Si dice che Malagò,
il presidente del CONI, alla vigilia della partenza per le Olimpiadi abbia dichiarato che l’obiettivo era 25 medaglie, se
non 26. Ne abbiamo conquistate 28 e allora è un successo. Non mi è dato sapere
cosa avevano previsto in altri Paesi europei come Gran Bretagna (secondo dopo gli USA con 67),
in Germania e Francia con 42…
Se anche lo Sport diventa un freddo budget qualcosa non mi è
più chiaro perché sarebbe stato meglio dettagliare in quali discipline si era
pronosticato il podio, essere cioè tra i primi tre al mondo. Qualcosa però è
trapelato e definirsi soddisfatti vedendoci fuori dagli inni, anche solo dall’alzabandiera,
sport sui quali ci davamo tra i medagliati non ci lusinga, mentre occorre dire
grazie ai tiratori a cui va il merito, con 7 medaglie (4 ori e 3 argenti), di
detenere il 25% della “quota azionaria” del nostro palmares; come non elogiare
quindi Niccolò Campriani, Diana Bacosi e Gabriele Rossetti?.
Alla vigilia, al Coni avrebbero puntato sull’oro di Fabio Basile
(judo) e sull’argento di Rachele Bruni e della coppia Nicolai e Lupo (beach
volley)?
Tra una settimana tutti quegli sport che ci hanno fatto
palpitare, che ci hanno emozionato vedendo salire il nostro Tricolore o, meglio
ancora, ascoltare l’Inno di Mameli, passeranno nel dimenticatoio; i resoconti
delle rispettive gare troveranno ospitalità in cronache televisive di tarda
serata o tra poche decine di righe sui quotidiani sportivi. Quei medagliati di
Rio faranno la coda come noi alla cassa del supermercato o allo sportello di un
ufficio anagrafe e, sconosciuti come noi, affolleranno, bus e metropolitane.
Quale azienda li eleggerà a testimonial del loro brand?
Onore dunque a questi eroi olimpici a cui dobbiamo
palpitazioni e gioie durate qualche ora di questa estate mentre un flirt nato sulla spiaggia durerà almeno quanto un’abbronzatura.
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