lunedì 17 giugno 2024

Paolo Signorelli, chi era costui?

E’ probabile che tra qualche giorno questa domanda, che Don Abbondio riferiva ad un filosofo greco, se la possano porre i più. Certo, passate le euroelezioni, a chi potranno mai interessare un paio di battute inserite in uno scambio di chat risalente a una mezza dozzina d’anni fa tra Paolo Signorelli e un suo amico? Chat peraltro relative all’indagine sulla morte di quest’ultimo. Ebbene, di tutto quanto loro si scrissero, sono emersi segmenti utili a certa stampa per gettare discredito su una persona rea, soprattutto, di essere stretto collaboratore di un ministro dell’attuale governo e, soprattutto, affine alla Presidente del Consiglio, dopotutto le elezioni europee erano dietro l’uscio. “Piatto ghiotto, mi ci ficco”, avrà pensato qualcuno; così su Paolo Signorelli, sebbene giornalista di lunga esperienza, ma colpevole di avere usato espressioni che neppure si ricordava e magari non più condivisibili, occorreva gettare tutto il discredito possibile fino a indurlo alle dimissioni da addetto stampa del Ministro. La sera di domenica 9 giugno l’attenzione era già indirizzata ai risultati elettorali che, dati alla mano, non erano stati minimamenti influenzati da quella campagna denigratoria. Certo, poco importa però se c’era stato un agnello sacrificale; va tuttavia ricordato che un apprezzato giornalista e affettuoso padre di famiglia era ormai senza lavoro. Mi si risponderà che si era trattato di un diritto di cronaca. Scusi, diritto di che?

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