Che io ricordi il più importante caso in cui una parte del testo di una canzone è stato cambiato fu quello di My guy che divenne My God nello straordinario film Sister Act.
A percorrerne le tracce ci ha pensato una maestra di scuola elementare, primaria pardon, nel comune di Zoppola: per non urtare la sensibilità (penso presunta suscettibilità) di* islamici la parola Gesù nella canzoncina Minuetto di Natale l'ha cambiato in Perù.
Secondo me il più "illetterato" degli Italiani avrebbe deciso: "se non voglio parlare di Gesù a che serve scegliere una canzone che parla di Natale?"
Così non è stato in quella scuola e, da quanto leggo, la dirigente scolastica si sarebbe limitata ad una ammonizione verbale all'insegnate che si è scusata promettendo che non lo farà più.
Che ne pensa la ministra Fedeli?
Lei e tutta la scala gerarchica dell'Istruzione italiana si sono mai chiesti: "che potrebbero allora dire gli Ebrei che si vedono il Crocefisso in ogni luogo pubblico?"
Non mi risulta che si siano mai scandalizzati o abbiamo manifestato intolleranza o solo suscettibilità; oltretutto la Comunità ebraica ha partecipato alla nostra Rivoluzione risorgimentale...
Non aggiungo altro se no mi irrito ancor di più, però auspico che il provveditore agli studi prenda provvedimenti un po' più tangibili dell'ammonizione verbale, se no possiamo chiudere baracca e burattini.
* ho scritto di e non degli perché non credo proprio che tutti gli islamici si possano sentire offesi per una caso come questo.
domenica 31 dicembre 2017
domenica 24 dicembre 2017
Lo Sport nel Cinema raccontato da Donatella ITALIA
Dall'atletica al rugby, dal calcio al nuoto come dal golf al lacrosse, piuttosto che dall'hockey all'equitazione o dalla boxe al motorismo, sono bel 27 le discipline che hanno dato lo spunto per questa vasta produzione cinematografica esplorata da Donatella Italia per scegliere 56 titoli e scriverne le recensioni. La Prof.sa Natalina Ceraso Levati (presidente, tra l'altro, della Divisione Calcio Femminile della FIGC dal 1997 al 2009) ha così definito questa opera: "Censire 27 discipline sportive non è facile né scontato; è indice di una duttilità mentale ragguardevole e, soprattutto, di una immensa passione che mai si esaurirà ma troverà sempre nel proprio animo, nuova linfa"
Questo il senso di SPORT MOVIES my COLLECTION, il libro di 272 pagine in cui sono state raccolte queste recensioni tra cui non poteva mancare quella del primo film a carattere sportivo della Storia cinematografica.
Senz'altro, dunque, un repertorio alquanto vasto e di assoluto interesse per appassionati di Cinema e di Sport introdotto dal contributo di esperti come Natalina Ceraso Levati, Claudio Barbaro, Pietro Mazzo ed Enrico Radaelli.
Per informazioni sull'opera scrivere all'autrice donatellaitalia@gmail.com
Donatella Italia e Gianni Maddaloni (foto proprietà riservata) |
Donatella Italia intervista Gianni Maddaloni, a cui è ispirato L'Oro di Scampia (foto proprietà riservata) |
sabato 16 dicembre 2017
Che pensioni vuole tagliare Di Maio?
Clamorosa gaffe o è il piano dei parlamentari M5s?
La voglia di tagliare le pensioni torna d'attualità dopo la sconcertante dichiarazione di Di Maio: "dobbiamo tagliarle a chi prende 2.300 euro di pensione", lasciando intendere e sbagliando in pieno, che si tratti di "pensione d'oro". Che forse il Movimento 5 stelle abbia inavvertitamente mostrato il suo vero volto? Sarebbe un suicidio politico.
Conclusione a cui l'esponente di M5s arriva dopo che gli è stato detto che occorre recuperare fondi per 12 miliardi.
Idea assurda perché "prendere" significa che è dal netto che il pensionato si trova accreditato e quindi non certo il lordo; Di Maio e tutti coloro che parlano di pensioni debbono usare chiarezza: dal lordo o dal netto? Nel primo caso si sappia che la differenza tra lordo e netto se la intasca già lo Stato, l'erario alla fonte, prima di arrivare nel nostro portafogli.
E comunque non si sia generici, si abbia il coraggio di precisare l'entità del taglio, quanto? 2 o 500 euro? E poi ha dimenticato che quella pensione - non certo d'oro - è già oggetto di "tagli" perché da qualche anno ne è stata sterilizzata la pur legittima indicizzazione.
Di Maio sa che con quella pensione decine di migliaia di pensionati mantengono i loro figli?
Di fronte alla pronta replica di Renzi, che la definisce una follia, ecco che il Movimento 5 stelle rettifica: "Quando parliamo di pensioni d'oro ci riferiamo a quelle sopra i 5 mila euro nette".
Certo una gran bella differenza!
La repentina correzione non deve essere stata una più realistica valutazione di quell'elemento chimico dal latino aurum, quanto la presa di coscienza che l'affermazione di Di Maio - che va scartata assolutamente da lui e da chiunque abbia uguali propositi - potrebbe essere pagata con decine di migliaia di voti in meno alle prossime elezioni, gettando alle ortiche le sue ambizioni a prossimo candidato premier.
Mi sa che i penstastellati debbano ora guardare in faccia la realtà, capire cosa significa la pensione e come vivono i pensionati; vadano con la memoria alle affermazioni di qualche nostro politico secondo il quale con l'indennità parlamentare fa fatica a mandare avanti la famiglia (!!!). Dopo aver ben riflettuto mettano su carta bollata i loro intenti altrimenti inanelleranno altre figuracce che portano acqua al mulino degli avversari politici.
Credo che quando si tocca questo argomento occorra essere ponderati e documentati; suggerisco come riferimento ciò che aveva proposto due anni fa Giorgia Meloni: "si riconteggino le pensioni prendendo in considerazione solo quelle oltre i 5.000 euro lordi mensili".
La voglia di tagliare le pensioni torna d'attualità dopo la sconcertante dichiarazione di Di Maio: "dobbiamo tagliarle a chi prende 2.300 euro di pensione", lasciando intendere e sbagliando in pieno, che si tratti di "pensione d'oro". Che forse il Movimento 5 stelle abbia inavvertitamente mostrato il suo vero volto? Sarebbe un suicidio politico.
Conclusione a cui l'esponente di M5s arriva dopo che gli è stato detto che occorre recuperare fondi per 12 miliardi.
Idea assurda perché "prendere" significa che è dal netto che il pensionato si trova accreditato e quindi non certo il lordo; Di Maio e tutti coloro che parlano di pensioni debbono usare chiarezza: dal lordo o dal netto? Nel primo caso si sappia che la differenza tra lordo e netto se la intasca già lo Stato, l'erario alla fonte, prima di arrivare nel nostro portafogli.
E comunque non si sia generici, si abbia il coraggio di precisare l'entità del taglio, quanto? 2 o 500 euro? E poi ha dimenticato che quella pensione - non certo d'oro - è già oggetto di "tagli" perché da qualche anno ne è stata sterilizzata la pur legittima indicizzazione.
Di Maio sa che con quella pensione decine di migliaia di pensionati mantengono i loro figli?
