martedì 1 marzo 2022

"Ucraini, respingete i russi a parolacce"

E' questa la più ovvia deduzione dopo aver ascoltato le dichiarazioni di nostri senatori all'esterno di Palazzo Madama, malgrado avessero approvato all'unanimità l'odierno discorso di Draghi sulla gravissima crisi in Ucraina e l'invio di armamenti come missili antiaerei Stinger, mortai, mitragliatrici e armi anticarro. A parte i distinguo ascoltati durante il dibattito al Senato che espressi fuori, davanti al microfono dei giornalisti, alcuni esponenti politici avevano lasciato intendere che agli ucraini non sarebbe stato opportuno dare armi. Estremamente pomposi nell'esprimere solidarietà, ma, seppur inconsciamente, "alleati" con Mosca nel privare il popolo ucraino, così ingiustamente invaso, assediato e martoriato, della possibilità di difendersi con ogni mezzo lecito contro la vorace espansione russa. Fino a ieri le uniche forniture d'ambito militare sarebbero state esclusivamente di difesa personale come elmetti e giubbotti antiproiettili. Legittimo chiedersi se sarebbero stati sufficienti contro chi bombarda da aerei e carri armati, chi semina terrore e occupa militarmente la tua terra. Il motivo? Per taluni ideologico, per altri, probabilmente, il restare fedeli ad un'amicizia che, dopo il declino di Putin, dovrà essere messa in conto.

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