martedì 7 ottobre 2014

SEMPRE PIU' NUMEROSI (4.482.115) gli Italiani residenti all'estero mentre la politica...

Da 4.028.000 a 4.482.115 in 5 anni; dal 2009 al 2013 è aumentato di quasi mezzo milione il numero delle iscrizioni all'AIRE, l'Anagrafe degli Italiani all'Estero. La crescita è costante quanto preoccupante perchè rappresenta il 7,5% della nostra popolazione.
Ce lo rivela  la Fondazione Migrantes (CEI) pubblicando i risultati di una meticolosa ricerca, la IX edizione del "Rapporto Italiani nel mondo", una pregevole pubblicazione diretta dalla Dott.sa Delfina LICATA.
Nel 2013 la variazione + 140.959 rispetto al 2012 è data sia dall'emigrazione vera e propria (+ 94.126) che dalle nascite all'estero. Il 52,1% degli iscritti proviene dal Meridione, ma lo scorso anno le regioni di maggiore provenienza furono la Lombardia (16.418 unità), il Veneto (8.743) e il Lazio (8.211).
L'aspetto macroscopico che sfugge (colpevolmente) a certi nostri amministratori pubblici non è solo nella costante crescita, quanto dall'aumento rispetto all'anno prima (nel 2012 emigrarono in 78.941 vale a dire +15.185). Un esodo che, dati alla mano, può prefigurarsi come una diaspora; ma dove sono andati?
Regno Unito 12.933; Germania 11.731; Svizzera 10.300; Francia 8.405; Argentina 7.496; Brasile 5.472; USA 5.267  Interessanti questi altri numeri: 1.904 sono emigrati in Australia e 1.000 in Cina; altrettanto interessante registrare che in 731 l'anno scorso hanno preso residenza in Lussemburgo dove la popolazione complessiva è di sole 543.202 unità (gli Italiani sono circa il 4,5% ).
E' prevalente il numero dei giovani, ma anche di coloro che hanno compiuto gli "anta" e che, trovando porte chiuse in Italia, cercano nuove prospettive all'estero; infatti il 36,2% è rappresentato da Italiani di età compresa tra i 18 e i 34 anni, mentre il 26,8% è fra i 35 e i 49 anni. Si tratta di risorse, non mi stanco di ripeterlo, che l'Italia perde; infatti, fermarsi al solo dato statistico è un errore, occorre leggerne i significati .
Così come significativo, che avevo peraltro già anticipato in un mio post dell'aprile 2013, è che diminuiscono gli stranieri che regolarizzano la loro presenza in Italia: sono la metà dei nostri Emigrati. 

Sono rimasto perplesso dopo avere letto ciò che il sottosegretario agli Esteri Mario Giro, intervenendo alla presentazione del Rapporto, ha dichiarato : 
"Un tema serio ma nello stesso tempo poco sentito quello degli italiani all’Estero ma è un tema di grande attualità"
"La politica deve affrontare i problemi delle comunità all’estero, l’Italia deve darsi una politica per gli italiani all’estero e non solo, non considerarli soltanto folclore o una 'grana'. Bisogna trovare la giusta sensibilità".
Meno male, quindi apprezzabile, però ci ha rivelato quanto sostengo da tempo: i nostri politici non hanno sensibilità verso i nostri Emigranti. Ho infatti girato al Sottosegretario queste mie perplessità e mi ha risposto subito ed in modo soddisfacente. L'ho ringraziato ma, per rispetto della privacy, non pubblico il testo della sua missiva. Tuttavia, fra le dichiarazioni pubbliche da cui ho attinto, c'è anche questa ammissione:   
"Ho vissuto 15 anni a Bruxelles, perchè mio padre era un dirigente europeo, ma non sono mai andato a Marcinelle prima di quest'anno"
Marcinelle è a 61 km da Bruxelles; beh, meglio tardi che mai, no?



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