lunedì 31 ottobre 2016

Report mi fa arrabbiare!

lettera aperta a Milena Gabanelli

Gentile Dott.sa Gabanelli,
ogni volta che inizia la sigla di Report mi riprometto di cambiare canale solo per non prendermi delle arrabbiature, ma poi rimango sintonizzato perché i Vostri servizi, le Vostre inchieste meritano di essere seguite e ...meditate.
Quella di stasera, Dott.sa Gabanelli, mi ha però indotto a scriverLe: mi domando, con tutte quelle collocazioni di dirigenti che si sospettano "pilotate" come è possibile migliorare l'Italia?
Io suggerisco di fare rientrare nostri talenti dall'estero; Lei sa che nel solo 2015 abbiamo avuto 107.529 espatri che hanno incrementato il già folto numero dei nostri iscritti all'AIRE (4.811.163): sono risorse che abbiamo perso!
Vanno all'estero per cercare un lavoro che il nostro paese non sa offrire loro, e neppure meritocrazia: ci sono paesi dove le persone che meritano, sia donne che uomini, vanno avanti. 
Pensiamo a quante altre centinaia di nostri manager capaci tornerebbero, se chiamati da strutture pubbliche, e sarebbero in grado di portare qualità: quella qualità di cui beneficiano invece aziende e paesi esteri.
Continui a farmi arrabbiare Dott.sa Gabanelli; spero almeno che il mio male di fegato sia lenito da qualche miglioramento promosso dalle Sue denunce."

mercoledì 26 ottobre 2016

Tagli alle indennità dei politici? Giammai.

Dopo la richiesta del M5S di vedere dimezzate le indennità dei parlamentari ecco opporsi, oltre ad un secco NO, proposte alternative che paiono servire solo a sollevare del gran fumo: un gattopardesco cambiamo tutto per non cambiare nulla; lo si è visto con l'eliminazione dei contributi ai partiti rientrata sotto forma di rimborsi elettorali.
Quella che più sta facendo discutere sui media e nei salotti televisivi è commisurare i compensi alle presenze, come se quanto scoperto dai Carabinieri in vari uffici pubblici non facessero tremare i polsi. Stamane mi sono irritato nell'ascoltare frasi del tipo: "Io lavoro sette giorni su sette e per tutto l'anno".
Ma, caro parlamentare, cerca di non confonderci: sbaglio o sei stato tu a scegliere quella carriera?
Ti ricordi di quei tuoi colleghi che, malgrado tutte le loro entrate dovute alla carica, hanno dichiarato di "non farcela" a mandare avanti la famiglia? E quelli dell'intoccabilità del "diritto acquisito" mentre a decine di migliaia di pensionati veniva bloccato l'incremento del mensile?
Ti rendi conto che ce ne sono decine di migliaia di Italiani che lavorano di notte, affrontano ogni giorno ore di pendolarismo per raggiungere un posto di lavoro dopo aver ringraziato Dio che ce l'hanno ancora?
Sei o no quell'amministratore eletto che dovrebbe andare negli uffici pubblici dove dipendenti pagati con i soldi dello Stato, cioè quelli di tutti noi contribuenti, fanno i comodi loro dopo avere fatto timbrare il cartellino?
Fai senz'altro parte di una categoria (non la chiamo casta) che, tra l'altro, beneficia di chiedere dei rimborsi spese senza rendicontarli.
Sappiamo dell'annidarsi di collaboratori pagati in nero da "onorevoli" mentre sul negoziante che non stacca lo scontrino fiscale cade la scure dell'ammenda. E tu, politico, lo sapevi?
Vi siete inventati termini come antipolitica e populismo tanto per emarginare chi è arcistufo di questo modo di fare; non si tratta di antipolitica ma di "anti-quei-politici-che-non-fanno-il-loro-dovere", che non ci sanno amministrare.
Ci manca solo che mi commentiate che è demagogia. Siete in errore, è pura constatazione e sarà il momento che iniziate a riflettere.
E dopo tutto ciò mentre il tasso di disoccupazione è oltre l'11% e i nostri giovani si domandano quando valgano i sacrifici per studiare se dopo diploma o laurea c'è il buio (senza lavoro il 39,2%). Per alcuni la speranza nel fare le valigie e andare a cercare un lavoro all'estero; tuttavia ho trovato silenzio in almeno una decina di tuoi colleghi che ho contattato perché sia rivolta attenzione ai nostri Emigranti senza avere una risposta.
No, caro politico, l'Italia vera, che pulsa, che produce, mi sembra alquanto lontana da te e sarà il caso che te ne rendi conto.

