giovedì 23 aprile 2015

EXPO, lavori per ...choosy?

Andiamo all'Expo, un'esperienza emozionante che Milano ha vissuto fino al 1985, giusto trent'anni fa quando smise di chiamarsi Fiera Campionaria. Arrivavano da ogni parte dell'Alta Italia, soprattutto in treno e corriera, e all'ora di pranzo aprivano i cartocci di pane, formaggio ed affettati e stappavano bottiglie portate da casa. Fotogrammi in bianco e nero della mia memoria. Ah, tempi andati di una società e di una fiera letteralmente scomparse...
Oggi, per l'Expo, la nuova Campionaria, si parla d'altro: il ritardo nell' ultimare alcune opere e ora la questione di chi avrebbe rinunciato a lavorarci.
Mah... Ai più è parso paradossale che dei giovani avessero rifiutato i sei mesi di lavoro offerti dalla Manpower per lavorare all'Expo 2015.
Ne ha dato notizia un giornale nazionale e così anche qualche tg. Quello che mi ha sorpreso e seccato è stata l'assoluta assenza del condizionale che, di fronte ad una notizia "che faceva notizia" sarebbe stato d'obbligo. Corretta RAI News che ha dato spazio a entrambe le voci: selezionatori e candidati. L'autorevole Aldo Grasso (di cui ho quasi sempre condiviso le opinioni), una volta citate notizia e fonte si è, comprensibilmente, detto sconcertato e, a differenza di altri, ha dimostrato  buongusto evitando marchiature del tipo "bamboccioni, choosy o sfigati". Giuseppe Sala, commissario dell'Expo, si è detto "stupito". Se uno è sconcertato o stupito significa, a parere mio, che si è di fronte a qualcosa di inaspettato e che va approfondito. 
Tutto questo mercoledi 22, infatti oggi, giovedi  23 aprile, non se ne parla più ai piani alti; però  i social network si riempiono di proteste e di precisazioni, Manpower (l'azienda incaricata di selezionare le candidature) chiarisce. Naturale conseguenza che qualche altro giornalista  voglia capirci meglio e L'Huffington Post si preoccupi di mettere nel titolo la sintesi virgolettata "Altro che turni scomodi e 1300 euro. Me ne hanno offerti 500 con cui pagarmi viaggio e panino" poi, a seguire, testimonianze e chiarimenti.  Meglio così.
Con i giovani ci dialogo da trent'anni e so che, per un lavoro onesto, non si tirano indietro. Ho conosciuto, anche nell'ambito familiare, universitarie che lavoravano nei call center per pagarsi gli studi e neolaureati impiegati come stagisti in grandi aziende: sei mesi a 250 euro, o addirittura gratis, più un buono pasto (un lusso!). 
Ma non erano schizzinosi, pardon, "choosy"?
Andiamoci all'Expo, incontreremo anche migliaia di volontari per il cui reclutamento non c'è stato limite d'età; ne cercherò quanti più possibile per stringere loro la mano perchè, testuale, "quell'attività richiede che i volontari siano in piedi sotto la pioggia o sotto il sole per 5 ore e 30 minuti consecutive".

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