La delusione è per tutti coloro, gli idealisti dell'ambiente, che confidavano in un abbattimento delle polveri: non c'è stata l'attesa "aria pura" e non era difficile immaginarlo per almeno due buone ragioni:
- il tanto famigerato PM10 è prodotto solo per il 14% dalle esalazioni dei motori diesel, mentre il 13% lo generano l'uso delle pastiglie dei freni e dei pneumatici
- se circolano ancora auto euro 2, 3, o addirittura di classi inferiori significa che sono poco usate.
Un po' poco, quasi nulla e certamente un'arrabbiatura per i contribuenti milanesi che vedono ancora una volta spesi male i loro denari.
Sono felice di leggere che il parlamentare Paolo Grimoldi, senza riserva alcuna, ha attribuito la causa principale dell'inquinamento al traffico automobilistico proveniente dalla trafficatissima rete autostradale che circonda Milano. Il Segretario della Lega Lombarda esprime delle concrete ovvietà che avevo già enunciato nei miei post sull'argomento. Importante anche quanto scriveva Via, il magazine dell'Automobile Club Milano, nell'edizione dicembre 2018 denunciando anche l'insufficienza dei parcheggi d'interscambio (15.000 posti contro le 500.000 auto che ogni giorno entrano in Milano).
Cala inoltre il reddito delle famiglie, già si profila una nuova recessione, e non saranno certo incentivi a indurre l'acquisto di autovetture ad "emissione zero".
Comprendo che il sindaco Sala e compagni, dovendo salvare la faccia, non possanno annullare questo provvedimento così improvvido e zoppicante, ma l'auspicio è che siano rivisti i programmi posticipando adeguatamente i divieti programmati per il 1° ottobre ...e chissà che i successivi non passino alle calende greche.