Di fronte alla pronta replica di Renzi, che la definisce una follia, ecco che il Movimento 5 stelle rettifica: "Quando parliamo di pensioni d'oro ci riferiamo a quelle sopra i 5 mila euro nette".
Certo una gran bella differenza!
La repentina correzione non deve essere stata una più realistica valutazione di quell'elemento chimico dal latino aurum, quanto la presa di coscienza che l'affermazione di Di Maio - che va scartata assolutamente da lui e da chiunque abbia uguali propositi - potrebbe essere pagata con decine di migliaia di voti in meno alle prossime elezioni, gettando alle ortiche le sue ambizioni a prossimo candidato premier.
Mi sa che i penstastellati debbano ora guardare in faccia la realtà, capire cosa significa la pensione e come vivono i pensionati; vadano con la memoria alle affermazioni di qualche nostro politico secondo il quale con l'indennità parlamentare fa fatica a mandare avanti la famiglia (!!!). Dopo aver ben riflettuto mettano su carta bollata i loro intenti altrimenti inanelleranno altre figuracce che portano acqua al mulino degli avversari politici.
Credo che quando si tocca questo argomento occorra essere ponderati e documentati; suggerisco come riferimento ciò che aveva proposto due anni fa Giorgia Meloni: "si riconteggino le pensioni prendendo in considerazione solo quelle oltre i 5.000 euro lordi mensili".
venerdì 15 dicembre 2017
Borseggiata non può volare
E' successo il 6 dicembre all'aeroporto della Malpensa.
Una signora deve partire per la Sicilia su un volo in partenza nel tardo pomeriggio; purtroppo poco prima è stata derubata: le era stata sottratta la borsetta dove c'erano tutti i suoi beni, inclusi documenti e denaro.
Fà subito la denuncia alla Polizia aeroportuale e con quella si reca al gate per l'imbarco.
"Documenti?"
"Non ne ho, mi li hanno rubati con tutto il resto, ecco la denuncia"
L'operatrice al desk fà un paio di telefonate ma la risposta non ammette speranze.
"No, mi spiace, ma senza documenti d'identità lei non può partire"; eppure il suo nome è nella lista d'imbarco.
In soccorso della donna ormai in lacrime, un'insegnante che sta tornando in Sicilia per trascorrere qualche giorno in famiglia, si muove subito una collega, anche lei in partenza che, conoscendola, si offre come garante.
Niente da fare; il problema è ancora più serio perché la derubata è rimasta senza soldi; si avvia allora una spontanea gara di solidarietà tra gli altri passeggeri per fornirle almeno quanto può servire per tornare al domicilio lombardo.
L'aereo parte senza la passeggera, in angoscia, che resta a terra.
Non è mio compito formulare ipotesi su quali provvedimenti sarebbero stati adottati se al suo posto ci fosse stato un qualcun altro/altra, certo sono alquanto perplesso: possibile che con una denuncia scritta della Polizia e la disponibilità di una garante, la possibilità di riscontri soggettivi un/una cittadino/a italiano non può prendere il volo, peraltro nazionale, che ha regolarmente pagato?
Avrete notato che non ho citato l'aeroporto di destinazione, l'ora del decollo, il numero del volo, la sua sigla e quindi il nome della compagnia affinché non si interpretasse questo mio post come un atto d'accusa verso chiunque, anche perché è verosimile che l'operatrice al desk (essendo della SEA) si sarebbe comportata così anche per voli di altre compagnie.
Resta comunque insoluto il problema alquanto serio che ha vissuto quella persona che, oltretutto, era appena stata vittima di un furto.
Se tra i miei lettori scaturissero proposte per una soluzione sarò ben lieto di pubblicarle, grazie
Una signora deve partire per la Sicilia su un volo in partenza nel tardo pomeriggio; purtroppo poco prima è stata derubata: le era stata sottratta la borsetta dove c'erano tutti i suoi beni, inclusi documenti e denaro.
Fà subito la denuncia alla Polizia aeroportuale e con quella si reca al gate per l'imbarco.
"Documenti?"
"Non ne ho, mi li hanno rubati con tutto il resto, ecco la denuncia"
L'operatrice al desk fà un paio di telefonate ma la risposta non ammette speranze.
"No, mi spiace, ma senza documenti d'identità lei non può partire"; eppure il suo nome è nella lista d'imbarco.
In soccorso della donna ormai in lacrime, un'insegnante che sta tornando in Sicilia per trascorrere qualche giorno in famiglia, si muove subito una collega, anche lei in partenza che, conoscendola, si offre come garante.
Niente da fare; il problema è ancora più serio perché la derubata è rimasta senza soldi; si avvia allora una spontanea gara di solidarietà tra gli altri passeggeri per fornirle almeno quanto può servire per tornare al domicilio lombardo.
L'aereo parte senza la passeggera, in angoscia, che resta a terra.
Non è mio compito formulare ipotesi su quali provvedimenti sarebbero stati adottati se al suo posto ci fosse stato un qualcun altro/altra, certo sono alquanto perplesso: possibile che con una denuncia scritta della Polizia e la disponibilità di una garante, la possibilità di riscontri soggettivi un/una cittadino/a italiano non può prendere il volo, peraltro nazionale, che ha regolarmente pagato?
Avrete notato che non ho citato l'aeroporto di destinazione, l'ora del decollo, il numero del volo, la sua sigla e quindi il nome della compagnia affinché non si interpretasse questo mio post come un atto d'accusa verso chiunque, anche perché è verosimile che l'operatrice al desk (essendo della SEA) si sarebbe comportata così anche per voli di altre compagnie.
Resta comunque insoluto il problema alquanto serio che ha vissuto quella persona che, oltretutto, era appena stata vittima di un furto.
Se tra i miei lettori scaturissero proposte per una soluzione sarò ben lieto di pubblicarle, grazie
giovedì 14 dicembre 2017
Bentornato PAOLO!
Dopo 139 giorni Paolo Nespoli è tornato sulla Terra; è atterrato stamane nella steppa del Kazakhstan.
Il suo viaggio nella navetta Soyuz era iniziato il 28 luglio in compagnia dell'americano Randy Bresnik e del russo Sergei Ryazansky.
Visto il nome della missione (VITA) non si può che considerarla ben augurante, un'altra splendida esperienza infatti per l'astronauta milanese e un punto in più per l'Agenzia Spaziale Italiana.
Il suo viaggio nella navetta Soyuz era iniziato il 28 luglio in compagnia dell'americano Randy Bresnik e del russo Sergei Ryazansky.
Visto il nome della missione (VITA) non si può che considerarla ben augurante, un'altra splendida esperienza infatti per l'astronauta milanese e un punto in più per l'Agenzia Spaziale Italiana.
martedì 12 dicembre 2017
Milano ignora Giovanni Guareschi
O meglio, continua ad ignorare il sensibile quanto acuto ed estremamente "vero" Giovannino Guareschi.
Non c'è infatti una sola strada intitolata al giornalista, umorista e caricaturista parmense che, come scrittore, è in assoluto l'autore italiano più tradotto; per trovarne qualcuna occorre andare nel sui hinterland: Opera, Vimodrone..., ma Milano no.
