La
foto di una bambina che tiene stretta una valigia su cui campeggia la scritta Esule Giuliana n° 30001 è forse il
simbolo più toccante della diaspora giuliano dalmata.
Fu scritta una pagina vergognosa contro connazionali inermi e auspico un momento di riflessione per quanta sofferenza questi patirono espulsi dalle italiche terre giuliano dalmate.
*nel 2007 venne posta una lapide sul muro dell'ex mensa ferrovieri al binario 1.
(articolo presente anche in http://unavaligiadisperanze.blogspot.it/ )
(foto tratta da internet) |
La bimba si chiama, perché tuttora vivente, Egea Haffner, nata a Pola nel 1941.
Dovrebbe essere osservata per qualche minuto da chi, non potendo invocare il negazionismo, sminuisce o distorce cosa ha rappresentato il forzato esodo di 350.000 Italiani dall’Istria e dalla parte settentrionale della Dalmazia.
Dovrebbe essere osservata per qualche minuto da chi, non potendo invocare il negazionismo, sminuisce o distorce cosa ha rappresentato il forzato esodo di 350.000 Italiani dall’Istria e dalla parte settentrionale della Dalmazia.
Gente
che, con la morte nel cuore, aveva messo in valigie e fagotti quanto più
possibile era riuscita a trattenere per sé nel viaggio verso l’ignoto futuro
…italiano.
Legittima
preoccupazione se pensiamo che un noto quotidiano il 30 novembre 1946 pubblicò
un articolo dove si poteva leggere
“Non riusciremo mai a considerare aventi diritto ad asilo coloro che si sono riversati nelle nostre grandi città. Non sotto la spinta del nemico incalzante, ma impauriti dall’alito di libertà che precedeva o coincideva con l’avanzata degli eserciti liberatori. Non meritano davvero la nostra solidarietà né hanno diritto a rubarci pane e spazio che sono già così scarsi”.
Quel giornale era L’Unità.
“Non riusciremo mai a considerare aventi diritto ad asilo coloro che si sono riversati nelle nostre grandi città. Non sotto la spinta del nemico incalzante, ma impauriti dall’alito di libertà che precedeva o coincideva con l’avanzata degli eserciti liberatori. Non meritano davvero la nostra solidarietà né hanno diritto a rubarci pane e spazio che sono già così scarsi”.
Quel giornale era L’Unità.
Non so se furono solo quelle pagine ad incitare al rifiuto di altri Italiani; certo tristemente
passato alla Storia è “il treno della vergogna”, un convoglio di carri
merci su cui viaggiarono nostri profughi che, provenienti da Pola, erano
sbarcati dalla nave Toscana ad Ancona ed erano diretti a Bologna. In questa
stazione li attendeva il massimo dell'ostilità: il treno venne preso a sassate
mentre aderenti alla CGIL minacciarono di
scioperare se a quegli esuli fosse stato dato da mangiare.
Era
il 18 febbraio del 1947 *
Fu scritta una pagina vergognosa contro connazionali inermi e auspico un momento di riflessione per quanta sofferenza questi patirono espulsi dalle italiche terre giuliano dalmate.
*nel 2007 venne posta una lapide sul muro dell'ex mensa ferrovieri al binario 1.
(articolo presente anche in http://unavaligiadisperanze.blogspot.it/ )
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