Questa la sintesi più esplicita perchè il non permettere il prosieguo delle estrazioni di gas e petrolio, come proposto nel referendum di domenica 17 aprile, si tradurrà concretamente in questo risultato: licenziamento di migliaia di tecnici qualificati: si parla di 11mila senza contare l'indotto. Chi darà loro un posto alternativo?
Votare Sì non permetterà alle piattaforme di proseguire la perforazione già in atto dei giacimenti alla scadenza del mandato, impedendo così di attingere a fonti energetiche utili alla nostra economia.
Non impedirà invece che altre nazioni (i.e. Croazia, Cipro, Malta, ecc..) perforino l'Adriatico con buona pace della sbandierata nostra tutela dell'ambiente.
Conti alla mano sono poi solo 79 le piattaforme entro le 12 miglia (quasi 22 km dalla costa)
Non sembra che i promotori del Sì ci abbiano fatto sapere che a Stato, Regioni e Comuni nel 2015 le sole trivellazioni entro le 12 miglia hanno fruttato royalties pari a 38 milio di euro su 352 milioni giunti dall'intero parco piattaforme estrattive ..., e quando mancheranno queste entrate eccoli a piagnucolare che hanno bisogno di fondi. Un fatto alquanto curioso e su cui occorre riflettere è che l'Emilia Romagna non è fra le nove regioni che hanno proposto il referendum, tuttavia hanno 21 concessioni di estrazioni in mare, quel mare che non le ha impedito di ottenere la bandiera blu per le sue spiagge.
Ma non ci si era allargato il cuore quando, in piena crisi
energetica, avevamo scoperto che l'Adriatico poteva essere una preziosa
risorsa? Adesso si è dimenticato tutto.
Non dimentichiamo il prezzo che abbiamo e stiamo pagando per la chiusura, a seguito di referendum, delle centrali nucleari: per smantellare la sola centrale di Caorso ci sono voluti vent'anni. In compenso acquistiamo energia elettrica da Francia, Svizzera e Slovenia che la producono anche in centrali nucleari. Nel Granducato del Lussemburgo non più di una cucina domestica su dieci è a gas metano perchè le altre nove sono elettriche e l'energia proviene, a costi alquanto ridotti, dalla centrale nucleare francese di Cattenom.
No, non sostengo la linea dell'astensione: andrò a votare perchè il mio NO sia un' esplicita opposizione ad un'iniziativa molto più vicina all'ideologico che al concreto; la mia linea è la consapevolezza che migliaia di persone resteranno senza lavoro senza concreti benefici al nostro Paese.
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