetts (USA)
“Perché sto dicendo questo? – lei aggiunse – perché gli USA sono come l’Italia di 3 settimane fa. Il quadro che ci si presenta oggi in questa Nazione, che è oggi la mia casa e il luogo dove lavoro, sta muovendo gli stessi passi dell’Italia e del resto dell’Europa. Stiamo coltivando una bomba ad orologeria con la potenzialità di fare milioni di vittime e comportando un tremendo impatto sull’economia nazionale. Contiamo già casi in ogni Stato e lo riscontro perfino nel mio ospedale, qui nel Massachusetts”.
Alba Coraini è una giovane scienziata milanese che da un anno opera negli USA dove è stata chiamata  (unica italiana prescelta) dall'Harvard University Medical School. 
ALBA CORAINI all'Humanitas
Tuttavia non è nuova negli USA; partì, allora diciassettenne, per frequentare un anno scolastico a St. Louis nel Missouri, dove fece i dovuti confronti tra i due paesi, e capì dove veramente viene riconosciuto il merito.  Era appena maggiorenne quando, alla fine del suo percorso scolastico durante il quale aveva conseguito il diploma di maturità del Liceo classico “Tito Livio” e il diploma ottenuto alla Pacific High School di St. Louis (entrambi con il massimo dei voti) si appassionò allo studio del cervello sul quale ha redatto una tesi all’esame di maturità e illustrato il caso di un suo paziente, malato di SLA, nella tesi di laurea conseguita all'Humanitas University nel 2016 con 110/110 e lode.
A titolo personale, oltre che renderle questo pubblico elogio, sono particolarmente fiero di averle conferito, insieme all'amico Marco Contardi - presidente di ASI Lombardia - il Premio Italiani nel mondo (8 maggio 2019)
Gianmaria Italia e Marco Contardi le consegnano il Premio ASI Italiani nel mondo
Da una figura di così alto livello non potevamo attenderci che concludesse la sua lettera al Direttore del New York Times con altre parole se non queste:
“I, as doctor, will do whatever it is needed to take care of the patients who will come through the hospital door and I will use my best knowledge and all my heart to cure the sick. It is my job and I was born for this.”
(Io, quale medico, farò qualsiasi cosa possa servire nel prendere cura dei pazienti che varcheranno la porta dell’ospedale e userò il meglio della mia conoscenza e tutto il mio cuore per curare la malattia. E’ il mio lavoro e sono nata per questo).



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