martedì 28 aprile 2015

SCIOPERO: ma è sempre un libero diritto?

Lo sciopero adottato stamane a Milano da dipendenti dell'ATM ha messo in seria difficoltà ("disagio" è un eufemismo) migliaia di lavoratori trasformandoli in incolpevoli vittime di rivendicazioni che, pur avendo una loro giustificazione, sono sempre dannose quando si ripercuotono sulle spalle di gente che affida ai mezzi pubblici la propria economia quotidiana.
Il lavoro dei  dipendenti dell'ATM è sotto gli occhi di tutti, per cui lo rispetto; mi domando tuttavia se con certe agitazioni ci si rende  conto che esiste anche quello degli altri.
E' mai possibile che non ci sia quella capacità dialettica, quell'incisività negoziale che porti a degli accordi senza coinvolgere negativamente l'utenza (leggasi meglio Clienti) che diviene la parte più vulnerabile?
C'è gente con un lavoro precario, che vive del quotidiano con salari irrisori che non possono certo coprire spese di taxi.
Rispetto il diritto allo sciopero, ma è fondamentale che questo rispetti altri lavoratori, altrimenti si creano situazioni conflittuali.
Mi è difficile solidarizzare con lavoratori che per sostenere proprie rivendicazioni mettono in difficoltà altri lavoratori.
Varrebbe la pena di ricordare quanto accadde nel dicembre 2003 quando decine di migliaia di studenti e lavoratori rimasero a piedi o chiusi fuori dai cancelli della metropolitana. I gravi danni dei singoli cittadini non sono stati indennizati da alcuno.

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