venerdì 10 settembre 2021

Deplorevole negare il dramma delle Foibe

A diciotto anni di distanza, vale a dire dall'istituzione della legge n. 92 del 30 marzo 2004 con cui si è voluto "conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra..." c'è chi si ostina a negare o, quantomeno, sminuire quella che è stata una tragedia italiana. Una tragedia che dovrebbe quindi toccare la memoria e la sensibilità di tutti noi. Purtroppo il colpevole silenzio per quasi sessant'anni ha fatto sì che due generazioni di nostri connazionali non abbiano avuto notizia delle violenze patite da altri italiani. Questi negazionisti, con le loro spesso estemporanee osservazioni, non sanno di riaprire ferite mai cicatrizzate E' di questi ultimi giorni la presa di posizione di Ascanio Celestini che su Facebook arriva a chiedere l'abolizione del Giorno del ricordo. Nelle foibe furono gettati italiani di ogni categoria sociale: operai, insegnanti, militari, funzionari dello Stato, quindi espressioni di tutti noi. Sorprende che gran parte di quello che una volta si autoproclamava "arco costituzionale" non abbia preso posizione censurando questa iniziativa. Dove sono tutti quelli che in ogni sede, occupando anche larghi spazi dell'informazione nazionale, diedero addosso a Claudio Durigon chiedendone le dimissioni da sottosegretario all'Economia solo perchè aveva chiesto di riportare i giardinetti di Latina, il parco Falcone e Borsellino, all'originale intitolazione Arnaldo Mussolini, il fratello minore del Duce? Avevano addirittura tacciato Durigon di apologia del fascismo. Eppure non chiedeva altro che di ripristinare una denominazione ufficiale da decenni. Nessuno se ne era accorto che era stata in essere fino al luglio 2017? Ora perchè questi paladini della democrazia tacciono? Vogliono tornare a declassare i nostri poveri caduti?

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