mercoledì 18 maggio 2022

Adunata Alpini: accuse ignominiose

Quest'anno il Corpo degli Alpini ha celebrato i 150 anni dalla fondazione. Tuttavia, quello che mai ci saremmo aspettati di sentire dire è che agli Alpini si potessero affibiare accuse per il loro comportamento. E' successo a Rimini e per la prima volta, dopo che le Penne nere avevano sfilato per una dozzina di ore tra entusiastici applausi. La medesima accoglienza festosa era stata in città come Bergamo, L'Aquila, Torino, Piacenza, Treviso, Asti, Trento, Milano. E proprio in queste ultime che io, orgogliosamente bersagliere, volli essere presente per esprimere, con la mia modestissima presenza, il meritato tributo di riconoscenza a questi uomini che hanno sempre rappresentato al meglio l'Italia.
Non è un caso che il Capo dello Stato abbia sempre voluto essere vicino a loro che sono un ammirevole esempio di attaccamento ai migliori valori della Patria, sia in tempi di guerra che di pace. Mi ha sconvolto che, per la prima volta dopo oltre 90 (novanta) adunate che hanno sempre visto la partecipazione di decine di migliaia di Alpini, accompagnati da famigliari e amici, ci siano state lamentele per "molestie sessuali". Ma quali "molestie" se il sentirsi apprezzare in modo rispettosamente festoso potrebbe fare solo piacere? Suvvia! Stento a crederci per più motivi: cominciamo col dire che, conclusasi la leva nel 2004, l'età degli Alpini si è alzata e domando ai suoi denigratori: non essendosi mai macchiati di alcuna colpa quando erano più giovani lo dovrebbero fare oggi che, come minimo, sono sulla quarantina? Chi li accusa è mai stato in mezzo a loro, ha mai percepito tutta quella coinvolgente atmosfera di sano spirito di corpo che a tutto potrebbe preludere che alla maleducazione? Non entro nei meriti specifici delle singole denunce che, per quanto leggo, vanno dalle 150 alle 500. Immediato chiedersi: ma una denuncia è un atto formale, possibile che non si possa essere più precisi? Adesso viene fuori che ci sono stati casi analoghi anche in precedenti adunate. Posso allora ipotizzare che sia una strumentalizzazione ideoligica? Certo sarà un caso, ma sembra che le dichiarazioni di quanto, presumibilmente accaduto, arrivino da una certa parte politica o magari da associazioni che hanno colto l'occasione per avere un poco di richiamo. Per quanto possa valere la mia testimonianza affermo che in nessuna occasione, io che ero tra la folla, ho assistito a comportamenti irriguardosi. Tuttavia, non pensando che le accuse siano fantasiose, è inqualificabile dare così prevalenza mettendo in sottordine quanto di fieramente valido esprimano sempre gli Alpini. Ammiro quindi Sebastiano Favero, il presidente nazionale dell'A.N.A., che ha voluto pubblicamente chiedere scusa. Perchè così fanno i signori, quand'anche non soggettivamente responsabili.

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