Chiude l'Expo e quindi parterre de roi in favore di flash e telecamere, ma tra loro non c'è Letizia Moratti che nel 2008, da sindaco, si era tanto battuta per far aggiudicare a Milano l'ambitissima manifestazione.
Se l'Italia ha potuto disporre di questa vetrina agli occhi del mondo non è forse anche grazie a lei?
Mah...
E ora, meritatissimo, un grande applauso alle centinaia di volontari che ogni giorno, per
cinque ore di fila e con ogni condizione climatica, hanno reso più
facile o meno arduo ai visitatori il comprendere il dedalo dell'Expo
sabato 31 ottobre 2015
mercoledì 21 ottobre 2015
IMU, la tolgo dalla prima casa per supertassare la seconda?
Renzi cerca di portare in porto l'eliminazione dell'IMU dalla prima casa.
L'opposizione sta facendo barricate di principio e arrabatta disordinate controproposte di disturbo paventando chissà quali cataclismi di bilancio*; allora ecco che qua e là trapela l'ipotesi di ricorrere ad un' ulteriore maggior imponibilità sulle seconde case.
Una soluzione che peggiore non può essere per almeno due motivi:
- in un momento in cui il mercato immobiliare è stagnante (quindi muratori a casa e fornitori in crisi) si colpisce ideologicamente, quindi ingiustamente, un bene che, come investimento di una gran parte della piccola e media borghesia, è stato un buon veicolo di reddito per le imprese locali;
- se si tartassa ulteriormente la seconda casa si azzera ogni speranza di incrementare insediamenti turistci nelle località di villeggiatura che ora languono e offrono avvilenti vuoti mentre le rispettive amministrazioni passano all'incasso per immeritate super imu e tasi per servizi che non erogano.
Il risultato è già sotto gli occhi di tutti: si sfoglino le pagine di offerte immobiliari, le troveremo strapiene di case vacanza, quelle che portavano oneri d'urbanizzazione, vitalità e spesa corrente nei vari comuni, e che ora espongono il solito cartello, VENDESI
Vanno sempre più in crisi i negozi, i locali pubblici e i costruttori, con buona pace di amministratori locali piagnucolosi che sono sordi al disagio e ai problemi di chi ha sempre meno soldi per pagare fantasiose gabelle.
E a proposito di seconde case o altri fabbricati, come dir si voglia, io non smetto di definire deplorevoli i provvedimenti legislativi (prima il d.l. 201/2011 e poi la legge 80 del 23 maggio 2014) che hanno classificato in questa onerosa categoria le case che i nostri Emigrati hanno lasciato, anche sfitte, in Italia.
* basterebbe rimettere in cassa tutto il denaro finito in bustarelle e corruzioni nella pubblica amministrazione.
L'opposizione sta facendo barricate di principio e arrabatta disordinate controproposte di disturbo paventando chissà quali cataclismi di bilancio*; allora ecco che qua e là trapela l'ipotesi di ricorrere ad un' ulteriore maggior imponibilità sulle seconde case.
Una soluzione che peggiore non può essere per almeno due motivi:
- in un momento in cui il mercato immobiliare è stagnante (quindi muratori a casa e fornitori in crisi) si colpisce ideologicamente, quindi ingiustamente, un bene che, come investimento di una gran parte della piccola e media borghesia, è stato un buon veicolo di reddito per le imprese locali;
- se si tartassa ulteriormente la seconda casa si azzera ogni speranza di incrementare insediamenti turistci nelle località di villeggiatura che ora languono e offrono avvilenti vuoti mentre le rispettive amministrazioni passano all'incasso per immeritate super imu e tasi per servizi che non erogano.
Il risultato è già sotto gli occhi di tutti: si sfoglino le pagine di offerte immobiliari, le troveremo strapiene di case vacanza, quelle che portavano oneri d'urbanizzazione, vitalità e spesa corrente nei vari comuni, e che ora espongono il solito cartello, VENDESI
Vanno sempre più in crisi i negozi, i locali pubblici e i costruttori, con buona pace di amministratori locali piagnucolosi che sono sordi al disagio e ai problemi di chi ha sempre meno soldi per pagare fantasiose gabelle.
E a proposito di seconde case o altri fabbricati, come dir si voglia, io non smetto di definire deplorevoli i provvedimenti legislativi (prima il d.l. 201/2011 e poi la legge 80 del 23 maggio 2014) che hanno classificato in questa onerosa categoria le case che i nostri Emigrati hanno lasciato, anche sfitte, in Italia.