E proprio oggi che la celeberrima Brescello è sommersa dalle acque, e a migliaia sarà venuta in mente quell'esondazione del Po che unì sinistri e destri, Peppone e Don Camillo (Il ritorno di Don Camillo), il Comune di Milano ha preferito intitolare due opere di Citylife (una via ad Anna Maria Ortese e una galleria ad Anna Castelli Ferrieri) a due persone certo validissime, ma se una strada deve essere un "monumento" a perenne memoria. come continuare a dimenticare Guareschi? Speriamo se lo ricordino l'anno prossimo, nel 2018, quando ricorrerà il 50° dalla morte (22 luglio 1968).
Se per la politica non sarà così allora forse vuole dire che per Giovannino Guareschi basta la memoria e l'affetto della gente. Ma sì, forse è meglio, così il suo nome inciso su targhe in marmo non sarà imbrattato da qualche writer.
Non c'è infatti una sola strada intitolata al giornalista, umorista e caricaturista parmense che, come scrittore, è in assoluto l'autore italiano più tradotto; per trovarne qualcuna occorre andare nel sui hinterland: Opera, Vimodrone..., ma Milano no.
E proprio oggi che la celeberrima Brescello è sommersa dalle acque, e a migliaia sarà venuta in mente quell'esondazione del Po che unì sinistri e destri, Peppone e Don Camillo (Il ritorno di Don Camillo), il Comune di Milano ha preferito intitolare due opere di Citylife (una via ad Anna Maria Ortese e una galleria ad Anna Castelli Ferrieri) a due persone certo validissime, ma se una strada deve essere un "monumento" a perenne memoria. come continuare a dimenticare Guareschi? Speriamo se lo ricordino l'anno prossimo, nel 2018, quando ricorrerà il 50° dalla morte (22 luglio 1968).
Se per la politica non sarà così allora forse vuole dire che per Giovannino Guareschi basta la memoria e l'affetto della gente. Ma sì, forse è meglio, così il suo nome inciso su targhe in marmo non sarà imbrattato da qualche writer.
giovedì 7 dicembre 2017
ANTONIO CARRARO, ASSUNZIONI DI VALORE
Quanto mai sconcertante, come ho già
scritto e detto, l’eco alle 70 offerte di lavoro dell’Azienda (iniziale
maiuscola d’obbligo) padovana.
Molte testate si sono fermate al
fatto che nessuno aveva ancora risposto senza sottolineare, invece, il valore espresso
da questa iniziativa: offriva lavoro qualificato!
Offriva la possibilità di aprire gli
occhi, l’orizzonte su cosa è il mondo industriale, sulla concretezza e, ancor più importante, la Carraro, con quei nuovi
posti di lavoro, dimostrava e dimostra la propria vitalità credendo nel
proprio futuro imprenditoriale in Italia e scommettendo sulla creazione e valorizzazione
di nuove risorse, per giovani come per coloro che, pur con esperienza, si trova oggi senza lavoro.
E' forse poco? Suvvia, è un’iniziativa che vale il miglior spot pubblicitario.
No, certa nostra stampa più o meno
importante, non l’ha capito e quindi non l’ha esaltata preferendo titolare lo “scandalo”
delle (momentanee) non risposte. Lasciamo stare poi chi ha voluto cercare (presumo
senza trovarli) contorti dubbi e dietrologie: venivano offerti 70 (settanta)
nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato, basta e chiuso. Cos’altro ci si
doveva aspettare da Campodarsego?
D’altronde le aziende, come i
giornali, sono fatte da persone, c’è chi agisce nel giusto e chi tentenna ad
arrivarci
martedì 5 dicembre 2017
Si offrono 70 posti di lavoro e nessuno risponde?
L'Antonio Carraro, una rinomata
azienda padovana specializzata nella produzione di trattori, cerca 70 lavoratori da inserire a vari
livelli; la sua Titolare precisa che il contratto di assunzione è a tempo
indeterminato e lo stipendio è di € 1590 al mese (non mi è noto se per qualsiasi ruolo).
Una proposta
che alletterebbe chiunque è alla ricerca di un lavoro, ma i titoli di giornale
che mi passano sotto gli occhi mi sconcertano: “Nessuno risponde all’offerta”.
L’azienda è
corretta perché, seppur lordi, 1590 euro li toglie dal proprio bilancio, ma occorre
considerare che al lavoratore arriva il netto con cui, se arriva da lontano,
deve pagarsi viaggio da pendolare o l’affitto. Potrebbe
essere questo un motivo di tentennamento
nel rispondere? Forse.
La notizia è
di tre giorni fa e ricordo anche un servizio televisivo dove, dopo la
presentazione d’effetto ecco una doverosa correzione …in corsa: l’intervista a
tre persone che escono dall’azienda dopo aver consegnato il proprio curriculum,
quindi il “nessuno risponde” è da ridiscutere se non cancellare.
Non mi fermo
e vado anche a leggere i vari commenti
riportati da vari social e i dubbi dei lettori si sprecano perché tutti
noi abbiamo visto le migliaia di nostro giovani che attraversano l’Italia per
partecipare, senza una minima illusione, a concorsi. Ai più saranno ben noti i
miseri salari a cui i nostri giovani si adattano pur di avere un lavoro onesto
e sperare in tempi migliori. Abbiamo occhi e orecchie tappati quando ci sono
state le inchieste sulle paghe ai ragazzi impiegati nei call-center? E gli italiani espulsi dai cantieri edili per
la concorrenza dei manovali dell’Est Europa?
C’è chi
paventa anche il luogo comune dei giovani che preferiscono fare il medico o
l’avvocato. Ma chi l’ha detto? Non lo si esclude, ma sono informati che si fa pratica per anni negli
ospedali o negli studi legali in cambio di una stretta di mano? Certo che se guru dell’Economia ospitati in questo o quel talk show ci vengono a dire che le
professioni del futuro non passano davanti ad un tornio od una fresa saranno pochini quelli che vanno ai corsi di formazione professionale, e
comunque quelli bravi che ne escono non restano sulla porta a lungo.
Ecco, è su
questo punto che soffermo la riflessione:
se quella manodopera fosse stata disponibile in zona la Antonio Carraro avrebbe coperto i ruoli nel giro di poche settimane, e invece non è stato così. Che non ci sia stata la sperata pubblicizzazione? Non so e comunque è la
stessa azienda a rendersene conto, tanto che ha organizzato un open day per il
16 dicembre per presentare se stessa e le funzioni richieste. Io credo che ci
sarà la folla.
Quello che mi lascia attonito è che da una buona parte dell’informazione il messaggio che è passato
ai lettori è che non ci sono giovani e meno giovani disposti a fare l’operaio.
Cosa non vera perché la Carraro cerca anche ingegneri, periti meccanici
disegnatori, impiegati, non solo operai, mestiere che comunque nessuno snobba.
Io la vita del settore metalmeccanico la conosco bene, so quanti giovani vi si
avvicinano per mettere a frutto gli studi professionali o comunque per cominciare a lavorare, e non
sono certo schifati.
