Rispolvero un brano di una relazione che una giovane Italiana, emigrata da un'anno in un Paese dell'UE, mi inviò in occasione del convegno "Una valigia di speranze" che organizzai a OSSIMO, in Valle Camonica. E' parte di un'intervista di cui ho concesso la riproduzione a Teleinsubria http://www.teleinsubria.net/emigrazione-italiana-non-solo-cifre/:
"La
sera un orecchio all’Italia non può tuttavia mancare, e così ecco la
televisione accesa su uno dei quattro canali che si ricevono qui. Talvolta
raccolgo qualche amaro commento:
“Come non vorrei essere italiano”.
No, io
sono italiana, convintamente italiana come migliaia di altri miei connazionali
che sono stati ricevuti in un paese straniero, vagliati da stranieri, ma
gratificati anche da stranieri per quello che sanno fare. Permettetemi di dire
che i giovani emigranti italiani sono la coscienza del Paese, quella che
non teme di dire che ci sarebbe molto da fare per migliorarlo. Faccio parte di
quella schiera che può vantare un forte credito dall’Italia, quel Paese in cui
ha creduto e a cui ha dato o cercato di dare, non ponendosi come obbiettivo di
fare il portaborse. Abbiamo portato invece una valigia colma di speranze e,
giorno dopo giorno, la riempiamo di certezze"
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