Da almeno un mese le mie passeggiate o il sostare sul balcone di casa, qui a Milano, è accompagnato dal frinire delle cicale e da qualche ape che si infila tra i fiori, circa le zanzare ...lasciamo perdere.
Non è un fatto nuovo in città perché già nel settembre del 2012 un forum del Corriere della Sera riportava le soddisfatte dichiarazioni di milanesi secondo i quali, per godere di tranquillità e aria pulita, conveniva resta in città.
Non fu un caso isolato perché, giusto nell'agosto di cinque anni fa, in un articolo sulle pagine del Giorno, Massimiliano Mingoia riportava il ritrovato piacere dell'ascoltare il frinire delle cicale che, come le api, sono indice di aria pulita. In quell'occasione il giornalista raccolse scrupolosamente anche una dichiarazione di Carlo Monguzzi, consigliere comunale, che così si esprimeva: "E' un buon segno, testimonia il recupero della biodiversità all'interno della città. E la diminuzione dell'inquinamento."
Ho sempre ammirato lo schietto intento ambientalistico dell'Ing Monguzzi, mi stupisce però che perduri nella sua discutibile lotta al diesel ...comunque espresso, anche quando la colpa dell'inquinamento da autoveicoli non è creato in città.
A Milano la qualità dell'aria è migliorata, anche quella dei motori, ce lo dicono api, calabroni e cicale.
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