I titoli
erano di tre giorni fa e ora, dopo che cominciano ad emergere notizie meno
“scandalistiche”, come quella che pubblica oggi Il Mattino di Padova (e doverosamente
gliene rendo merito): “ad oggi le domande d’assunzione sono già 3000” Tremila scrivono i Colleghi padovani mentre il Gazzettino smorza: "Arrivano mille curricula in 48 ore";
ciononostante, c’è ancora qualche sito che ancora oggi mette nel titolo che l’azienda
“non trova nessuno”. Certo che la prima sensazione è di discredito sulla nostra
classe di lavoratori a cui verrebbe la puzza sotto il naso fare il
metalmeccanico. Qui prodest?
No, non mi
sta bene questo “fare informazione” e l’Ordine dei Giornalisti dovrebbe
intervenire.martedì 21 novembre 2017
MILANO perde Agenzia Europea Farmaco
Ma Milano non l'ha persa al sorteggio tra due buste (Amsterdam e Milano); così come non si deve recriminare se, dopo i tempi supplementari, un giocatore sbaglia un rigore senza pensare alle occasioni mancate nei 90' più supplementari di gioco: bisognava andare prima in gol .
Ha ragione il presidente della Lombardia Roberto Maroni: l'intero nostro Governo, o almeno una squadra di autorevoli ministri, e non solo un sottosegretario avrebbero dovuto essere presenti a Bruxelles durante le votazioni.
E l'EMA non l'ha persa solo Milano (890 posti di lavoro diretti), ma il nostro intero Paese; il capoluogo lombardo ha giocato tutte le carte disponibili, per cui non si può tacere quanto siano stati colpevoli il Governo e la politica italiana a cui non piace la crescente ìmportanza di Milano, ma anche l'informazione nazionale che per giorni ha preferito mettere in prima pagina le diatribe all'interno della sinistra (minuscolo d'obbligo) per le dichiarazioni di Bersani, D'Alema, Pisapia e altri loro compagni. Oggi è invece il primo titolo: che delusione!
E non ci può certo consolare il fatto che in Italia ci siano altre due agenzie europee: Efta per la sicurezza alimentare e la quasi sconosciuta Etf , Fondazione europea per la formazione.
Ora la sconfitta occupa i primi titoli: troppo tardi, era meglio agire prima, durante la gara.
Occorreva fare squadra, corpo unico per mostrare il volto dell'Italia a cui posti di lavoro e entrate avrebbero fatto ben più comodo al nostro bilancio che non i retaggi delle impopolari restrizioni imposteci dal ministro Fornero e dal governo Monti.
Ha ragione il presidente della Lombardia Roberto Maroni: l'intero nostro Governo, o almeno una squadra di autorevoli ministri, e non solo un sottosegretario avrebbero dovuto essere presenti a Bruxelles durante le votazioni.
E l'EMA non l'ha persa solo Milano (890 posti di lavoro diretti), ma il nostro intero Paese; il capoluogo lombardo ha giocato tutte le carte disponibili, per cui non si può tacere quanto siano stati colpevoli il Governo e la politica italiana a cui non piace la crescente ìmportanza di Milano, ma anche l'informazione nazionale che per giorni ha preferito mettere in prima pagina le diatribe all'interno della sinistra (minuscolo d'obbligo) per le dichiarazioni di Bersani, D'Alema, Pisapia e altri loro compagni. Oggi è invece il primo titolo: che delusione!
E non ci può certo consolare il fatto che in Italia ci siano altre due agenzie europee: Efta per la sicurezza alimentare e la quasi sconosciuta Etf , Fondazione europea per la formazione.
Ora la sconfitta occupa i primi titoli: troppo tardi, era meglio agire prima, durante la gara.
Occorreva fare squadra, corpo unico per mostrare il volto dell'Italia a cui posti di lavoro e entrate avrebbero fatto ben più comodo al nostro bilancio che non i retaggi delle impopolari restrizioni imposteci dal ministro Fornero e dal governo Monti.
lunedì 13 novembre 2017
Il Mondiale boccia il calcio italiano
L’esito della partita di San Siro, dove
la Nazionale svedese ha fermato sullo 0-0 quella italiana eliminandola dal
Mondiale, è l’epilogo già scritto della china discendente intrapresa dalla
nostra squadra nell’ultimo decennio.
Abbiamo voluto vivere sugli allori del
trionfo di Berlino (2006) ma dimenticando che poi hanno fatto seguito due
eliminazioni consecutive dal primo turno del Mondiale.
L’unico rammarico l’ho per Gigi Buffon
che non meritava di finire la ventennale carriera in Nazionale con questa
eliminazione. A fine gara, tra le lacrime, ha proferito parole nobili, ...che
siano ricordate.
Sorrido per certi commenti di telecronisti
che, stupiti per l’improduttività dei nostri calciatori in campo, non facevano
che ripetere che gli avversari erano meno forti di noi, così è stato anche per
la gara al Meazza: gli Svedesi, “meno
forti di noi”, ci hanno lasciato a casa e parteciperanno a Russia 2018!
Occorre avere l’umiltà a tutti i
livelli, quando si affida la Nazionale ad un ct bisogna mettersi in testa che,
molto probabilmente, sarà già un bel traguardo che la nostra squadra si
qualifichi per le semifinali.
Ora il Calcio italiano deve guarire dall'esterofilia che l'ha afflitta negli ultimi 6-7 anni dove bastava che un giocatore avesse un'H in più, una K o una Y nel proprio nome per incoronarlo come un talento, salvo poi rispedirlo a casa, a garanzia scaduta, con viaggio pagato. Si devono riscoprire i vivai e le scuole calcio; i club devono rimandare i propri osservatori nei campi di periferia alla ricerca di talenti in erba. Solo così, disponendo di quantità, potremo individuare la qualità.
Ora il Calcio italiano deve guarire dall'esterofilia che l'ha afflitta negli ultimi 6-7 anni dove bastava che un giocatore avesse un'H in più, una K o una Y nel proprio nome per incoronarlo come un talento, salvo poi rispedirlo a casa, a garanzia scaduta, con viaggio pagato. Si devono riscoprire i vivai e le scuole calcio; i club devono rimandare i propri osservatori nei campi di periferia alla ricerca di talenti in erba. Solo così, disponendo di quantità, potremo individuare la qualità.
Che dire del pubblico che ha fischiato l'Inno svedese? Ora avrà tutto il tempo per fischiare sé stesso.
sabato 21 ottobre 2017
Inquinamento e demagogia
Fra i titoli d'apertura dei tg regionali di Lombardia e Piemonte si dà rilievo all'emergenza inquinamento dovuta al perdurare dello smog che aumenta ogni anno in questo periodo.
E' l'occasione per i sedicenti paladini dell'ecologia di invocare la volontà politica affinchè si elimini il ricorso ai combustibili fossili e si avvii la riqualificazione energetica degli edifici; sono poi i primi a comoscerne i limiti di attuazione. Proclami declamati ad ogni emergenza perchè fanno scalpore ma che non tengono conto delle quotidiane realtà.
