lunedì 17 luglio 2023
“Muore sui binari un uomo di soli 40 anni”
E’ questo il titolo di una notizia riportata tempo fa da un giornale.
Già lo scorso 7 Novembre avevo dedicato un post alla scarsa deontologia dello scrivere “aveva solo tot anni” e lo spunto me l’aveva dato un titolo di quel giorno: "Morto Aaron Carter, aveva solo 34 anni..." A questo punto una domanda è d'obbligo: quanti anni deve avere uno per morire senza muovere un poco di compassione? Davvero inopportuno, quando non offensivo per chi ha un'età maggiore. Ma che età deve avere un essere umano per andarsene tranquillo senza remore, deve essere un centenario? “Se uno non arriverà a cent’anni vorrà dire che io l’ho punito” si legge sul Libro di Isaia 65.
Invece, proprio perché aveva “solo” 40 anni, io mi sarei domandato perché, nel pieno della vita, un uomo decide di interromperla? Quale motivo così grave l'aveva indotto ad una decisione così tragica.
Avrei scoperto che era un buon padre di famiglia, aveva una moglie affettuosa e magari dei figli a cui dedicare attenzione, educazione ed esempi positivi: elementi che invece lo dovevano tenere in vita, incoraggiare.
Non è stato così perché l’ambiente di lavoro, quell’occupazione che ti permette di portare sostegno, linfa in famiglia, si era fatto via via deleterio. Quell’uomo di quarant’anni era stato emarginato fino al licenziamento. Perchè non fermarsi a riflettere prima di prendere così drastici provvedimenti, perchè non cercare soluzioni alternative, magari valorizzandolo in altro incarico?
E quell’uomo, quel marito, quel papà non ha più visto la luce in fondo al tunnel della sua vita e l’ha lasciata sui binari di una ferrovia. Io chiedo a quell’azienda, o meglio, a quel dirigente se era perfettamente consapevole della decisione che prese mettendo alla porta quell’uomo “di soli 40 anni”
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