domenica 10 aprile 2022

Gli italiani accolgono i profughi ukraini, ma non furono sempre così benevoli

Gli oltre 3 milioni di ukraini che stanno fuggendo dal loro paese dopo la cruenta invasione russa dimostrano quanta generosità si stia esprimendo nelle nazioni confinanti e altrove che li accoglie. L'Italia non è da meno e finora a circa 70 mila è stata offerta loro ospitalità, talvolta c'è quasi un'ammirevole competizione nel proporsi nell'accoglienza. Azione assolutamente ammirevole. Quello che è sfuggito ai più è che solo due mesi fa, il 19 febbraio, si celebrava il Giorno del Ricordo. Una triste ricorrenza per quasi 400mila nostri connazionali che furono costretti, quando non sotto la minaccia delle armi titine, certo con un futuro di oppressione sotto lo stivale jugoslavo, a lasciare le loro case, i loro beni in Istria e Dalmazia. Non trovarono però la stessa benevolenza dagli altri italiani, anzi. Ancora adesso quei profughi ricordano con mestizia le ostilità degli italiani residenti che vedevano nei nuovi arrivati dei concorrenti nel posti di lavoro. Per non parlare dell'ignobile gazzarra inscenata da sindacalisti e comunisti nella stazione di Bologna che il 18 febbraio 1947 si opposero alla sosta del treno che trasportava centinaia di esuli istriani sbarcati il giorno prima ad Ancona. I più facinorosi impedirono alle Dame di San Vincezo di avvicinarsi ai profughi e, addirittura, gettarono a terra e sui binari pane e latte, un minimo bene per rifocillarsi che era stato predisposto dalla Pontificia Opera di Assistenza e dalla Croce Rossa Italiana. Una macchia che resterà indelebile nella memoria storica e, spero, un rimorso nella coscienza di quei mascalzoni: non a caso quel convoglio viene ricordato come il Treno della vergogna. E' bene che oggi si sia prodighi di accoglienza verso questa gente sventurata che fugge da una nazione dove l'esercito russo sta perpetrando violenze di ogni genere, ma si abbia sempre uno sguardo benevolo verso chi fugge dalla sopraffazione straniera.

Nessun commento:

Posta un commento