Ai più sfuggono alcuni particolari: quella brutta nuvola grigia che sovrasta la Pianura Padana coincide con il percorso dell'autostrada A4, la Torino-Milano-Venezia, vale a dire l'asse autostradale più trafficato del Sud Europa. Nessuno si è mai preoccupato di osservare le direttrici di traffico al quadrivio Fiorenza a ovest di Milano Quarto Oggiaro? Vi convergono i veicoli in entrata e uscita da Milano e interessanti sia l'autostrada A4 che la A8 dei Laghi: nelle ore di punta le code raggiungono i 5-6 km ...a motore acceso. Se pensiamo che sul solo tratto Milano-Brescia (100 km) transitano ogni giorno 290mila autoveicoli e che i capoluoghi piemontese e lombardo sono circondati da un anello autostradale possiamo facilmente immaginare quanto inquinamento possano immettere nell'aria. Si aggiunga anche un elemento atmosferico: la corrente dei venti è prevalentemente da NW, vale a dire che dalla corona alpina prendono in pieno quella fascia di inquinanti e la riversano sulle aree metropolitane di Torino e Milano.
Certo allora che le centraline di rilevamento impazziscono e riportano tassi preoccupanti di Pm10, oltre i 100 microgrammi per metro cubo, ma la colpa non degli autoveicoli all'interno della città.
Infatti non va taciuto che il traffico veicolare all'interno delle singole cttà, soprattutto Milano, è in continua diminuzione, lo affermano gli stessi amministratori pubblici esaltando l'aumentato ricorso ai mezzi pubblici e la validità dell'Area C.
Perchè allora pensare di risolvere il problema limitando drasticamente la circolazione dgli autoveicoli privati colpendo soprattutto i veicoli alimentati a gasolio fino all'euro5? A che serve imporre l'adozione del filtro antiparticolato se i carburanti son quelli "di Stato" e quelli solo possiamo utilizzare?
Si è mai controllato invece lo stato degli impianti di riscaldamento degli edifici pubblici? Alla concentrazione di centri logistici lontano o poco serviti dai mezzi pubblici?
Quelle stesse amministrazioni che impongono il fermo auto sono poi le stesse che insediano poli commerciali e direzionali fuori dalle città costringendo all'uso dell'auto privata; una dimostrazione eclatante sarà la Città della salute prevista a Sesto San Giovanni nell'area ex Falck: il mezzo ATM più vicino si ferma almeno mezzo km prima... Non si sarà allora costretti a ricorrere all'auto? Qui prodest?
E' stato dichiarato più volte, ma le mire sono diverse e a quanto pare è meglio apparire davanti ai mass media come i paladini dell'ecologia e lasciare però a piedi la gente che lavora. Prepariamoci alla solita parodia: domenica le telecamere indugeranno su variopinti ciclisti e pattinatori su roller blades che, scorrazzando in piazza Duomo si contenderanno la scena; prevedo anche qualche calesse trainato da cavalli e poi ecco l'immancabile e gioiosa dichiarazione al microfono della tv di turno: "Iniziativa da ripetere, dovrebbe essere così ogni giorno" a beneficio della demagogia. Lunedi si registrerà un calo degli inquinanti e se ne attribuirà il merito al fermo auto e non che le autostrade non sarano state percorse dai veicoli dei pendolari e dai camion, dalla vita economica di ogni giorno.
Si spinga al miglioramento dei carburanti e dei combustibili e non si criminalizzi chi va in auto che, per i suoi costi, non è usata mai con leggerezza: chi può la evita senza drastici divieti.
E' l'occasione per i sedicenti paladini dell'ecologia di invocare la volontà politica affinchè si elimini il ricorso ai combustibili fossili e si avvii la riqualificazione energetica degli edifici; sono poi i primi a comoscerne i limiti di attuazione. Proclami declamati ad ogni emergenza perchè fanno scalpore ma che non tengono conto delle quotidiane realtà.
Ai più sfuggono alcuni particolari: quella brutta nuvola grigia che sovrasta la Pianura Padana coincide con il percorso dell'autostrada A4, la Torino-Milano-Venezia, vale a dire l'asse autostradale più trafficato del Sud Europa. Nessuno si è mai preoccupato di osservare le direttrici di traffico al quadrivio Fiorenza a ovest di Milano Quarto Oggiaro? Vi convergono i veicoli in entrata e uscita da Milano e interessanti sia l'autostrada A4 che la A8 dei Laghi: nelle ore di punta le code raggiungono i 5-6 km ...a motore acceso. Se pensiamo che sul solo tratto Milano-Brescia (100 km) transitano ogni giorno 290mila autoveicoli e che i capoluoghi piemontese e lombardo sono circondati da un anello autostradale possiamo facilmente immaginare quanto inquinamento possano immettere nell'aria. Si aggiunga anche un elemento atmosferico: la corrente dei venti è prevalentemente da NW, vale a dire che dalla corona alpina prendono in pieno quella fascia di inquinanti e la riversano sulle aree metropolitane di Torino e Milano.
Certo allora che le centraline di rilevamento impazziscono e riportano tassi preoccupanti di Pm10, oltre i 100 microgrammi per metro cubo, ma la colpa non degli autoveicoli all'interno della città.
Infatti non va taciuto che il traffico veicolare all'interno delle singole cttà, soprattutto Milano, è in continua diminuzione, lo affermano gli stessi amministratori pubblici esaltando l'aumentato ricorso ai mezzi pubblici e la validità dell'Area C.
Perchè allora pensare di risolvere il problema limitando drasticamente la circolazione dgli autoveicoli privati colpendo soprattutto i veicoli alimentati a gasolio fino all'euro5? A che serve imporre l'adozione del filtro antiparticolato se i carburanti son quelli "di Stato" e quelli solo possiamo utilizzare?
Si è mai controllato invece lo stato degli impianti di riscaldamento degli edifici pubblici? Alla concentrazione di centri logistici lontano o poco serviti dai mezzi pubblici?
Quelle stesse amministrazioni che impongono il fermo auto sono poi le stesse che insediano poli commerciali e direzionali fuori dalle città costringendo all'uso dell'auto privata; una dimostrazione eclatante sarà la Città della salute prevista a Sesto San Giovanni nell'area ex Falck: il mezzo ATM più vicino si ferma almeno mezzo km prima... Non si sarà allora costretti a ricorrere all'auto? Qui prodest?
E' stato dichiarato più volte, ma le mire sono diverse e a quanto pare è meglio apparire davanti ai mass media come i paladini dell'ecologia e lasciare però a piedi la gente che lavora. Prepariamoci alla solita parodia: domenica le telecamere indugeranno su variopinti ciclisti e pattinatori su roller blades che, scorrazzando in piazza Duomo si contenderanno la scena; prevedo anche qualche calesse trainato da cavalli e poi ecco l'immancabile e gioiosa dichiarazione al microfono della tv di turno: "Iniziativa da ripetere, dovrebbe essere così ogni giorno" a beneficio della demagogia. Lunedi si registrerà un calo degli inquinanti e se ne attribuirà il merito al fermo auto e non che le autostrade non sarano state percorse dai veicoli dei pendolari e dai camion, dalla vita economica di ogni giorno.
Si spinga al miglioramento dei carburanti e dei combustibili e non si criminalizzi chi va in auto che, per i suoi costi, non è usata mai con leggerezza: chi può la evita senza drastici divieti.
martedì 17 ottobre 2017
Sono 4.973.942 gli Italiani emigrati
E' il dato al 1° gennaio 2017 rilevato e reso pubblico dalla Fondazione Migrantes presentando il suo annuale Rapporto Italiani nel mondo. Quasi 5milioni, vale a dire l'8,2% mentre il 1° gennaio 2016 se ne contarono 4.811.163 (7,9%).
