martedì 1 ottobre 2019

Quella "Liberazione" rimossa

Esperia, Vallecorsa, Castro dei Volsci, Pastena, Pontecorvo, Sant'Angelo, San Giorgio a Liri, Pignataro Interamma, Ceccano; ma anche Lenola, Patrica, Pofi, Isoletta, Vallemaio, Campodimele, Spigno Saturnia, Supino e Morolo sono tranquilli paesi del Frosinate tra i Monti Aurunci e la Valle del Liri: feriti, profanati per avere pagato un altissimo tributo alla Seconda Guerra mondiale per i bombardamenti angloamericani, lutti e distruzione alla ricerca di bersagli militari tedeschi, ma che colpirono centinaia di civili. 
Salendo a Milano come non citare i Piccoli Martiri di Gorla?*
Questo prima, e poi le scorrerie dei goumier, circa 12000 soldati marocchini, avanguardia delle truppe coloniali francesi agli ordini del generale Alphonse Juin, capo del CEF, l'esercito costituito dal governo in esilio del movimento Francia libera.
un goumier (da wikipedia)
Le brutalità, le violenze che questi uomini in djellaba di lana marrone striata di bianco hanno perpetrato sulla gente inerme sono sconosciute ai più.
A Vallecorsa, dove neppure le suore dell'ordine del Preziosissimo Sangue furono risparmiate dalle violenze sessuali, ci furono mariti che cercarono di opporsi a queste violenze su moglie e figlie, ma furono freddati da colpi di mitra.
Lo scrive Gigi Di Fiore nella sua Controstoria della Liberazione (saggi BUR) dove possiamo anche leggere: "Più genericamente, quando parlavano delle donne che incontravano nel corso delle loro marce, i militari marocchini le chiamavano qahba. Puttane, per definizione. E allora non c'era nulla di male, dopo i combattimenti, a considerarle prede facili di cui disporre. Ritenevano fosse un loro diritto".
Oltre allo choc, all'assoluta mancanza di rispetto umano, si devono aggiungere le conseguenze per le malattie veneree come, sifilide o endometrite blenorragica, tanto per citarne alcune trasmesse alle innocenti vittime.
Sì, nessuno tace queste efferatezze, ma sono state confinate in una parola, Marocchinate, che assimileremmo più ad un assortimento di articoli esotici da bancarella, oppure ad una ragazzata piuttosto che ad una macchia di efferatezze in gran parte impunite.
Possiamo ringraziare Alberto Moravia nel suo La Ciociara che Vittorio De Sica e Cesare Zavattini hanno trasferito in un film straordinariamente diretto dallo stesso De Sica e magistralmente interpretato da Sofia Loren a cui andò un meritatissimo Oscar.

Oltre al  Controstoria della Liberazione, scritto da Gigi Di Fiore, meritano una lettura libri che "fanno testo" come La colpa dei vincitori (Piemme editore) della francese Eliane Patriarca, oppure un'altra penna francese, Frédéric Jacques Temple nel suo Les Eaux Mortes 
C'è poi Napoli '44 scritto da Norman Lewis (ediz. Adelphi) che The Saturday Review ha definito "uno dei dieci libri da conservare sulla Seconda Guerra Mondiale". Tra le sue pagine troviamo queste righe: "Tutte le donne di Patrica, Pofi, Isoletta, Supino e Murolo sono state violentate. A Lenola il 21 maggio stuprarono cinquanta donne, e siccome non ce n'erano abbastanza per tutti, violentarono anche i bambini e i vecchi..."  
Vi risparmio il seguito della narrazione.

20 ottobre 1944 ore 11,24 del mattino, periferia Est  di Milano, Scuola Francesco Crispi: morirono 184 bambini, 14 insegnanti, la direttrice della scuola, 4 bidelli e un'assistente sanitaria

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