Renzi cerca di portare in porto l'eliminazione dell'IMU dalla prima casa.
L'opposizione sta facendo barricate di principio e arrabatta disordinate controproposte di disturbo paventando chissà quali cataclismi di bilancio*; allora ecco che qua e là trapela l'ipotesi di ricorrere ad un' ulteriore maggior imponibilità sulle seconde case.
Una soluzione che peggiore non può essere per almeno due motivi:
- in un momento in cui il mercato immobiliare è stagnante (quindi muratori a casa e fornitori in crisi) si colpisce ideologicamente, quindi ingiustamente, un bene che, come investimento di una gran parte della piccola e media borghesia, è stato un buon veicolo di reddito per le imprese locali;
- se si tartassa ulteriormente la seconda casa si azzera ogni speranza di incrementare insediamenti turistci nelle località di villeggiatura che ora languono e offrono avvilenti vuoti mentre le rispettive amministrazioni passano all'incasso per immeritate super imu e tasi per servizi che non erogano.
Il risultato è già sotto gli occhi di tutti: si sfoglino le pagine di offerte immobiliari, le troveremo strapiene di case vacanza, quelle che portavano oneri d'urbanizzazione, vitalità e spesa corrente nei vari comuni, e che ora espongono il solito cartello, VENDESI
Vanno sempre più in crisi i negozi, i locali pubblici e i costruttori, con buona pace di amministratori locali piagnucolosi che sono sordi al disagio e ai problemi di chi ha sempre meno soldi per pagare fantasiose gabelle.
E a proposito di seconde case o altri fabbricati, come dir si voglia, io non smetto di definire deplorevoli i provvedimenti legislativi (prima il d.l. 201/2011 e poi la legge 80 del 23 maggio 2014) che hanno classificato in questa onerosa categoria le case che i nostri Emigrati hanno lasciato, anche sfitte, in Italia.
* basterebbe rimettere in cassa tutto il denaro finito in bustarelle e corruzioni nella pubblica amministrazione.
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