Dopo quasi sei mesi la tragedia conseguente al crollo del ponte Morandi, a Genova, non manca di essere usata come un'occasione per apparire.
Purtroppo è così.
Oggi lo spunto l'ha dato l'avvio della demolizione di quanto è rimasto in piedi; viene logico chiedersi: ma cosa ha di celebrativo una demolizione? Non era meglio presenziare a qualcosa che si costruisce, e Genova ne ha tanto bisogno? Non me lo riesco a spiegare.
"Momento di riscatto", e perché, di grazia può esserlo qualcosa che togliamo di mezzo?
Invece, eccolo in primo piano il presidente Conte sotto il casco dei pompieri e il ministro Toninelli con i relativi attaché; con loro, e me ne sto domandando le ragioni, anche una schiera di ufficiali in divisa. E' ben nota la mia ammirazione per le Forze dell'ordine e i Corpi militari, ma entrare anche nel loro "in favore di telecamera" mi è parsa una stonatura.
Resta la mia ammirazione verso i loro uomini, perchè da quel venerdi 14 agosto hanno fatto davvero tanto, si sono prodigati senza sosta, però, almeno loro ...quest'oggi.
Forse è dovuto dal protocollo
Per l'amore che si deve a Genova e, soprattutto, ai genovesi, aspettiamoci che un nuovo ponte ricolleghi al più presto il capoluogo ligure alla sua secolare operosità, alla sua realtà: applaudiremo allora tutti coloro che avranno contribuito fattivamente a questo recupero.
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