L'Antonio Carraro, una rinomata
azienda padovana specializzata nella produzione di trattori, cerca 70 lavoratori da inserire a vari
livelli; la sua Titolare precisa che il contratto di assunzione è a tempo
indeterminato e lo stipendio è di € 1590 al mese (non mi è noto se per qualsiasi ruolo).
Una proposta
che alletterebbe chiunque è alla ricerca di un lavoro, ma i titoli di giornale
che mi passano sotto gli occhi mi sconcertano: “Nessuno risponde all’offerta”.
L’azienda è
corretta perché, seppur lordi, 1590 euro li toglie dal proprio bilancio, ma occorre
considerare che al lavoratore arriva il netto con cui, se arriva da lontano,
deve pagarsi viaggio da pendolare o l’affitto. Potrebbe
essere questo un motivo di tentennamento
nel rispondere? Forse.
La notizia è
di tre giorni fa e ricordo anche un servizio televisivo dove, dopo la
presentazione d’effetto ecco una doverosa correzione …in corsa: l’intervista a
tre persone che escono dall’azienda dopo aver consegnato il proprio curriculum,
quindi il “nessuno risponde” è da ridiscutere se non cancellare.
Non mi fermo
e vado anche a leggere i vari commenti
riportati da vari social e i dubbi dei lettori si sprecano perché tutti
noi abbiamo visto le migliaia di nostro giovani che attraversano l’Italia per
partecipare, senza una minima illusione, a concorsi. Ai più saranno ben noti i
miseri salari a cui i nostri giovani si adattano pur di avere un lavoro onesto
e sperare in tempi migliori. Abbiamo occhi e orecchie tappati quando ci sono
state le inchieste sulle paghe ai ragazzi impiegati nei call-center? E gli italiani espulsi dai cantieri edili per
la concorrenza dei manovali dell’Est Europa?
C’è chi
paventa anche il luogo comune dei giovani che preferiscono fare il medico o
l’avvocato. Ma chi l’ha detto? Non lo si esclude, ma sono informati che si fa pratica per anni negli
ospedali o negli studi legali in cambio di una stretta di mano? Certo che se guru dell’Economia ospitati in questo o quel talk show ci vengono a dire che le
professioni del futuro non passano davanti ad un tornio od una fresa saranno pochini quelli che vanno ai corsi di formazione professionale, e
comunque quelli bravi che ne escono non restano sulla porta a lungo.
Ecco, è su
questo punto che soffermo la riflessione:
se quella manodopera fosse stata disponibile in zona la Antonio Carraro avrebbe coperto i ruoli nel giro di poche settimane, e invece non è stato così. Che non ci sia stata la sperata pubblicizzazione? Non so e comunque è la
stessa azienda a rendersene conto, tanto che ha organizzato un open day per il
16 dicembre per presentare se stessa e le funzioni richieste. Io credo che ci
sarà la folla.
Quello che mi lascia attonito è che da una buona parte dell’informazione il messaggio che è passato
ai lettori è che non ci sono giovani e meno giovani disposti a fare l’operaio.
Cosa non vera perché la Carraro cerca anche ingegneri, periti meccanici
disegnatori, impiegati, non solo operai, mestiere che comunque nessuno snobba.
Io la vita del settore metalmeccanico la conosco bene, so quanti giovani vi si
avvicinano per mettere a frutto gli studi professionali o comunque per cominciare a lavorare, e non
sono certo schifati.
I titoli
erano di tre giorni fa e ora, dopo che cominciano ad emergere notizie meno
“scandalistiche”, come quella che pubblica oggi Il Mattino di Padova (e doverosamente
gliene rendo merito): “ad oggi le domande d’assunzione sono già 3000” Tremila scrivono i Colleghi padovani mentre il Gazzettino smorza: "Arrivano mille curricula in 48 ore";
ciononostante, c’è ancora qualche sito che ancora oggi mette nel titolo che l’azienda
“non trova nessuno”. Certo che la prima sensazione è di discredito sulla nostra
classe di lavoratori a cui verrebbe la puzza sotto il naso fare il
metalmeccanico. Qui prodest?
No, non mi
sta bene questo “fare informazione” e l’Ordine dei Giornalisti dovrebbe
intervenire.
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