mercoledì 29 giugno 2022

Aeroporti: non passano le bibite ma puoi comprarle (più costose) al duty free. Perché mai?

Estate, tempo di viaggi soprattutto per chi non fa dell'aereo un mezzo frequente per i propri spostamenti. Così ecco che, del tutto ingenuamente, trovi il passeggero che al check in, dopo avere consegnato la propria valigia per l'imbarco in stiva, ha una borsa con qualche oggetto che intende tenersi in cabina. Niente di male se non pensi che ci sarà anche il controllo dello scanner dove l'attenzione degli addetti è - giustamente - rigorosa. Succede quello che è accaduto ad una persona che ieri era in coda davanti a me in un aeroporto europeo. Oltre alla borsa, al pc e un paio d'altre cose, cintura e orologi compresi, messi bene in vista sulla vaschetta del nastro trasportatore, ha anche una cassettina in legno contenente una pregevole bottiglie di liquore: l'aveva avuta in regalo da un amico proprio poche ore prima di partire. Questo ha spiegato all'operatore, e la buona fede era palese. No risoluto, non può imbarcarla. Il passeggero, superata la costernazione, non può certo abbandonare quel ben di Dio, anche solo per rispetto per chi gli ha fatto il dono. Che fa? Apre la cassettina, toglie la bottiglia, la stappa e beve un paio di abbondanti sorsate; poi conserva come ricordo il tappo e la cassettina vuota (è ammessa) e getta la bottiglia nel bidone dei rifiuti posto accanto al nastro trasportatore. Gli altri passeggeri che hanno seguito la scena gli esprimono solidarietà e l'operatore al controllo gli chiede sorridendo se quel liquiore era buono. Il pollice alzato sostituisce la bocca che è piena. Qualche decina di metri dopo attraversiamo l'ampia area dei duty free shops dove sono in bella mostra beni di ogni genere, bottiglie di liquori comprese che, invece, potremmo liberamente comprare e portare sull'aereo. Completamente d'accordo che il controllo dei bagagli serva ad impedire che a bordo vadano oggetti pericolosi (la lista è alquanto lunga e rivela anche articoli inimmaginabili), ma quello della bottiglia di liquore (come anche dell'innocua acqua minerale o succo di frutta) respinta prima dello scanner non trova proprio giustificazione visto che poi una bottiglietta da mezzo litro d'acqua qui la trovi a € 2,50 è legittimo porre questa domanda: che i filtri della procedura antiterrorismo servano, seppur indirettamente, agli interessi dei negozi nei duty free?

Nessun commento:

Posta un commento