Precisa che l'anno scorso si sono iscritti all'AIRE in 124.076 connazionali (contro i 107.529 del 2015) il documento non trascura un aspetto altamente preoccupante: 48.600 di loro sono di età compresa tra i 18 e i 34 anni, nel 2015 furono 39.410.
Finalmente anche grandi testate come Repubblica e La Stampa usano il termine più appropriato di talenti in fuga, perchè all'estero c'è ormai spazio solo per talenti e noi ne abbiamo, ma il nostro mondo economico, comunque espresso, non rappresenta più il loro campo dove coltivare progetti per il futuro.
Vedi anche http://unavaligiadisperanze.blogspot.lu/
Precisa che l'anno scorso si sono iscritti all'AIRE in 124.076 connazionali (contro i 107.529 del 2015) il documento non trascura un aspetto altamente preoccupante: 48.600 di loro sono di età compresa tra i 18 e i 34 anni, nel 2015 furono 39.410.
Finalmente anche grandi testate come Repubblica e La Stampa usano il termine più appropriato di talenti in fuga, perchè all'estero c'è ormai spazio solo per talenti e noi ne abbiamo, ma il nostro mondo economico, comunque espresso, non rappresenta più il loro campo dove coltivare progetti per il futuro.
Vedi anche http://unavaligiadisperanze.blogspot.lu/
lunedì 9 ottobre 2017
ANNULLATO IL CONCERTO PER RICORDARE NASSIRIYA
11 ottobre ore 12
POCO FA MI E' STATO COMUNICATO CHE IL CONCERTO DEL 22 ALL'ARCIMBOLDI E' STATO ANNULLATO
NON NASCONDO IL MIO RAMMARICO CHE CERTO SARA' CONDIVISO DALLE DECINE DI MIEI LETTORI E DA TUTTI GLI AMICI CHE AVEVANO APPLAUDITO L'INIZIATIVA
L'attivissima Sezione Milano Magenta dell'Associazione Nazionale Carabinieri e l'UNUCI, Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d'Italia, hanno organizzato un concerto della Fanfara del III Reggimento Carabinieri, diretta dal Mo.Maresciallo Andrea Bagnolo, per ricordare gli Italiani vittime dell'attentato del 12 novembre 2003: quel mattino si spegneva tragicamente la loro missione di aiuto alla popolazione tormentata dalla guerra.
Avrà inizio alle 20 precise di domenica 22 ottobre presso il Teatro degli Arcimboldi a Milano, in via del'Innovazione 20 (viale Sarca - Univ. MI Bicocca).
Il Ten. ELIO PEDICA, presidente ANC |
il Gen. di Brigata MARIO SCIUTO, presidente UNUCI |
Io avrò l'onore di esserne il presentatore e invito tutti i miei lettori ad intervenire: un momento solenne da dedicare alla nostra Patria e a Chi la rappresenta ovunque nel mondo anche a prezzo dell'estremo sacrificio.
Un evento, con ingresso libero, davvero da non perdere!
martedì 3 ottobre 2017
Gianni Agnelli e le domande impertinenti
Assolombarda, 8 marzo 1997, era un sabato ed è per me una data alquanto importante: intervistai Gianni Agnelli.
Avvenne durante una pausa del convegno "Verso l'economia globale" che, tra i relatori, annoverava Renato Ruggiero, Giorgio Fossa (Confindustria), Mario Monti (allora Commissario UE) e, appunto, Gianni Agnelli.
Un paio di giorni prima avevo letto un suo commento a proposito di un libro dell'economista Innocenzo Cipolletta, "La responsabilità dei ricchi".
Mi aveva fatto riflettere e così, forse animato da sconsideratezza, mi avvicinai brandendo il microfono di Videobrianza di cui curavo il telegiornale. Il suo capoufficio stampa mi guardò severo ma mi rivolsi direttamente ad Agnelli citando appunto il suo commento sul libro di Cipolletta. Non gli nascosi la mia perplessità sulla sua opinione che non teneva conto della realtà sociale; mi rispose con garbo, domande e repliche si susseguirono con spontaneità. Rimasi sorpreso per la disponibilità dell'Avvocato che poi ringraziai mentre altri colleghi, incuriositi, si erano frattanto avvicinati.
Francamente seguii ben poco il seguito dei lavori perchè la mia mente frullava ricordando cosa avevo detto all'Uomo più potente d'Italia.
Al termine del convegno, mentre Agnelli usciva, mi avvicinai e gli dissi: "Presidente, mi scusi se la mia domanda è stata un poco impertinente".
La sua risposta, con un sorriso, fu: "Le domande, o sono impertinenti o non sono domande". © Copyright Gianmaria Italia
Avvenne durante una pausa del convegno "Verso l'economia globale" che, tra i relatori, annoverava Renato Ruggiero, Giorgio Fossa (Confindustria), Mario Monti (allora Commissario UE) e, appunto, Gianni Agnelli.
Un paio di giorni prima avevo letto un suo commento a proposito di un libro dell'economista Innocenzo Cipolletta, "La responsabilità dei ricchi".
Gianni Agnelli e Gianmaria Italia (Assolombarda 1997) |
Mi aveva fatto riflettere e così, forse animato da sconsideratezza, mi avvicinai brandendo il microfono di Videobrianza di cui curavo il telegiornale. Il suo capoufficio stampa mi guardò severo ma mi rivolsi direttamente ad Agnelli citando appunto il suo commento sul libro di Cipolletta. Non gli nascosi la mia perplessità sulla sua opinione che non teneva conto della realtà sociale; mi rispose con garbo, domande e repliche si susseguirono con spontaneità. Rimasi sorpreso per la disponibilità dell'Avvocato che poi ringraziai mentre altri colleghi, incuriositi, si erano frattanto avvicinati.
Francamente seguii ben poco il seguito dei lavori perchè la mia mente frullava ricordando cosa avevo detto all'Uomo più potente d'Italia.
Al termine del convegno, mentre Agnelli usciva, mi avvicinai e gli dissi: "Presidente, mi scusi se la mia domanda è stata un poco impertinente".
La sua risposta, con un sorriso, fu: "Le domande, o sono impertinenti o non sono domande". © Copyright Gianmaria Italia
sabato 30 settembre 2017
30 settembre, Giornata contro la violenza sulle Donne
Non ci si può estraniare da questo intento e sono contento che vi aderiscano anche le
squadre di serie A di calcio femminile; dopotutto fui anche il primo
giornalista italiano premiato dalla FIGC per avere seguito e promosso questa disciplina a
livello nazionale.
Tuttavia, già allora e purtroppo anche oggi, riscontro che la solidarietà femminile spesso latita.
Mi spiego meglio.
Mentre tutti deprechiamo eventi delittuosi compiuti su donne, e queste donne fanno sentire la loro voce in
occasione di
rivendicazioni, non trovo uguale solidarietà tra loro
nel vivere quotidiano; il mondo del lavoro è teatro di episodi dove la
mancanza di rispetto sconcerta. Se si può capire la concorrenza un po'
meno invece lo sminuire, solo per rivalità, il livello culturale e/o scolastico di colleghe: un comportamento che trovo deplorevole.