* basterebbe rimettere in cassa tutto il denaro finito in bustarelle e corruzioni nella pubblica amministrazione.
venerdì 9 ottobre 2015
NOSTRI EMIGRATI GRAVATI di IMU e TASI (lettera al Sottosegretario Zanetti)
La lettura degli ultimi dati dell'AIRE mi ha riportato in evidenza il provvedimento legislativo che ha fatto classificare come "altri fabbricati" le abitazioni lasciate, seppur sfitte, in Italia dai nostri Emigrati (Legge 23.05.2014 n° 80 , G.U. 27.05.2014). Da anni sostengo che fare cassa mettendo le mani nelle tasche dei nostri Emigrati è deplorevole, se poi il mezzo è la casa costruita magari con mille sacrifici e che rappresenta un riferimento in Patria, un gesto d'amore verso le proprie origini...
Ho quindi deciso di "prendere il toro per le corna" e ieri ho scritto all'indirizzo personale di Enrico ZANETTI, sottosegretario del Ministero Economia e Finanze.
Ho quindi deciso di "prendere il toro per le corna" e ieri ho scritto all'indirizzo personale di Enrico ZANETTI, sottosegretario del Ministero Economia e Finanze.
Egregio Sottosegretario Zanetti,
cresciuto
qui in Valle Camonica, in una comunità dove non c'è famiglia che non
abbia almeno un emigrante e avendo più volte visto da vicino come
vivono, comprenderà che questo argomento mi sta particolarmente a cuore.
Leggendo
gli ultimi dati ufficiali che vedono salire a ben 4.636.647 gli
iscritti all'AIRE non posso non riandare alla Sua risposta al question time
in commissione Finanze dove dichiarò che ai Comuni non poteva essere
più concessa autonomia nell'applicazione dell'IMU come prima casa ai
nostri Emigrati, conseguentemente dovevano pagare anche la TASI che,
riconosciamolo, rappresenta un tributo per dei servizi di cui proprio
non si avvalgono. L'esenzione a coloro che sono in pensione è certo
positiva, ma non compensa il nuovo provvedimento.
Non
Le nascondo, Sottosegretario Zanetti, che rimasi alquanto
spiacevolmente sorpreso perchè cancellava quella discrezionalità
prevista dal d.l. 201/2011 varato dal Governo Monti, fondatore del
Partito di cui Lei fa parte.
Immaginare
che una buona parte di questa straordinaria schiera di nostri
Connazionali, che si fanno onore e rappresentano un nostro orgoglio,
debbano essere gravati di imposte e tasse nel Paese che hanno lasciato
per crearsi un futuro non può che dare amarezza.
Lei
viene da una Terra che ha visto partire centinaia di migliaia di suoi
figli, figli che continuano a riempire le valigie di speranze, peccato
che ci siano già delle delusioni
Un rispettoso grazie per il tempo dedicatomi e i migliori saluti
Gianmaria Italia
sabato 3 ottobre 2015
AIRE, una regione di 4.700.000 Italiani dimenticati
Alla fine del 2014 erano 4.636.647 gli iscritti all'AIRE,
l'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero, e in questo momento saranno già oltre i 4.700.000, vale a dire il 7,6% della nostra popolazione (60.795.612). Un
numero davvero sorprendente perchè, per abitanti, si pone dopo Lombardia, Lazio, Campania, Sicilia e Veneto
abbiamo; un'altra "regione" italiana che è
però dimenticata dallo Stato salvo che per essere destinataria di inqualificabili balzelli di imposte e tasse.
E' una "regione" che se ne è andata, che ha scelto altre nazioni per affermarsi, per costruire il proprio futuro. Sono risorse che l'Italia ha perso, sono Italiani che si sono messi in gioco lontani da casa, dalla propria città, dagli amici e che si fanno onore.
Il dato, con tutti i dettagli sulle regioni di provenienza e le nazioni di destinazione, lo rivela la Fondazione Migrantes (CEI) pubblicando i risultati di una meticolosa ricerca contenuta nella X edizione del "Rapporto Italiani nel mondo", una pregevole pubblicazione diretta dalla Dott.ssa Delfina LICATA che sarà presentata martedì 6 ottobre a Roma.
Un anno fa stigmatizzai che in 5 anni, dal 2009 al 2013, si era passati da 4.028.000 a 4.482.115 di connazionali che avevano fissato la loro residenza all'estero: poco meno di mezzo milione. Ora contiamo 154.532 ulteriori registrazioni (di cui 101.297 nuovi espatri) in un solo anno, il 2014 : un incremento del 3,3% rispetto al 2013. Provengono principalmente dalla Lombardia (18.425), dalla Sicilia (8.765), dal Veneto (8.720), dal Lazio (7.981), dal Piemonte (7.414) e dall'Emilia Romagna (7.285).