sabato 22 ottobre 2016

PARTIMMO MINATORI, meritorio convegno in Molise


Riccia, comune di 5.500 abitanti in provincia di Campobasso, merita un plauso: domenica 23 ottobre terrà un convegno dal titolo “Partimmo minatori: l’emigrazione italiana in Belgio”.
Davvero emblematico che volentieri completerei con "... e ci facemmo onore".
Partirono con le lacrime agli occhi perché lasciavano spose, genitori, figli nella speranza di mandare loro del denaro, frutto di un pesante e rischioso lavoro in miniera.
Il merito dell'iniziativa si deve al Comune e alla Pro loco di Riccia.
Sarà dunque sia un momento di incontro, ma anche, grazie ad una mostra fotografica e alla proiezione di un documentario, utile insegnamento ai più giovani e monito per chi volta lo sguardo dall'altra parte. Sono previsti gli interventi dello storico Francesco Marino, del segretario generale dei Minatori in Belgio Italo Rodomonti, del presidente della Pro loco Salvatore Moffa; moderatore il consigliere delegato alla Cultura Antonio Santoriello.
Tutta la stampa molisana sta dandone, come si conviene, ampio risalto ed è annunciato anche il progetto di erigere un Monumento all'Emigrante. Davvero straordinario!
La manifestazione, ci tengo a rimarcarlo, è in perfetta coerenza con il regolamento imu del 2012 che il Comune di Riccia, contrariamente a quasi tutti gli altri della provincia di Campobasso, varò assimilando ad abitazione principale gli immobili lasciati sfitti dai suoi emigrati: già allora guidava l'amministrazione comunale l'attuale sindaco Dott.ssa Micaela Fanelli.
Vada agli organizzatori e a tutti i partecipanti l'augurio di un grande successo.





martedì 18 ottobre 2016

Gerusalemme, Unesco e la strana scelta dell'Italia

Che cosa sia il Muro del Pianto basti pensare che rappresenta il luogo della massima devozione degli ebrei di tutto il mondo; si richiama infatti al tempio fatto erigere da Re Salomone che fu distrutto dapprima  dai babilonesi ma ricostruito cinquant'anni dopo dagli ebrei. Tuttavia ci pensarono i romani (Tito 70 d.C.) a distruggerlo definitivamente lasciando in piedi solo la parte occidentale, quel muro che tutti conosciamo come il Muro del Pianto. A testimoniare quell'ultimo saccheggio c'è l'arco di Tito, nei pressi del Colosseo, dove un rilievo mostra la menorah portata a Roma come bottino di guerra.
Non si può non immaginare il Muro con davanti decine di ebrei in preghiera e che infilano un bigliettino tra le fessure delle grandi pietre; ci sono andati anche due famosissimi non ebrei: i pontefici Giovanni Paolo II (nel 2000) e Francesco (nel 2013).
Fa parte di quell'ampio complesso noto come il Monte del Tempio, chiamato anche Spianata delle moschee, che può definirsi patrimonio spirituale delle tre religioni monoteiste: cristiana, ebraica e islamica.
E' Storia e oggi tremila anni di Storia hanno dovuto fare i conti con la politica che sta de-ebraizzando Gerusalemme.
Il Comitato esecutivo dell'Unesco, infatti, ha approvato una improvvida risoluzione presentata da Algeria, Egitto, Libano, Marocco, Oman, Palestinesi, Qatar e Sudan secondo la quale il Monte del Tempio e il Muro occidentale sono luoghi sacri solo per i musulmani. Un esito che rende ancora più complicato il non facile dialogo tra Israeliani e Palestinesi.
La votazione, tenutasi oggi a Parigi, ha visto 24 paesi favorevoli, 6 contrari (Estonia, Germania, Gran Bretagna, Lituania Olanda e USA) e 21 astenuti (tra cui l'Italia).
Sebbene nessun paese europeo abbia votato a favore è sconcertante la distinzione palesatasi all'interno dell'UE su un argomento di così grande importanza e, specificatamente, il mettere la testa sotto la sabbia della diplomazia italiana è deplorevole e dubito che sia stata un'autonoma scelta dell'ambasciatrice Vincenza Lomonaco: Palazzo Chigi o la Farnesina dovrebbero rendere conto. Oltretutto, se proprio non volevamo mostrarci pro Israele (non sia mai detto) potevamo almeno riflettere su una conseguenza inequivocabile: il voto a favore della risoluzione, assegnando la titolarità ai musulmani, esclude anche la tradizione cristiana, ...con buona pace di inchini e baciamani in Vaticano.  Adesso i nostri governanti dovrebbero pensarci due volte prima di varcare l'ingresso di S.Anna.


