Le schiette dichiarazioni del nostro ministro Ministro dello Sviluppo economico Calenda a proposito delle trattative per la soluzione del problema Embraco ci hanno (piacevolmente) sorpresi.
Ormai assuefatti dai discorsi in politichese di suoi colleghi di governo (soprattutto di ieri) hanno mosso le coscienze e resi tutti noi consapevoli che alcuni paesi, soprattutto quelli di recente ingresso, hanno fatto dell'Unione Europea un libero mercato dove attingere risorse a spese dei colleghi.
Se pensiamo che per un ventennio nostri governanti (tuttora operativi) ci hanno riempito di prediche dove dovevamo aiutare paesi in via di sviluppo, nazioni che si stavano scrollando di dosso il peso del Patto di Varsavia, spalancando loro le porte di accesso all'UE ci rendiamo conto che la loro sedicente lungimiranza si fermava alla sola teoria. Da una decina d'anni centinaia di aziende stanno lasciando il nostro territorio per insediarsi in paesi come Ungheria, Romania, Slovacchia o Polonia che fanno ponti d'oro per accoglierli fornendo facilitazioni di vario tipo e, soprattutto, una manodopera che costa un terzo di quella italiana e condizioni di lavoro che i nostri sindacati boccerebbero senza appello.
Ora la vicenda EMBRACO è riuscita a fare breccia in un'informazione tutta dedita alla campagna elettorale delle cento promesse e di una certezza, quella dei loro emolumenti.
Occorre che il nostro Ministro abbia l'appoggio incondizionato di tutte le forze politiche per ottenere assolute tutele dell'Italia in sede europea.
Più che uscire dall'euro mi sa che ora possa paventarsi l'idea di uscita dall'UE a cui stiamo dando, e tanto, da tempo
p.s. A Carlo Calenda, al cui dicastero compete anche l'energia, si chiede inoltre di impedire che utenti onesti della fornitura elettrica paghino per chi corretto non è.
mi sento di concordare ,è forse l'unica volta che sento parole a mio avviso condivisibili
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