sabato 21 luglio 2018

MARCHIONNE entra nella Storia

Mentre su tutte le prime pagine dei quotidiani si annuncia l'aggravarsi delle condizioni fisiche di Sergio Marchionne, ricoverato in un ospedale di Zurigo,  in qualche articolo traspare una critica al suo operato, primo fra tutti l'aver portato la Fiat lontana dall'Italia.
Non sono di questo avviso; sebbene siamo impossibilitati ad avere una controprova, un vedere quale sarebbe stata la conseguenza se l'azienda torinese avesse perdurato nel suo cammino, mi resta l'idea che non avrebbe avuto un percorso dagli obiettivi netti e ben focalizzati; le mutate condizioni politiche, il peso sempre più crescente di una governance internazionale avrebbero spiazzato la nostra azienda leader che per decenni aveva condizionato scelte di governo, qualunque ne fosse il colore.
Ormai non era più così.
Marchionne le ha fatto varcare il Rubicone atlantico portandola da una seconda fila europea, dietro colossi tedeschi e francesi, alla fusione con Chrysler, alla Casa Bianca; i tempi erano mutati e lui l'aveva capito, aveva fatto intraprendere alla FIAT,  pur cambiandone ragione sociale, un nuovo percorso, le aveva dato una collocazione internazionale di indiscutibile prestigio.
Sì, è vero, non si sarebbe più parlato dell'azienda FIAT, ma dove? Non certo sulle autovetture perché permaneva una gamma, una linea FIAT, un brand incontrovertibile nella mente e nelle scelte degli automobilisti.
Oggi Marchionne lascia tutti gli incarichi di vertice in quel Gruppo dove entrò nel 2004 come A.D. della FIAT per il suo rilancio e avviare la missione di internazionalizzare l'azienda di via Nizza, al Lingotto, dopo che nel 1997 aveva lasciato la storica sede di corso Marconi.
Ha contribuito alla nuova immagine del Gruppo inoltre, punto di pregio, gli va riconosciuto quello di essere stato il mentore di John Elkann, nipote di Gianni Agnelli.
Marchionne è stato un top manager che ha servito con alta professionalità la FIAT, non solo, ha fatto crescere i germogli di una grande Famiglia, anche per questo deve entrare nella Storia.

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23-7-2018   Peccato che la FCA non abbia inserito alcun top manager italiano al vertice di una delle aziende lasciate da Marchionne; dove sta andando l'Italianità?


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