sabato 1 agosto 2015
La Grande Guerra: quei dimenticati di 101 anni fa
Al'indomani della dichiarazione di guerra da parte dell'Impero austro ungarico al Regno di Serbia i titoli dei giornali furono abbastanza simili salvo L'Avanti: "Verso un nuovo macello di popoli", scrisse e macello fu.
Molti articoli riportano oggi che, dopo avere invaso Lussemburgo e Belgio, l'avanzata tedesca venne fermata in Francia, sulla Marna; sfugge però la "Battaglia delle frontiere" combattuta dal 14 al 24 agosto 1914 e che trovò epilogo in una vasta area della Lorena, a ovest di Arlon. Se ne parla poco perché si tradusse, così come le battaglie di Charleroi e Morhange, in una disfatta per i Francesi.
Fu particolarmente cruenta e interessò i paesi di Ethe, Virton, Neufchateau, Intigny e soprattutto Rossignol dove, nella sola giornata del 22 agosto, i Francesi persero 27mila uomini, un numero superiore ai caduti nell'intera Guerra d'Algeria (1954-1962).
Un vero e proprio massacro, una tragedia che non ebbe uguali nella storia di Francia!
Ho raggiunto quelle località, ho visto quelle campagne, quei campi di grano e li ho immaginati mentre venivano attraversati da decine di migliaia di uomini nelle loro vistose divise (giubbotto blu e pantaloni rossi) che, sotto il sole d'agosto e con un'umidità soffocante, erano costretti a marce forzate per raggiungere le linee nemiche, per molti di loro sarebbe stato il battesimo del fuoco. Mi sono addentrato nella foresta di Chiny che seppe celare le truppe tedesche pronte a respingere qualsiasi attacco; truppe che, spesso, si erano lasciate alle spalle crudeli rappresaglie e ingiustificate esecuzioni di civili*. Mi si è stretto il cuore nel pensare come i soldati francesi, appartenenti al 2° e 3° Reggimento della 3a Divisione Fanteria Coloniale comandata dal generale Raffenel, erano state mandate allo sbaraglio. Erano detti "Marsouins"; secondo i dettati del generale Joseph Joffre dovevano attaccare alla baionetta, talvolta senza l'appoggio dell'artiglieria e così la corsa allo scoperto era solo verso la morte.
Ho anche visitato quei cimiteri dove migliaia di croci "celebrano" con un Mort pour la France uomini che, forse, la Francia l'avevano vista, per la prima volta, solo in quei giorni.
* ad Aarschot, Arlon, Seilles, Tamines, Dinant, Louvain, Ethe, Melen, Soumagne.
(Foto di Gianmaria Italia © proprietà riservata. Ho autorizzato la riproduzione di testo e foto a http://www.brianzanews.it/)
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