lunedì 17 giugno 2013

IMU come fu deliberata a Milano


Oggi, 16 giugno, scadenza pagamenti

IMU: si fa un gran parlare di questa imposta, eppure a Milano fu deliberata da pochi. Sconcertante, vero
Ecco come è avvenuto:
il Consiglio comunale è composto dal Sindaco e da 48 consiglieri; il 26/6/2012, in occasione della discussione del regolamento IMU (o Imposta Municipale Propria), assente il Sindaco erano presenti in aula solo 21 consiglieri (contro 48 eletti). Presiedeva Basilio Rizzo e venne approvato con 17 voti a favore e 4 contrari (delibera n° 22): quindi solo una minoranza dei consiglieri eletti approvò aliquote e regolamento  per un'imposta che  tanto sta travagliando la vita economica e politica.
Per questo invito il sindaco PISAPIA a rivederne le aliquote e considerare quale "abitazione principale" le case degli emigranti milanesi che, comunque, pagano tasse per servizi comunali (i.e. tarsu) senza avvalersene*. Questa legittima assimilazione l'hanno già deliberata una cinquantina di capoluoghi di regione e di provincia e oltre trecento comuni: perchè Milano vuole distinguersi in negativo?

Ricordo che a carico di detti immobili, anche se sfitti, Milano usò la mano pesante: venne fissata l'aliquota massima vale a dire 1,06%
Ritengo sia stato un provvedimento alquanto ingeneroso verso i nostri EMIGRANTI che, col loro lavoro, onorano l'Italia all'estero.
* la tassa è quella somma che il cittadino paga in cambio di un servizio particolare e solo se ne usufruisce  (leggasi  www.agenziaentrate.it)  
Perchè, dunque, deve pagarla l'emigrante non residente nell' immobile sito nel comune di Milano? Con quale superficialità si sono penalizzati gli iscritti all'AIRE senza, contestualmente, togliere loro una tassa per un servizio che non utilizzano? 

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