Il prolungarsi del #restateacasa sta dandoci la misura del momento così drammatico che stiamo vivendo; drammatico per le luttuose notizie che ci feriscono ogni giorno e per l'incertezza della durata della pandemia che ha confinato nei ricordi gli esaltanti applausi dalla finestra ai sanitari che si stanno prodigando per curare i contagiati dal coronavirus, il nostro esporre il Tricolore, l'intonare l'Inno d'Italia, il commuoverci nell'ascoltare il trombettiere (Raffaele Kohler) che lanciava nell'aria di Milano le note di O mia bela Madunina: era solo una dozzina di giorni fa...
Proprio per questo rende ancora più insofferente lo scambio di elogi, di sottolineature di quanto fatto da questo o quel ministro impegnato nella vasta azione contro il Covid-19.
Così non ho apprezzato, e lo dico apertamente non nascondendomi dietro uno pseudonimo nella fitta schiera dei social, quei marcati ringraziamenti che ieri pomeriggio, durante la conferenza stampa, il Commissario per l'emergenza ha indirizzato ai ministri Di Maio e Speranza.
Caro dottor Arcuri, quei signori hanno semplicemente adempiuto al loro compito; vada sì riconoscenza ma non ringraziamento, altrimenti avrebbero più titolo a un grazie tutti quegli attori mai citati che contribuiscono alla funzionalità del paese. Primariamente un solenne e immenso ringraziamento a medici e infermieri (il governo si accorge oggi che ci stanno mancando), ma siamo anche grati, per esempio, agli autotrasportatori, anelli della nostra catena economica che, senza badare a orari e condizioni di tempo, garantiscono il quotidiano afflusso delle merci nei centri di distribuzione, ma non solo, anche delle "materie prime" alle fabbriche perché le derrate alimentari vanno lavorate, imballate, e con esse altri beni che il procrastinare del #restateacasa sta rendendo parimenti di primaria importanza.
Non voglio tralasciare di ringraziare Guido Bertolaso che, mentre se ne stava in Africa per i fatti suoi, è stato chiamato a collaborare per organizzare le strutture della Regione Lombardia contro il Covid-19. Compenso? Non ha voluto nulla, mi correggo, 1 (un) euro. In compenso ora è in quarantena per avere contratto il virus.
Ecco, impariamo a distinguere la riconoscenza dal ringraziamento, come il conoscente dall'amico: un distinguo che solo momenti ardui come questi ci fanno scoprire.
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