domenica 9 gennaio 2022

E se l'indumento usato diventasse spazzatura?

Poco più di un anno fa, esattamente il 23 dicembre 2020, Repubblica pubblicò un interessante articolo a firma Daniele Di Stefano: Che fine fanno i nostri abiti usati. Il sommario "Ogni secondo l'equivalente di un camion carico di vestiti viene bruciato o portato in discarica. Dal 2025 scatta l'obbligo di istituire la raccolta differenziata dei rifiuti tessili che l'Italia ha anticipato al primo gennaio 2022". Nella sua ricerca Di Stefano metteva in evidenza anche un aspetto poco noto, o forse del tutto ignorato dai più: quando noi mettiamo un indumento dismesso nei cassoni gialli che troviamo nelle strade non facciamo alcuna beneficienza, missione invece svolta da onlus, Caritas o parrocchie. Il nostro indumento è invece gestito dai Comuni che, mediante un bando, l'affidano ad aziende che lo mettono sul mercato. Sorpresi? Bene, è invece ben più sorpredente quanto ci mostra video.corriere.it/moda-usa-getta-deserto-cile: una vera e propria collina di indumenti usati e tossici è nel deserto montuoso di Acatama (Cile); si calcola che siano circa 39mila tonnellate all'anno. Rappresentano quanto eliminato da singoli privati, scarti di produzione o, si legge nell'articolo. "capi donati in beneficienza provenienti da Stati Uniti, Canada, Europa e Asia"

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