Ma Milano non l'ha persa al sorteggio tra due buste (Amsterdam e Milano); così come non si deve recriminare se, dopo i tempi supplementari, un giocatore sbaglia un rigore senza pensare alle occasioni mancate nei 90' più supplementari di gioco: bisognava andare prima in gol .
Ha ragione il presidente della Lombardia Roberto Maroni: l'intero nostro Governo, o almeno una squadra di autorevoli ministri, e non solo un sottosegretario avrebbero dovuto essere presenti a Bruxelles durante le votazioni.
E l'EMA non l'ha persa solo Milano (890 posti di lavoro diretti), ma il nostro intero Paese; il capoluogo lombardo ha giocato tutte le carte disponibili, per cui non si può tacere quanto siano stati colpevoli il Governo e la politica italiana a cui non piace la crescente ìmportanza di Milano, ma anche l'informazione nazionale che per giorni ha preferito mettere in prima pagina le diatribe all'interno della sinistra (minuscolo d'obbligo) per le dichiarazioni di Bersani, D'Alema, Pisapia e altri loro compagni. Oggi è invece il primo titolo: che delusione!
E non ci può certo consolare il fatto che in Italia ci siano altre due agenzie europee: Efta per la sicurezza alimentare e la quasi sconosciuta Etf , Fondazione europea per la formazione.
Ora la sconfitta occupa i primi titoli: troppo tardi, era meglio agire prima, durante la gara.
Occorreva fare squadra, corpo unico per mostrare il volto dell'Italia a cui posti di lavoro e entrate avrebbero fatto ben più comodo al nostro bilancio che non i retaggi delle impopolari restrizioni imposteci dal ministro Fornero e dal governo Monti.
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