venerdì 7 ottobre 2022

Milano, inesorabile e iniqua Area B

Dal 3 ottobre, a Milano, in quell'ampio territorio chiamato Area B (il 72% della città) che la Giunta di Beppe Sala istituì per vietare l'accesso ad autoveicoli a motore, è aumentato il numero delle limitazioni estendendole ai veicoli diesel Euro 4, Euro 5 e a Benzina Euro 2. Si iniziò il 21 gennaio 2019 con l'interdizione ai veicoli a benzina Euro 0 e a gasolio 0, 1, 2, 3 e progressivamente nelle altre categorie fino al 2030. L'intento fu di ridurre al massimo la presenza di autoveicoli inquinanti nella città lombarda. Questa la teoria, ma una somma idea teorica perchè, in realtà, tutta la città metropolitana paga l'inquinamento generato dal sistema autostradale che le scorre a Nord, vale a dire la A4 (l'arteria di maggior traffico del Sud Europa), la A8 e la A9, ovvero quelle di collegamento con Varese, Como e i Laghi. Nel varare quel provvedimento restrittivo non si tenne in alcun conto che c'era (e persiste) una corrente d'aria proveniente da Nord Ovest, quella appunto che riversa sul capoluogo lombardo le esalazioni provenienti dal transito di migliaia motocicli, automobili, autocarri e autoarticolati: una massa enorme aumentata di anno in anno. Interessa soprattutto quel tratto autostradale dal quadrivio Fiorenza allo sincolo con viale Zara. Una trentina d'anni fa scrissi un articolo per il mensile La Voce dei Vigili Urbani e lo intitolai "la sporca dozzina", i kilometri che, all'incirca, separano quei due punti. Se misurassero la qualità dell'aria di Cusago (località oltre la Tangenziale Ovest) la troverebbero migliore rispetto a Quarto Oggiaro, Certosa e Fulvio Testi. Non è casuale che sulla A4, in zona Ciniello Balsamo, un anno fa abbiano costruito un tunnel lungo 500 metri come antinquinamento e antirumore. L'inflessibile Giunta milanese, pur di mantenere il programma di modalità e scadenze che si era prefissata nel 2019, ha però inesorabilmente applicato dal 3 ottobre scorso il divieto anche ai veicoli diesel Euro 4, Euro 5 e a Benzina Euro 2, pena multe fino a 658 euro e sospensione della patente per i recidivi. Purtroppo senza tenere in alcun conto che colpisce migliaia di automobilisti milanesi che, ancora in difficoltò economiche, possiedono e possono guidare solo questi veicoli. Perchè debba pagarlo la comunità milanese non è del tutto chiaro. In molti ritengono questo provvedimento ideologico e lontano dalla realtà a cui ogni saggio amministratore pubblico dovrebbe rivolgere la propria attenzione. Sconcerta che la Giunta Sala, così "di Sinistra", non ne tenga conto e rimanga irremovibile nella restrizione, "Che almeno si derghi di un anno per dare un poco di respiro alle scarse finanze di gran parte della nostra popolazione", invocano alcuni. C'è chi, invece, è più incisivo ed è il parere tecnico dell'Automobile Club Milano, con in testa il suo presidente Geronimo La Russa che l'ha definito "Un provvedimento contro gli automobilisti e la Milano produttiva. Fu già un errore quando venne progettato, figuriamoci oggi". A contestare politicamente l'Area B è lo schieramento milanese del Centro Destra presente a Palazzo Marino, sede del comune, che lunedi 3 ottobre ha simbolicamente occupato la sala consigliare esponendo cartelli con la scritta "AREA B STOP DIVIETI IDEOLOGICI" (vedi foto). Dato che il sindaco Sala si è dichiarato irremovibile nel provvedimento non resta che supporre, almeno stando a quanto ho descritto sopra, che la ragione della protesta abbia una sua valenza.

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