lunedì 29 luglio 2019

CERCIELLO REGA, una benda non nasconda un crimine

Non era il caso di associarmi alle innumerevoli voci di esecrazione e dolore per l'assassinio del vice brigadiere dei Carabinieri MARIO CERCIELLO REGA.
Le mie sarebbero state solo una, seppur profondamente sentita,  delle già lette e rilette manifestazioni di cordoglio e di condanna.
Cordoglio verso la giovane sposa Rosa Maria, i genitori di Mario e quella grande famiglia che è l'Arma,  ma anche di condanna senza attenuanti verso un criminale che, indipendentemente se stava colpendo un carabiniere o un borghese, si macchiava di un delitto efferato.
Ha scritto bene su Brianzanews l'amico Gianfranco Beretta, presidente di Promedya : "Hanno ucciso un Carabiniere, ma è lo Stato che sta morendo!!!"

Si perché, oltre a quella mano omicida, un'altra è stata idealmente mossa anche da tanti elementi occulti che, mese dopo mese, hanno messo in ombra il valore delle nostre Forze dell'ordine. Che dire dei commenti espressi da soggetti, celebri e celebrati, che hanno messo la loro didascalia sotto la foto del giovane bendato e ammanettato?
Depreco poi quei giornali USA che hanno privilegiato quell'istantanea all'efferatezza compiuta da un loro connazionale che aveva inflitto 11 (undici) coltellate ad un nostro agente. 
Non può una benda messa sugli occhi nascondere un crimine.
Oltre oceano non scordino che da loro riservano manette ai polsi e alle caviglie sia a certi imputati come a immigrati clandestini: condizioni alquanto discutibili che, comunque, nessun nostro organo d'informazione si è mai permesso di censurare come "scioccanti, intollerabili". 
Mi sarei invece più preoccupato di esprimere contrizione e vergogna  perché dagli USA avevano "esportato" un delinquente che non ha esitato ad accoltellare a sangue freddo un uomo, e per me, un Uomo di grande generosità, un ottimo Carabiniere.

Il Generale di B. Antonio de Vita mi ha onorato di questa risposta:

Spett.le Gianmaria ITALIA,
La ringrazio per le parole che ha voluto indirizzare in occasione del grave lutto che ha colpito l’Arma.
La Sua partecipazione è per noi Carabinieri motivo di ulteriore spinta a lavorare per il bene comune e la tutela delle comunità che a noi si affidano.
L’occasione mi è gradita per porgerle i più cordiali saluti.

Gen. B. Antonio de VITA

Comandante della Legione Carabinieri “Lombardia”

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