Un’incongruenza che rivela l'intima debolezza di talune e che si traduce in un’offesa per il mondo femminile.
Auspico quindi, da uomo, che questa Giornata sia sempre con l'iniziale
maiuscola.
venerdì 8 settembre 2017
BUONI PASTO, altra figuraccia degli esperti ministeriali
Dal Ministero per lo Sviluppo Economico marcia indietro con una modifica alquanto goffa sull'utilizzo dei buoni pasto o ticket.
Se fino a qualche mese fa gravava la disposizione della legge di stabilità 2015 che potevano essere utilizzati solo nella stessa giornata e comunque non "per fare la spesa", quindi uno al giorno alla faccia delle esigenze dietetiche dei singoli lavoratori, oltreutto i buoni pasto sono parte della retribuzione e un dipendente ne può fare l'uso più appropriato.
Ora, alla luce di una vasta ed autorevole levata di scudi, si cambia opinione: potranno essere utilizzati fino a 10 ticket insieme (si vorrebbe a 8) e comunque spendibili pressochè ovunque.
Una figuraccia per i "titolati esperti" che due anni fa avevano orientato il Parlamento alla limitazone e a quei giornalisti (ancor meno esperti) che avevano appoggiato quella decisione.
Se fino a qualche mese fa gravava la disposizione della legge di stabilità 2015 che potevano essere utilizzati solo nella stessa giornata e comunque non "per fare la spesa", quindi uno al giorno alla faccia delle esigenze dietetiche dei singoli lavoratori, oltreutto i buoni pasto sono parte della retribuzione e un dipendente ne può fare l'uso più appropriato.
Ora, alla luce di una vasta ed autorevole levata di scudi, si cambia opinione: potranno essere utilizzati fino a 10 ticket insieme (si vorrebbe a 8) e comunque spendibili pressochè ovunque.
Una figuraccia per i "titolati esperti" che due anni fa avevano orientato il Parlamento alla limitazone e a quei giornalisti (ancor meno esperti) che avevano appoggiato quella decisione.
giovedì 31 agosto 2017
Conio 1 e 2 centesimi - figuraccia di politici italiani
Governo e Parlamento debbono disporre di efficaci casse di risonanza perchè sembra che tutti abbiano ormai memorizzato che dal gennaio 2018 non circoleranno più le monetine da 1 e 2 centesimi.
Innanzitutto, come ho scritto nel mio post del 27 maggio, l'emendamento alla manovra-bis (primo firmatario Sergio Boccadutri del PD) si "limitava" a bloccarne il conio, non certo la libera circolazione di quelle ormai prodotte.
Bruxelles ha invece ordinato a Roma di continuare a produrle perchè il fermarne la produzione non porterebbe ad alcun risparmio e soprattutto, essendo una moneta europea, non è facoltà dei singoli parlamenti limitarne il conio (ed ancor più la circolazione) ma della BCE, oltretutto non si ignori quale effetto speculativo avrebe innescato tale stop.
Per cui le monetine da 1 e 2 centesimi continueranno ad essere prodotte e, soprattutto, circolare.
Che figuraccia per quei parlamentari che hanno dedicato del tempo da noi pagato per emettere e sottoscrivere un emendamento ..."fuorilegge".
Innanzitutto, come ho scritto nel mio post del 27 maggio, l'emendamento alla manovra-bis (primo firmatario Sergio Boccadutri del PD) si "limitava" a bloccarne il conio, non certo la libera circolazione di quelle ormai prodotte.
Bruxelles ha invece ordinato a Roma di continuare a produrle perchè il fermarne la produzione non porterebbe ad alcun risparmio e soprattutto, essendo una moneta europea, non è facoltà dei singoli parlamenti limitarne il conio (ed ancor più la circolazione) ma della BCE, oltretutto non si ignori quale effetto speculativo avrebe innescato tale stop.
Per cui le monetine da 1 e 2 centesimi continueranno ad essere prodotte e, soprattutto, circolare.
Che figuraccia per quei parlamentari che hanno dedicato del tempo da noi pagato per emettere e sottoscrivere un emendamento ..."fuorilegge".
lunedì 21 agosto 2017
22 agosto 1914, quel tragico giorno per la Francia
Rossignol, il cimitero di guerra francese (foto G.Italia) |
Su quel fronte la Francia perderà circa 100mila uomini di cui, nella sola giornata del 22 agosto 1914 cadranno, falciati dal piombo nemico, 27.000 uomini, tanti quanti in tutta la Guerra d'Algeria (1954-1962): gli storici francesi la definiscono la journée la plus meurtrièere de toute l'Histoire militaire de la France.
GENO AURIEMMA, THE GREAT
Geno Auriemma e Gianmaria Italia (autore foto Michele Brunello © proprietà riservata) |
Da qualche parte ho letto: "Nessuna distanza potrà mai tenere lontano chi vuole stare vicino" e così la squadra femminile di basket dell'Università del Connecticut è in Italia per un tour sia culturale che sportivo, ma celetamente sentimentale per il suo allenatore, l'avellinese Luigi "Geno" Auriemma.
Va aggiunto che sua moglie Kathy è di origine calabrese e nel Connectocut è alquanto significativa una comunità di origine siciliana (lo era anche un mio prozio che ad Hartford faceva il barbiere), tanto che a Floridia, in provincia di Siracusa, hanno intitolato una strada ai Floridiani di Hartford.
Venerdì, dopo che il giorno prima a Palazzo Vecchio, Firenze, gli era stato consegnato per mia volontà il Premio ASI Italiani nel mondo, ha fatto tappa al Palazzetto dello Sport di Vicenza dove le Huskies (affettuoso nomignolo per le cestiste dell'UCONN) hanno tenuto un allenamento ed una partita dimostrativa contro una selezione di cestiste venete.
Kathy Auriemma (foto di Gianmaria Italia © proprietà riservata) |
Non potevo non conoscerli personalmente e così ho raggiunto Geno e sua moglie a Vicenza dove l'incontro è stato dei più cordiali, quasi ci conoscessimo da tempo ...e le foto lo stanno a dimostrare.
Accanto alla motivazione del premio, che ha particolarmente gradito per il suo significato, gli ho detto: "Geno, we are proud of you!"
(foto di Gianmaria Italia © proprietà riservata) |
martedì 15 agosto 2017
Minniti? su, Alfano? giù, Giovani? fuori!
Se imperassero anche in Italia i sondaggi come negli USA, facilmente riscontreremmo questi orientamenti. Uno favorevole al ministro Minniti la cui linea di fermezza nel regolamentare i soccorsi ai migranti nel Mediterraneo sta producendo frutti; opposto il risultato per il ministro degli esteri Alfano che in 24 ore si è trovato ad autorizzare il ritorno del nostro ambasciatore al Cairo in cambio della promessa di un paio di documenti ma non del nome dei carnefici di Giulio Regeni e il silenzio che sembra avere palesato di fronte alla repentina scarcerazione di due dei tre ceceni che - in 3 contro 1 - hanno pestato a sangue il nostro Niccolò Ciatti riducendolo in in di vita. La Spagna li ha rispediti liberi in Francia dove erano stati accolti quali "richiedenti asilo"(!!!!)
