lunedì 7 agosto 2023

"Sfiorisci bel fiore", a MARCINELLE

Mi è sempre più triste tornare a Marcinelle, sobborgo di Charleroi, dove all'alba dell'8 Agosto 1956 un'esplosione devastò uno dei due pozzi della miniera del Bois du Cazier. Sempre meno persone riportano testimonianze di quel giorno. Sulle pareti delle vecchie case che si affacciano su rue du Cazier sono affisse gigantografie: immagini in bianco e nero della gente che, stravolta dall'angoscia, attendeva impotente notizie dei loro familiari ancora laggiù nelle profondità dove erano andati a cavare il carbone; contrastano con quelle statuarie di politici e prelati dalle espressioni imperscrutabili. Purtroppo hanno i bordi ormai scollati, deteriorati e questo sembra allontanare l'atroce realtà di quel giorno dallo sguardo attuale. C'è pure un piccolo ristorante che si chiama Mine de Rien (letteralmente miniera di niente) mentre, al di là del cancellone, oltre il passo carraio e la vecchia bascula, dentro l'edificio che era la struttura logistica della miniera, c'è un altro ristorante, peraltro rinomato, e ti domandi come possa della gente conversare di buon cibo o brindare mentre lì, sotto i loro piedi, a mille metri di profondità, migliaia di minatori avevano lavorato giorno e notte dissetandosi di sudore per estrarre carbone. Auspico che chiudano gli occhi per qualche attimo di raccoglimento, si ritroverebbero nella concitazione di quel mattino dell'8 Agosto, ...ma non sarà così.
Ormai ogni parola, ogni rievocazione è retorica, ma non posso fare a meno di ricordare un dato a chi sostiene che nei bacini carboniferi andavano solo stranieri perchè i belgi disdegnavano quell'ingrato lavoro, non era proprio così: su 262 vittime al Bois du Cazier, 136 erano italiane e 95 belghe. In onore di tutte loro riporto la prima parte d'una delicata quanto struggente canzone che, come ricorda suo figlio Paolo, il grande Enzo Jannacci scrisse nel 1965 dedicandola a un minatore -SFIORISCI BEL FIORE- C‘è un fiore di campo che è nato in miniera Per soli pochi giorni lo stettero a guardar. Di un pianto suo dolce sfiorì in una sera, a nulla le nere mani valsero a salvar. BELLE FLEUR FANE’E Il y a une fleur des champs qui est née dans la mine Pour seulement quelques jours, ils restèrent à la regarder D’un pleur, sa douceur fleurit en una soirée, Les mais noires ne servirent à rien pour la sauver (© foto proprietà riservata di Gianmaria Italia)

1 commento:

  1. Quanta ragione hai, caro Gianmaria! Speriamo solo che la gente non dimentichi mai, e articoli come il tuo aiutano a mantenere vivo il ricordo.

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