venerdì 14 ottobre 2016

EMIGRAZIONE ITALIANA, i meriti della Fondazione Migrantes

Da qualche giorno frequenti comunicati radiotelevisivi informano gli iscritti all'AIRE del loro diritto al voto in occasione del prossimo referendum. Per molti quell'acronimo suona nuovo: è l'anagrafe degli Italiani residenti all'estero, ben 4.811.163 quelli registrati fino al 1° gennaio 2016.
Ce lo ha comunicato recentemente, con dovizia di particolari, la Fondazione Migrantes, organismo che fa capo alla Conferenza Episcopale Italiana e che ha il grande merito di occuparsi dei migranti, a prescindere. Per questo, ben diversamente da altre organizzazioni e organi di stampa, dedica uguale impegno e professionalità all'analisi dell'emigrazione mondiale, parimenti all'informazione sul crescente fenomeno Emigrazione Italiana.
L'undicesima edizione del Rapporto Italiani nel Mondo, curata con grande professionalità da Delfina Licata, raccoglie infatti, in 502 pagine più un fascicolo di sintesi, dati dettagliatissimi sull'emigrazione dei nostri connazionali, da ogni singola provincia italiana ad ogni angolo della Terra.
Uno strumento di assoluta ed obiettiva attendibilità che ci fa riflettere su numeri e qualità degli Italiani nel mondo; è troppo azzardato suggerirne la lettura ai nostri politici?
Per contatti:  rapportoitalianinelmondo@migrantes.it                                                                 redazione@ rapportoitalianinelmondo.it 

EMIGRAZIONE ITALIANA, i meriti della Fondazione Migrantes

Da qualche giorno frequenti comunicati radiotelevisivi informano gli iscritti all'AIRE sul loro diritto al voto in occasione del prossimo referendum. Per molti quell'acronimo suona nuovo: sono gli Italiani residenti all'estero: ben 4.811.163 gli iscritti fino al 1° gennaio 2016.
Ce lo ha comunicato recentemente, con dovizia di particolari, la Fondazione Migrantes, organismo che fa capo alla Conferenza Episcopale Italiana e che ha il grande merito di occuparsi dei migranti, a prescindere. Per questo, ben diversamente da altre organizzazioni e organi di stampa, dedica uguale impegno e professionalità all'analisi dell'emigrazione mondiale, parimenti all'informazione sul crescente fenomeno Emigrazione Italiana.
L'undicesima edizione del Rapporto Italiani nel Mondo, curata con grande professionalità da Delfina Licata, raccoglie infatti dati dettagliatissimi sull'emigrazione dei nostri connazionali, da ogni singola provincia italiana ad ogni angolo della Terra:
Uno strumento di assoluta ed obiettiva attendibilità che ci fa riflettere su numeri e qualità degli Italiani nel mondo; è troppo azzardato suggerirne la lettura ai nostri politici?
Per contatti:  rapportoitalianinelmondo@migrantes.it    redazione@ rapportoitalianinelmondo.it 

giovedì 6 ottobre 2016

Emigrazione italiana + 174.516 con tanti giovani: è fuga di talenti! La preoccupazione di Mattarella

E siamo a quota 4.811.163 di iscritti all'AIRE, l’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero, vale a dire il 7,9% dei residenti in Italia che sono 60.665.551 unità (Istat 31.12.2015).  
E' il dato ufficiale al 1° gennaio 2016 fornito stamane dalla Fondazione Migrantes con il proprio annuale rapporto curato da Delfina Licata.
Un costante incremento percentuale composto per il 62,5% da connazionali in età produttiva (36,7 età 18-34 anni + 25,8 età 35-49) 
A preoccupare è che il numero è in costante crescita (si leggano i miei post su questo argomento) perché, accanto ad una differenza di +174.516 Italiani che hanno deciso di prendere la residenza all'estero, si devono registrare ben 107.529 espatri nel solo 2015: numeri e situazione ormai inarrestabile che ha fatto esclamare al nostro Presidente della Repubblica: "I flussi migratori non si sono fermati e, talvolta, rappresentano un segno di impoverimento piuttosto che una libera scelta"*.  
E ha ragione perché sono risorse che perdiamo.
Pochi mesi fa, alla vigilia delle ultime elezioni amministrative, suggerii ad una nota esponente politica di prendere posizione a favore degli Italiani all'estero, intraprendere iniziative, spendere almeno due parole di solidarietà a favore dei connazionali che ogni anno sono costretti ad emigrare.
Convenne totalmente con me, un bel sorriso, ma non fece niente e quello schieramento perse per poche migliaia di voti. Con tutto lo staff di collaboratori ed esperti di cui si stavano circondando non avevano capito che ogni Italiano che emigra lascia in patria famigliari, amici ben attenti verso chi ha a cuore i nostri Emigranti. 
Mirko Tremaglia si sarà rivoltato nella tomba.
In dettaglio le nostre regioni maggiormente rappresentate all'estero sono:
Sicilia 730.189   Campania 475.629    Lazio 423.943    Lombardia 422.556    Calabria 393.118   Veneto 371.348   Puglia 344.816
Va letta con attenzione la provenienza dei nuovi espatri: nel 2015, delle 107.529 partenze, ben 20.088 furono dalla Lombardia seguita dal Veneto (10.374), dalla Sicilia (9.823) e dal Lazio (8.436) e Piemonte (8.199)

* il testo completo è disponibile su 
http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Comunicato&key=2143