sabato 20 giugno 2015

ONOREVOLE: usi, abusi ed errori e le PROPOSTE di abolirlo

E ci cascò pure il Corriere. Sul sito del più noto quotidiano nazionale è stato trasmesso il servizio sul Family Day; fra gli oratori in piazza S. Giovanni ecco il giornalista Mario Adinolfi che, fra i suoi trascorsi politici, conta anche nove mesi come parlamentare (dal 13 giugno 2012 al 14 marzo 2013). Nel filmato il "sottopancia" così lo presenta: "Intervento del deputato Adinolfi contro Elton John"; come se non bastasse per alcune ore il servizio ha continuato a titolare L'Onorevole se la prende con Elton John ecc..., poi qualcuno deve avere detto alla redazione che Adinolfi non stava più a Montecitorio da più di due anni e la parola onorevole è scomparsa mentre non hanno rimediato all'errore del "sottopancia" che ha continuato a presentare il giornalista Adinolfi come deputato.
Capita, ma quello che invece mi stupisce è che imperversi la parola onorevole come sinonimo di deputato mentre non lo è; e mi irrita che ormai sia tale la prassi anche fra i giornalisti di sostituire deputato o parlamentare con onorevole.
Mi sconcerta che anche nei collegamenti tv dalla Camera leggiamo che al nome dei vari deputati è anteposto On.le offrendo anche delle situazioni alquanto singolari come quando intervenne il Presidente del Consiglio: il titolatore scrisse, correttamente, Dott. Matteo Renzi, proprio la mosca bianca tra i vari On. 
Ma non potrebbero fare lo stesso così per tutti gli altri?
TRE PROPOSTE PER ABOLIRE QUESTO TITOLO.
La prima, presentata il 1° febbraio 2002 proveniente da parlamentari di differenti partiti (Antonio Serena (An), Luigi D’Agrò (Udc), Lorenzo Diana (Ds), Giuliano Pisapia (Prc), Luigi Ramponi (An) e Francesco Zama (FI) che chiedevano l’abolizione del titolo “onorevole” per “Accresce nella coscienza popolare quel diffuso senso di distacco che si riassume nel ben noto fenomeno dello scollamento tra classe politica e Paese reale”,
La seconda è del 13 luglio 2006 (la 1378, primo firmatario il leghista Paolo Grimoldi seguito da altri sei di vari partiti).
Ora la 3138 del 21 maggio 2015 promossa da sei deputati, tutti del M5S (Ciprini, Cominardi, Tripiedi, Lombardi, Dall'Osso e Chimienti), che hanno riproposto l'abolizione del titolo di "onorevole".
Ho scritto ad alcuni di questi ultimi esprimendo il mio apprezzamento ma precisando che non ha senso abolire qualcosa che non è mai stato sancito.
Ancora peggio quando si usa onorevole come sostantivo.
Onorevole NON sostituisce deputato/senatore e non è neppure un titolo ma un appellativo. Lo spiega bene Stefano Telve sul sito della Treccani definendo onorevole come "appellativo di cortesia".
Che significa? In parole povere è come Egregio Signor, punto e basta, e l'idea di adottarlo fu di Cavour quando si trovò a presiedere il primo Parlamento dell'Italia unita: Torino, 18 febbraio 1861. Lo ricorda anche il giornalista Sabino Labia su Agoravox.it.
I fatti: dato che si trovarono insieme parlamentari con vari titoli nobiliari accanto ad altri con titoli accademici o nessun titolo, Cavour, saggiamente, istituì l'appellativo onorevole da usarsi quando si rivolgevano l'un l'altro, vale a dire Onorevole collega ecc...
Invito a leggere il resoconto di quella prima seduta: S.M. il Re si rivolge ai presenti con queste parole: Signori Senatori! Signori Deputati!   (della parola onorevole nessuna traccia).
Qualcuno la fa risalire ad un'abitudine creatasi durante la Repubblica Cisalpina, nel 1848, quando il deputato Tola iniziò una lettera con "Onorevoli deputati": era esplicitamente un appellativo, non un titolo.
Un paio d'anni fa ebbi modo di dialogare con un europarlamentare italiano: "Ma perché vi distinguete anteponendo onorevole al vostro nome?"
"Potrebbero farlo anche gli altri perché quando il presidente si rivolge a noi dice Onorevoli colleghi"
"Certo, come atto di cortesia - replicai - infatti non dice Colleghi onorevoli"
Pensate che l'abbia capito?
Quale migliore occasione, in seguito, per accaparrarsi un privilegio di casta che, a dire il vero, è penoso soprattutto quando uno degli "onorevoli" decade o, peggio, è colpito da qualche provvedimento giudiziario.
Veniamo a Roma: si è fatta un mondo a sé al punto che pure i consiglieri comunali sono spesso chiamati onorevoli (e sapeste come ci tengono), ma nessuno, sia a Montecitorio come al Campidoglio, l'ha mai sancito.
Per questo motivo ritengo sia grave quando un parlamentare si autodefinisce onorevole proprio perché non è una carica elettiva o un titolo; a rigore di logica, potrebbe incorrere nell'art 498 del Codice penale se non fosse che, proprio perché non sancito da alcuna legge, come fai a condannare uno che si arroga un titolo che ...non esiste?
Onorevole NON sostituisce deputato/senatore e non è neppure un titolo, ma un appellativo. Lo spiega bene Stefano Telve sul sito della Treccani definendo onorevole come "appellativo di cortesia".
Siamo nel grottesco: la Costituzione italiana ha disconosciuto i titoli nobiliari, perché allora creiamo un ...surrogato? Ricordo come titolai il post del 26 marzo: Onorevole, un "caffè di cicoria" repubblicano.
Colleghi giornalisti, non pensate che i nostri parlamentari godano già di un discreto numero di privilegi che questo, peraltro astratto, potrebbe scomparire subito? Vogliamo allora smetterla con l'uso di onorevole? Vogliamo iniziare una campagna per il ripristino dell'Egregio Avvocato, Dottor, Professor o anche più semplicemente Egregio Signor? Se andassimo a rileggere cosa significa "essere considerato un signore" la parola onorevole, in politica, finirebbe subito nel dimenticatoio.
Bibliografia: www.sbircialapaola.it;  www.agoravox.it;  www.notix.it

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