domenica 8 novembre 2020

Lezione di Economia dagli "inessenziali"

Qualcuno, con la tracotanza del potente, ma con smisurata ignoranza in fatto di Economia, ha definito "inessenziali" i ristoratori. Il 4 novembre sono partiti in 150 da Firenze e, dopo una decina di tappe, contano di raggiungere Roma per essere ricevuti dal Presidente del Consiglio Conte. E' alquanto arduo definire "inessenziale" una categoria che, studio del Sole 24 Ore, rappresenta il 4% del PIL e il 5% dei posti di lavoro; pensiamo che in maggio si era calcolato che bar e ristoranti avrebbero perso quasi 30 miliardi a causa delle ristrettezze imposte dal lockdown. Alla forzata riduzione di attività di questi pubblici esercizi nessuno aggiunge la ripercussione sull'indotto locale e sui fornitori perchè (vuoi vedere che nessuno del Palazzo ci ha pensato) se un ristorante o un negozio è limitato nelle vendite, riduce anche gli ordinativi, gli approvvigionamenti alla produzione, all'industria. In termini più semplici: qualsiasi punto di vendita è l'anello terminale della catena economica che dall'industria produttiva arriva al commercio. Aggiungo: ogni negoziante, ogni ristoratore, ogni barista è un imprenditore che costruisce la propria esistenza (e quella di chi produce per lui) ogni mattina, quando alza la saracinesca e inizia a lavorare affrontando immediatamente dei costi (utenze, imposte e tasse) e rischi d'impresa che nessun dipendente pubblico deve affrontare. Il Cammino degli "inessenziali" porterà anche questo assunto a Roma.

Nessun commento:

Posta un commento