"E' chiaro ed evidente che il contrasto allo smog debba rientrare nelle politiche di un Paese civile e di una Regione evoluta, ma non è accettabile che a prevalere siano sempre e solo i divieti".
Chi l'ha affermato? Ve lo rivelo tra una quindicina di righe.
Che talune autorità politiche, più che ad amministrare (come sarebbe nei loro compiti) siano più sovente inclini a proibire e a imporre nuove gabelle, è ormai cosa nota, tuttavia non deve essere un'ovvietà, una regola incontrovertibile.
Uno dei provvedimenti più discutibili varato negli scorsi mesi, e dei quali gli automobilisti si stanno rendendo conto, loro malgrado e solo adesso, è il fermo alle automobili che vanno a gasolio.
Il particolare non è di poco conto perché punisce nel portafogli i proprietari di automobili simbolo di un'attività quotidiana, e lo fa ingiustamente perché sono costretti ad utilizzare un carburante che di per sé certamente inquina più dell'acqua di sorgente, ma da cui non può derogare. Fortunatamente trova un alleato nell'industria automobilistica più attenta e lungimirante che si impegna nella ricerca per ridurre al minimo le emissioni nocive.
Perché dunque proibire tout court ?
Questi demagoghi dell'aria pulita, che peraltro ben poco sanno della direzione dei venti, ritengono che un proprietario di una vettura diesel euro 3 o euro 4 può passare con disinvoltura ad una costosa ibrida?
Una levata di scudi alquanto autorevole (non autoritaria!) l'ha fatta l'Automobile Club Milano attraverso, nientemeno, che il suo presidente Geronimo La Russa con un editoriale pubblicato da VIA!, il magazine dell'ACM dentro il quale, a pag 20, il direttore Maurizio Gussoni approfondisce dietro una domanda che non lascia alternative: "Ma sono davvero da buttare i Diesel?"
L'Automobile Club ha sempre rappresentato, per i più (me compreso), un efficace mezzo per godere di servizi e convenzioni a minor costo; oggi, e magari in ritardo, mi rendo conto che è una valida voce che sa interpretare le attese degli automobilisti.
A costo di ripetermi ribadisco il senso dei miei post del 17 giugno e del 3 agosto: il provvedimento sul fermo delle auto diesel va rivisto perché, così come varato, danneggia e mortifica anche i lodevoli risultati conseguiti dall'industria motoristica.
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