domenica 29 agosto 2021
Auto elettriche? Portano a crisi occupazionali
La politica, nella sua insistente propaganda (anche un tantino demagogica) a favore delle auto elettriche, ha lasciato irrisolti alcuni problemi come lo smaltimento delle batterie, e si guarda bene dal dirci sono comunque fonte di inquinamento (emissione di anidride carbonica per la generazione di elettricità) e ne presentano un altro non meno grave: la crisi occupazionale. Infatti la chiusura di stabilimenti (i.e. GKN Automotive per semiassi e componenti di trasmissione) sta avendo un impatto sociale a cui gli stessi politici non sanno dare ancora una risposta. Infatti un'auto elettrica ha un quinto dei componenti mobili interni rispetto ad un'auto a combustione solida. Come ci aggiorna IlSole24Ore in una sua ricerca pubblicata lo scorso 23 luglio, questo potrebbe costare il posto di lavoro a due terzi dei 600mila addetti che, solo in Italia, sono impiegati nella componentistica. Attualmente l'industria automobilistica italiana vanta una grande esperienza nei motori a combustione; la riconversione verso l'elettronico trasforma "il cuore tecnologico del motore da meccanico a elettronico; di conseguenza il mercato si orienta automaticamente verso l'Asia che da vent'anni ha il predominio assoluto nell'elettronica di consumo". Tenuto anche conto che l'evoluzione dei motori diesel ha dato lusinghieri risultati nell'abbattimento degli inquinanti, dall'adozione del filtro antiparticolato all'iniezione dell'AdBlue per pulire i gas di scarico, sorge spontanea una domanda: non sarà il caso che al governo il Mise e il Mef riflettano su questo importante aspetto sociale ed economico prima di rifinanziare gli incentivi per l'acquisto di auto elettriche?
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