Tra le varie motivazioni che li hanno indotti ad espatriare la maggiore (38,8%) è la mancanza si opportunità in Italia e, subito dopo (23,8%) l'offerta di lavoro e il 6,8% perchè richiesti da un'azienda per cui lavoravano in Italia: a dimostrazione che sappiamo proporre qualità.
Puntare il dito contro chi ha fatto poco o nulla per offrire loro prospettive per realizzarsi in Italia è abbastanza ovvio, ma non si creda che questo possa scalfire l'insensibilità di politici e istituzioni deputate (e pagate) per tutelare il bene degli Italiani, di tutti gli Italiani.
Perchè biasimo i nostri politici? Perchè a esponenti di quasi tutti i partiti ho chiesto di occuparsi di questa grande realtà, dei nostri Emigrati che ben più di altri hanno a cuore il nostro Paese e nelle cui case non manca un Tricolore.
Il silenzio che ho riscontrato pesa come un macigno su questa classe politica capace solo di pensare ai propri interessi e, quando possibile, rimpinguarli.
Nel mio titolo si legge "dimenticati"; certo, perchè ci si preoccupa invece di ricordare l'origine italiana di personaggi famosi: senza scomodare l' "astigiano" Papa Bergoglio passiamo da Francis Ford Coppola a Lady Gaga, da Bill de Blasio a Madonna, da Nancy Pelosi e Andrew Cuomo a Jon Bon Jovi e Bruce Springsteen. Allora sì, ecco che i cronisti lo mettono in evidenza e politici fanno a gara per stringere loro la mano ...in favore di telecamera.
Cambiamo canale che è meglio.
E' una "regione" che se ne è andata, che ha scelto altre nazioni per affermarsi, per costruire il proprio futuro. Sono risorse che l'Italia ha perso, sono Italiani che si sono messi in gioco lontani da casa, dalla propria città, dagli amici e che si fanno onore.
Il dato, con tutti i dettagli sulle regioni di provenienza e le nazioni di destinazione, lo rivela la Fondazione Migrantes (CEI) pubblicando i risultati di una meticolosa ricerca contenuta nella X edizione del "Rapporto Italiani nel mondo", una pregevole pubblicazione diretta dalla Dott.ssa Delfina LICATA che sarà presentata martedì 6 ottobre a Roma.
Un anno fa stigmatizzai che in 5 anni, dal 2009 al 2013, si era passati da 4.028.000 a 4.482.115 di connazionali che avevano fissato la loro residenza all'estero: poco meno di mezzo milione. Ora contiamo 154.532 ulteriori registrazioni (di cui 101.297 nuovi espatri) in un solo anno, il 2014 : un incremento del 3,3% rispetto al 2013. Provengono principalmente dalla Lombardia (18.425), dalla Sicilia (8.765), dal Veneto (8.720), dal Lazio (7.981), dal Piemonte (7.414) e dall'Emilia Romagna (7.285).
Tra le varie motivazioni che li hanno indotti ad espatriare la maggiore (38,8%) è la mancanza si opportunità in Italia e, subito dopo (23,8%) l'offerta di lavoro e il 6,8% perchè richiesti da un'azienda per cui lavoravano in Italia: a dimostrazione che sappiamo proporre qualità.
Puntare il dito contro chi ha fatto poco o nulla per offrire loro prospettive per realizzarsi in Italia è abbastanza ovvio, ma non si creda che questo possa scalfire l'insensibilità di politici e istituzioni deputate (e pagate) per tutelare il bene degli Italiani, di tutti gli Italiani.
Perchè biasimo i nostri politici? Perchè a esponenti di quasi tutti i partiti ho chiesto di occuparsi di questa grande realtà, dei nostri Emigrati che ben più di altri hanno a cuore il nostro Paese e nelle cui case non manca un Tricolore.
Il silenzio che ho riscontrato pesa come un macigno su questa classe politica capace solo di pensare ai propri interessi e, quando possibile, rimpinguarli.
Nel mio titolo si legge "dimenticati"; certo, perchè ci si preoccupa invece di ricordare l'origine italiana di personaggi famosi: senza scomodare l' "astigiano" Papa Bergoglio passiamo da Francis Ford Coppola a Lady Gaga, da Bill de Blasio a Madonna, da Nancy Pelosi e Andrew Cuomo a Jon Bon Jovi e Bruce Springsteen. Allora sì, ecco che i cronisti lo mettono in evidenza e politici fanno a gara per stringere loro la mano ...in favore di telecamera.
Cambiamo canale che è meglio.
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