E per i giovani che hanno assistito alla massacro di Niccolò senza muovere un dito in sua difesa indico l'uscio: FUORI! Un comportamento indegno come quello che Dante assegnò agli ignavi.
Mi rattrista e amareggia perché ho sempre difeso la nostra gioventù, ma i filmati di quella sera al St Trop' hanno rivelato al mondo intero la pochezza di questa generazione che, pur manifestando grandi ambizioni, vorrebbe rottamare la precedente ma non muove un passo per difendere un coetaneo. No, un'inazione vergognosa che peserà come un rimorso nella loro memoria.
Mi è doveroso precisare che oggi, 16 agosto, il nostro ministro degli esteri Alfano ha chiamato il proprio omologo spagnolo perché l'iter giudiziario sia breve. Non ci si aspettava forse altro tipo di intervento e prima?
E per i giovani che hanno assistito alla massacro di Niccolò senza muovere un dito in sua difesa indico l'uscio: FUORI! Un comportamento indegno come quello che Dante assegnò agli ignavi.
Mi rattrista e amareggia perché ho sempre difeso la nostra gioventù, ma i filmati di quella sera al St Trop' hanno rivelato al mondo intero la pochezza di questa generazione che, pur manifestando grandi ambizioni, vorrebbe rottamare la precedente ma non muove un passo per difendere un coetaneo. No, un'inazione vergognosa che peserà come un rimorso nella loro memoria.
Mi è doveroso precisare che oggi, 16 agosto, il nostro ministro degli esteri Alfano ha chiamato il proprio omologo spagnolo perché l'iter giudiziario sia breve. Non ci si aspettava forse altro tipo di intervento e prima?
martedì 8 agosto 2017
Marcinelle 8 agosto 1956 ...e l'Italia pianse
Stamane,
alle 8,02, i 262 rintocchi della campana di Maria Mater Orphanorum, a
Marcinelle, hanno ricordato le vittime della tragedia del 1956
Marcinelle
e, soprattutto Bois du Cazier, sarebbero stati nomi sconosciuti nella geografia
europea e addirittura belga. Erano invece la località a sud di Charleroi e la
sua miniera di carbone dove, poco dopo le 8 dell’8 agosto 1956 si compì una
tragedia che causò la morte di 262 lavoratori di cui 136 italiani (per metà abruzzesi) e 95 belgi. Sembra l'abbia causato un errore umano, ma prima o poi sarebbe successo perchè lavorare in quei cunicoli con sopra la testa mille metri di terra deve essere stato di una fatica, di una spossatezza estrema.
Il lavoro poi riprese fino al 1967 quando fu chiusa definitivamente.
L’escavazione
nelle miniere aveva fatto affluire in Belgio migliaia di nostri connazionali, ne
erano stati previsti 50mila: “età massima 35 anni e in buona salute” così
ripartiti: 1000 minatori a settimana in cambio di 200 kg di carbone al giorno, a prezzo preferenziale, per ogni minatore. Avrebbero
viaggiato in treno fino a Namur e da lì smistati nei cinque bacini carboniferi.
Era il
risultato dell’accordo sottoscritto a Roma proprio dieci anni prima (23 giugno
1946) tra il nostro Paese e Bruxelles, per l’Italia firmò il capo delegazione,
il conte Secco Suardo e per il Belgio il
comte Geoffrey d’Aspremont-Lynden, incaricato d’affari presso l’Ambasciata del
Belgio a Roma.
Ci fu una
vasta campagna di pubblicizzazione per reclutare i lavoratori come salari
elevati, viaggi ferroviari gratuiti, assegni
familiari, ferie pagate e pensionamento anticipato. In realtà, già dall’alloggiamento
nelle cantines, le baracche calde d’estate
e gelide d’inverno, l’esperienza non fu delle migliori anche perché l’accoglienza
dei belgi non fu delle migliori, sulle case era facile trovare scritte alquanto
esplicite: ni animaux, ni etrangers Insomma, un pane guadagnato a
caro prezzo.
Condizioni di vita e di lavoro durissime, pagine della nostra Storia che dovrebbero essere citate a scuola. Bene ha fatto il Presidente Mattarella a ricordarlo nel suo messaggio, solo che l'Emigrazione italiana continua; non si va in miniera ma, alla luce dell'attualità dei tempi, per i nostri connazionali non è una passeggiata lasciare le proprie case e affrontare le incognite di un lavoro all'estero.
Condizioni di vita e di lavoro durissime, pagine della nostra Storia che dovrebbero essere citate a scuola. Bene ha fatto il Presidente Mattarella a ricordarlo nel suo messaggio, solo che l'Emigrazione italiana continua; non si va in miniera ma, alla luce dell'attualità dei tempi, per i nostri connazionali non è una passeggiata lasciare le proprie case e affrontare le incognite di un lavoro all'estero.
sabato 5 agosto 2017
Addio a TETTAMANZI, cardinale della contemporaneità
il nostro incontro nel novembre 2010 |
Fu arcivescovo di Milano dal 2002 al 201; guidò la Diocesi di Milano subito dopo il Card Carlo Maria MARTINI e la consegnò all'allora patriarca di Venezia Angelo SCOLA
Ho avuto modo di conoscerlo, apprezzarne le virtù di pastore e posso permettermi di correggere chi lo definisce "il cardinale degli Ultini"
Certo si è parlato di lui per le iniziative presso i carcerati, i rom, i disadattati e i lavoratori in difficoltà; altrettanto fu attento alla realtà sociale, comunque espressa. Considero quindi quella definiziome limitativa della sua opera perchè si seppe muovere con attenzione e concretezza nella contemporaneità del suo tempo. Ecco, Dionigi Tettamanzi fu il Cardinale della contemporaneità.
venerdì 28 luglio 2017
INARRESTABILE L'EMIGRAZIONE ITALIANA
Dalla piccola Valle d'Aosta all'operosa Lombardia continuiamo a espatriare. Aumentano infatti di anno in anno gli Italiani che prendono la residenza all'estero e negli ultimi tempi la regione che maggiormente vi contribuisce è la Lombardia per numero mentre, in rapporto alla popolazione, sono significativi gli esodi da Sicilia, Campania, Veneto e Lazio. Ecco l'elenco degli iscritti all'AIRE, Anagrafe Italiani Residenti all'Estero, al 1° gennaio 2017 per complessive 123.717 unità. Per chi è interessato all'Emirazione italiana consiglio la lettura di https://unavaligiadisperanze.blogspot.it/
274 | Val d'Aosta | |
784 | Molise | |
1.067 | Basilicata | |
1.399 | Umbria | |
2.878 | Liguria | |
2.937 | Sardegna | |
3.097 | Abruzzo | |
3.164 | Marche | |
3.497 | Trentino A.Adige | |
3.780 | Friuli V.Giulia | |
5.195 | Calabria | |
6.176 | Puglia | |
6.490 | Toscana | |
8.002 | Campania | |
8.969 | Piemonte | |
9.008 | Emilia Romagna | |
11.059 | Lazio | |
11.453 | Sicilia | |
11.593 | Veneto | |
22.895 | Lombardia | |
totale | 123.717 | |
il 1° genn 2016 | ||
erano | 4.811.163 | gli iscritti all'AIRE |
diventano | 4.934.880 | al 1° gennaio 2017 pari all'8,13% della nostra popolazione |
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